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A cura di Blog Collettivo

Ospitiamo in questo Blog opinioni di alcuni cittadini Brindisini

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E' nella gestione la "rivoluzione culturale" di cui Brindisi necessita

Ecco perchè il nuovo sindaco deve mettere ordine negli affidamenti di denaro pubblico per questo settore e nell'assetto dei contenitori come il Verdi

Giustamente Riccardo Rossi ha voluto trattenere per sé la delega alla cultura. C’era e c’è l’esigenza, ripetutamente espressa anche in campagna elettorale, di rendere trasparente un settore che, benché povero di idee, soldi e iniziative, appare improntato all’improvvisazione, alle piccole furbizie, al clientelismo. Avendone viste tante, e di tutti i colori, mi permetto di girare a Rossi le mie impressioni. Non si tratta di consigli, non ne ha bisogno, e non ne hanno bisogno i componenti della sua squadra, alcuni dei quali da sempre impegnati in politica o nella comunicazione.

Partirei subito azzerando alla scadenza naturale le convenzioni in essere per collaborazioni esterne. Furono sottoscritte dal commissario prefettizio sulla scorta di presunte urgenze, che tali non sarebbero state se si fosse agito nei tempi dovuti visto che l’arrivo delle navi da crociera era previsto da mesi. Per la ricerca delle collaborazioni non ci furono bandi pubblici ma solo affissioni all’albo pretorio, ossia avviso per pochi visto che l’ottocentesco sistema di comunicazione al cittadino costituito dall’albo pretorio lo legge solo chi lo deve leggere.

Bronzi Punta del Serrone - Il 'Filosofo'

Il risultato, polemiche a parte, fu l’affidamento ad una associazione che gestisce un museo privato (dove sono esposti anche copie) di pubbliche funzioni nel settore della cultura e del turismo, e ad un’altra associazione che notoriamente dovrebbe interessarsi di ricerca storica, il compito di redigere e stampare guide turistiche e segnali stradali. Siccome di questa bizzarria commissariale si parlò anche nel periodo elettorale, sono sicuro che Rossi interverrà e renderà più trasparente l’assolvimento dei vari servizi in carico al Comune. Ed attenti agli infopoint regionali: circolano voci che dovrebbero interessare la Procura.

Ci sono state di certo altre bizzarrie commissariali –amministrare una città complicata come Brindisi mica è facile!- ma vale la pena, sempre nel settore della cultura, citarne un’altra. Nella primavera scorsa per verificare la possibilità di partecipare ad un bando che prevedeva finanziamenti per il teatro Verdi, compito che poteva benissimo essere svolto da uno dei tanti, bravi funzionari del Comune, il commissario affidò l’incarico ad una esperta esterna. Il parere fu positivo e la consulenza costò tremila euro al bilancio comunale (ma non era più regolare alla Fondazione del Verdi?).

Sala della colonna palazzo Nervegna con Paolo Gentiloni-2

Ma non finì qui. Qualche giorno dopo la stessa esperta incaricata del parere ottenne, con un compenso di 38.000 euro (2.000 in meno del limite imposto dalla legge per effettuare il bando pubblico), l’incarico di redigere anche il progetto relativo alla partecipazione al bando. Naturalmente l’esperta era veramente tale visto che ricopre incarichi regionali ed è omogenea al sistema che ruota intorno all’Assessorato regionale alla cultura e turismo. Certo tutto nella norma, irregolarità zero ma opacità tanta.

Fatte queste operazioni preliminari occorre guardare al futuro distinguendo nettamente gli interventi propri della cultura da quelli delle sagre. Anche queste utili, qualche volta anche divertenti, ma senza confusioni. Ad ognuno il proprio bilancio, dimensionato non solo dalla disponibilità di soldi, ma anche all’importanza dell’evento, agli effetti e alle ricadute che produce sul territorio. E si stabilisca come s’intende volare. La mostra attualmente al Nervegna, quella sulle opere d’arte sequestrate alla mala, ha un suo indubbio significato civile e morale (non dimentichiamoci mai i nostri recenti trascorsi, da Marlboro City alla Scu) ma occorre andare oltre. Brindisi, ad esempio, deve cercare di entrare nel circuito nazionale delle mostre, quel turismo dell’arte che produce sulla città anche una importante ricaduta economica.

Il Nuovo Teatro Verdi di Brindisi

Si entra in questo circuito investendo, ma anche coinvolgendo altri soggetti pubblici e privati. Si, anche privati. Non sarebbe certamente né un delitto, tanto meno un attentato alla civica autonomia se le nostre imprese ogni anno regalassero alla città, insieme alle sfiammate o alle polveri sottili o meno, un evento culturale o artistico di portata nazionale. Iniziative da esibire con orgoglio che contribuiscono a sprovincializzarci e ad aumentare lo zoccolo della base culturale della città. Anche se in questo settore assenza di università, accademie o conservatorio ci penalizzano da sempre.

Una particolare attenzione, anche per quello che ho detto prima, va rivolta al nostro più importante contenitore culturale, il teatro Verdi. Dobbiamo chiarirne meglio funzioni e poteri. Vanno rimossi, se ci sono, conflitti di interesse e confusioni di ruoli. La Fondazione non può essere né l’ombrello protettore, né l’ufficio esecutivo delle iniziative di routine del Comune. Occorre che si allarghi la base sociale della Fondazione sia ai soggetti pubblici del territorio che non ne fanno parte (dalla Provincia, che deve rientrare, alla Camera di Commercio), che ai privati. Sarebbe molto bello se alla Fondazione aderisse, anche con quote simboliche ma significative, il meglio dell’imprenditoria e delle professioni cittadine.

Palazzo Granafei Nervegna e l'arco di piazza Falcone e Sottile

Ingressi che forse giustificherebbero meglio la presenza nel nuovo consiglio di amministrazione di autorevoli personaggi della società civile, di cui si sussurra, ma senza nessuna esperienza in uno settore dove esperienza e competenza sono i requisiti fondamentali. Ed occorre anche che, impegnando se necessario tutte le rappresentanze istituzionali a livello regionale, si promuovano le condizioni politico-economiche  per favorire coproduzioni originali tra i diversi teatri, e soprattutto una più equa distribuzione sul piano regionale delle risorse e delle iniziative. Non sono sogni, altrove, anche non lontano da noi accade.

         

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