GENOVA – L’ombra del terrorismo si addensa sopra l’agguato di stamani a Genova all’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi. L’analisi proviene da fonti qualificate della sicurezza nazionale, secondo le quali la tecnica del ferimento di Adinolfi è quella delle Brigate Rosse e quello di Genova è un gesto “altamente simbolico”. Le stesse fonti ricordano che uno dei primi attentati della lunga stagione delle Br fu proprio all'Ansaldo negli anni Settanta.
GENOVA – Numerose le reazioni politiche sull’agguato di Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, ferito mentre usciva da casa questa mattina a Genova per recarsi a lavoro insieme al figlio di vent’anni. Sulla vicenda il ministro Elsa Fornero, ha risposto in maniera lapidaria ai giornalisti: “ Sono cose che non si commentano”. Ma Raffaele Lauro, del Pdl, teme retroscena con nuovi conflitti sociali e attacchi terroristici, e dice : “Tempismo, luogo, soggetto colpito e modalità dell'attentato di Genova rappresentano il messaggio esplicito di un ritorno ad un drammatico passato, che rischia di inaugurare una nuova stagione di conflitti sociali e di attacchi terroristici”.
GENOVA - Usciva da casa, questa mattina, dal condominio in cui abita, in via Montello a Genova, in compagnia del figlio ventenne, quando è stato ferito a colpi di pistola da due uomini con casco nero integrale, a bordo di una moto; a sparare è stato quello seduto dietro. Roberto Adinolfi, 53 anni, ingegnere e amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, che al momento dell’agguato era in compagnia del figlio 20enne, è stato ricoverato all’ospedale San Martino, dopo aver riportato una ferita sotto il ginocchio, alla gamba destra, per l’unico colpo dei tre esplosi che l’ha colpito.