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Sabato, 27 Aprile 2024
Economia

“Collasso sociale e industriale”: Failm chiede tavolo con sindacati e associazioni datoriali

Richiesta formalizzata dall’organizzazione sindacale a prefetto, presidente Provincia e sindaco di Brindisi: “Siamo di fronte a una mattanza sociale”

BRINDISI - Un tavolo tecnico e di confronto sulla grave crisi industriale che attanaglia il territorio, aperto alle associazioni datoriali e ai sindacati. E’ la richiesta avanzata dal segretario generale del sindacato Failm, Claudio Capodieci, attraverso una lettera aperta inviata al prefetto di Brindisi, al presidente della Provincia e al sindaco. 

“Siamo ormai al collasso industriale e sociale – scrive Capodieci nella lettera - a confermarlo la fresca notizia dell'abbandono del territorio di Brindisi da parte dell’azienda Euroapi, ex Sanofi, che lascia in bilico circa 250 famiglie”.

“La notizia  - prosegue il sindacalista - si aggiunge a quelle già drammatiche dei giorni precedenti con l'incertezza di circa 80 lavoratori della manutenzione meccanica in Eni Versalis, dovuto al prossimo cambio di appalto, di 47 famiglie di lavoratori della Basell con la chiusura dell'impianto P9T e i 100 lavoratori dell'indotto, per non dimenticare dei circa 100 lavoratori ex Gse, dei 150 lavoratori del gruppo Dema e della crisi derivante dalla decarbonizzazione della centrale di Cerano con i circa 230 lavoratori diretti  a rischio e della preoccupazione delle 500 famiglie che caratterizzano l’intero indotto; in ultimo, doveroso citare i lavoratori precari ancora da ricollocare nella Sanitaservice, e la presenza di altre vertenze di natura economica e finanziaria che mettono a serio rischio il tessuto sociale brindisino”.

A detta del segretario della Failm, “siamo di fronte, in sostanza, ad una mattanza sociale”. Il sindacalista chiede dunque ai massimi rappresentanti delle istituzioni locali “un tavolo tecnico e di confronto, alla presenza di tutte le associazioni datoriali e sindacali presenti sul territorio, al fine di fermare lo stillicidio sociale in atto e programmare un piano industriale territoriale che garantisca le aziende e soprattutto i lavoratori, con il fine di non compromettere ulteriormente un tessuto economico ormai già fragile ed in costante peggioramento”. 

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