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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Tassa aeroportuale: "Disimpegno compagnie low cost da Brindisi avvantaggerebbe Bari"

Audizione in commissione regionale Trasporti da parte del gruppo consiliare "La Puglia Domani": "Tutti i soggetti in causa, dall’amministrazione comunale brindisina ai vertici di Aeroporti di Puglia, vengano a dar conto del proprio operato"

BRINDISI – La questione riguardante l’aumento della tassa di imbarco aeroportuale decisa dal Comune di Brindisi, con conseguente minaccia di abbandonare lo scalo da parte delle compagnie low cost, approderà in consiglio regionale. Il consigliere Paolo Pagliaro, capogruppo di “La Puglia Domani”, ha infatti preannunciato la presentazione di un’audizione nella quinta commissione Trasporti.

L’amministrazione comunale intende aumentare la tassa di imbarco da 6,50 a 7,50 euro su ogni biglietto per voli in partenza da Brindisi, nell’ambito dell’esercizio di bilancio 2023-2025 del Comune di Brindisi. nell’ambito dell’esercizio di bilancio 2023-2025 del Comune di Brindisi. 

Due giorni fa è arrivata la levata di scudi da parte dell’Aicaf, associazione delle low-cost che volano nei cieli italiani, tramite una nota del presidente Matteo Castiano, il quale ha parlato di rischio che le compagnie possano rivedere i loro piani.

Pagliaro: "Tutti diano cont del prooprio operato"

SI tratta di timori che “La Puglia Domani” aveva già sollevato con due note, il 24 luglio e il 28 gennaio scorsi, come ricorda il consigliere Pagliaro. “Su questa vicenda  - afferma Pagliaro - presenterò un’audizione nella V Commissione trasporti del Consiglio regionale, perché tutti i soggetti in causa, dall’amministrazione comunale brindisina ai vertici di Aeroporti di Puglia, vengano a dar conto del proprio operato e di scelte autolesioniste che rischiano di ripercuotersi non solo sullo scalo brindisino, con la fuga annunciata dalle compagnie low cost, ma sull’intera economia del Salento”.

“Nonostante le rassicurazioni sui piani di potenziamento dello scalo brindisino ricevute dal presidente Adp Vasile nel corso del sopralluogo effettuato a dicembre scorso su nostra insistente richiesta – afferma ancora Pagliaro - temiamo che il paventato disimpegno delle compagnie low cost su Brindisi andrà a tutto vantaggio dell’aeroporto di Bari, già largamente favorito nelle politiche di attrazione dei voli”.

Azione: "Faremo valere in ogni dove il nostro no"

Sulla vicenda interviene anche “Azione”, con una  dichiarazione congiunta del consigliere e commissario regionale di Azione Fabiano Amati, del commissario provinciale di Brindisi Raffaele Pappadà e del coordinatore cittadino Fabio Fragnelli. “È come Troisi e Benigni in ‘Non ci resta che piangere’. L’aumento comunale della tassa d’imbarco dall’aeroporto di Brindisi  - si legge nel comunicato - sembra un tassare a sbafo, ossia per il solo fatto di aver scelto l’aeroporto di Brindisi. In altre parole, ad altri l’onere delle politiche di sostegno al traffico passeggeri, e quindi indirettamente al territorio, con il comune che pretende di trarre i frutti per coprire i suoi buchi”.

“Su questa proposta – ribadisce Azione - c’è il nostro No e lo faremo valere in ogni dove, senza cincischiare con parole vuote.  È un’idea purtroppo connotata da ideologia statalista e decrescitista, quella che riconduce all’aumento della tassazione la soluzione dei problemi finanziari del Comune, preferendola a politiche più produttive come quelle di riqualificazione urbana con volumetrie premiali in grado di generare maggiori introiti da oneri di urbanizzazione. Ma su questo punto, come si sa, l’amministrazione Rossi ha un pregiudizio nei confronti della produzione e della prosperità a mezzo delle attività a più alta densità di posti di lavoro, infischiandosene della necessità di garantire il piatto a tavola a migliaia di persone”.

“Siamo di fronte a un approccio elitario, da alta società – affermano ancora i rappresentanti di Azione - che a Brindisi è la cifra dei conservatori di sinistra e no-a-tutto.  Con la vicenda in esame, inoltre, si svela anche un’ostilità latente nei confronti del trasporto pubblico di massa, perché la misura colpisce il settore dei voli a basso costo, ossia della possibilità offerta a tutti, senza distinzioni, di venirci a trovare o di farci partire.  Insomma, una cosa che solo a pensarla sembra uno sproposito”.

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