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Il senatore-operaio solleva la vicenda di "Zoe" col ministro del Lavoro

E finisce in Parlamento anche il caso di Zoe, la dipendente 52enne della società chimica americana Basell, sottoposta a procedura di licenziamento per dichiarate ragioni economiche e organizzative dell’azienda, che ha impianti anche nel petrolchimico di Brindisi

ROMA – E finisce in Parlamento anche il caso di Zoe, la dipendente 52enne della società chimica americana Basell, sottoposta a procedura di licenziamento per dichiarate ragioni economiche e organizzative dell’azienda, che ha impianti anche nel petrolchimico di Brindisi, con la quale anche Susanna Camusso ha avuto un colloquio riservato l’altro ieri a Lecce. A sollevare la vicenda in Senato, con una interrogazione al ministro del Lavoro e delle politiche sociali, è stato Giovanni Barozzino, che prima di giungere a Palazzo Madama eletto nelle liste di Sel, faceva l’operaio metalmeccanico alla Fiat di Melfi, diventando egli stesso assieme ad alcuni colleghi un caso, guidando lo sciopero di quello stabilimento nel 2011 e venendo poi licenziato con due colleghi per presunti danni all’azienda. Ecco l’interrogazione.

“Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali - Premesso che, per quanto risulta all'interrogante: la Basell Poliolefine Italia, azienda che produce polipropilene e opera all'interno del petrolchimico dell'area industriale di Brindisi, avrebbe licenziato in tronco, senza preavviso, una dipendente di 52 anni, dopo 25 anni di servizio;

la motivazione alla base del licenziamento sarebbe che la lavoratrice "non rientra più nei piani economici ed organizzativi dell'azienda", unica licenziata con motivazioni "economiche e organizzative" su circa 130 addetti;

l'anomalia della procedura adottata dall'azienda con il "licenziamento senza avviso di apertura" non si giustifica, se non a fronte di comportamenti dannosi nei confronti dell'azienda: e tale non sarebbe affatto il caso della lavoratrice che, al contrario può vantare un curriculum di professionalità e affidabilità indiscutibili;

considerato che: la lavoratrice, negli anni scorsi, ha sostenuto una dura prova a causa di una malattia che non può dirsi risolta definitivamente; Il licenziamento le avrebbe provocato una situazione di prostrazione e di depressione che rischia di riacutizzare la malattia, si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non intenda acquisire, per quanto di competenza, ulteriori elementi sul caso in premessa, nel quale il licenziamento appare svincolato da motivazioni economiche ed organizzative dell'azienda, anche al fine di intraprendere iniziative normative a tutela dei lavoratori, volte a prevenire il verificarsi di tali episodi”.

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