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Corte dei Conti Ue censura il porto

BRUXELLES - Pollice verso della Corte dei Conti europea sull'uso dei fondi Ue per i progetti di sviluppo di sei aree portuali italiane. L'audit della Corte ha passato al setaccio gli interventi realizzati a Vieste, Bari, Brindisi, Messina - Tremestrieri, Augusta e Ragusa e dei sei progetti analizzati viene promosso solo quello di Messina, finalizzato alla costruzione di due ponti di attracco e relativo collegamento all'autostrada. Nulla invece ad Augusta, con i lavori non completati ed il porto vuoto, mentre a Bari e Brindisi mancano i collegamenti con l'hinterland e a Vieste e Ragusa sono stati costruiti dei porti turistici che non hanno avuto un impatto sul sistema dei trasporti, obiettivo originale dei finanziamenti.

BRUXELLES - Pollice verso della Corte dei Conti europea sull'uso dei fondi Ue per i progetti di sviluppo di sei aree portuali italiane. L'audit della Corte ha passato al setaccio gli interventi realizzati a Vieste, Bari, Brindisi, Messina - Tremestrieri, Augusta e Ragusa e dei sei progetti analizzati viene promosso solo quello di Messina, finalizzato alla costruzione di due ponti di attracco e relativo collegamento all'autostrada. Nulla invece ad Augusta, con i lavori non completati ed il porto vuoto, mentre a Bari e Brindisi mancano i collegamenti con l'hinterland e a Vieste e Ragusa sono stati costruiti dei porti turistici che non hanno avuto un impatto sul sistema dei trasporti, obiettivo originale dei finanziamenti.

Altro problema riscontrato soprattutto in Italia è quello della ridefinizione ex post dei progetti, per cui i fondi vengono destinati a progetti diversi da quelli iniziali. È questo il caso di Gela, in cui il progetto per il porto è stato abbandonato ed i finanziamenti usati per l'autostrada Palermo - Messina e Gela - Catania. Più in generale, rileva il coordinatore dell'audit Luc T'Joen, “in Italia manca un piano di sviluppo a lungo termine, si spendono tanti soldi in poco tempo, ma senza una strategia complessiva”.

Un problema che è stato peraltro rilevato anche negli altri Paesi analizzati. In totale i progetti valutati in Italia dalla Corte dei conti hanno assorbito 1,7 miliardi di finanziamenti di cui 726 milioni targati Ue, erogati tramite i fondi strutturali ed il fondo di coesione. L'Italia è, dopo Spagna e Grecia, il Paese Ue che riceve più finanziamenti comunitari per progetti legati allo sviluppo dei porti.

Per quanto riguarda Brindisi, il rilievo della Corte dei Conti europea potrebbe riferirsi al “potenziamento e alla messa a norma della Piattaforma logistica (ex punto di presa e consegna) di Costa Morena Est con la rete ferroviaria del Consorzio Asi e quindi alla rete nazionale, per un costo complessivo di 6 milioni di euro”, citando il Piano delle opere triennale (Pot) 2012-2014 dell’Autorità portuale di Brindisi, e anche alla “realizzazione della rete ferroviaria tra le banchine di Costa Morena Est e la Piattaforma logistica costituita da tre fasci di binari, per una spesa complessiva di 1,1 milioni di euro”.

Non vi sono infatti nel Pot altri riferimenti a collegamenti strategici. Come è evidente, ciò che l’Europa ritiene priorità non coincidono con le urgenze dell’Authority brindisina, che sta lavorando a tamburo battente per il misterioso e probabilmente non altrettanto utile terminal crociere di Costa Morena Est.

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