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Economia

Cgil: “Bene il piano Enel, si punti anche su ricerca e produzione di filiere”

Antonio Macchia: "Un fatto importante la creazione di una gigafactury  per la fabbricazione di pannelli solari"

Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Antonio Macchia, segretario generale della Cgil Brindisi

Il piano presentato da Enel in Commissione Attività produttive alla Camera dei deputati incontra molte delle richieste che come Cgil sosteniamo da anni. La creazione di una gigafactury  per la fabbricazione di pannelli solari sul modello di Catania, rappresenta certo un fatto importante. Ma c'è molto altro ancora. Ad iniziare proprio dallo sviluppo della tecnologia dell'idrogeno verde di cui negli anni passati siamo stati antesignani, così come lo sviluppo della logistica che il porto di Brindisi deve esaltare perché generatore di economie incalcolabili. Non a caso chiediamo che Brindisi diventi la piattaforma logistica del Mediterraneo mutuando l'esperienza della Onu, che da New York ha deciso di costruire a Brindisi una delle sue basi più importanti a livello mondiale per la rilevanza strategica data dalla sua posizione geografica.

Bene quindi l'idea di procedere alla decarbonizzazione sia anticipando i tempi portando avanti i progetti sulle aree libere e favorendo quindi eolico, fotovoltaico e idrogeno. Quello che chiediamo è che tutte queste produzioni vengano svolte in loco creando quelle filiere produttive che possano favorire la creazione di lavoro buono e occupazione soprattutto per i nostri giovani.

E proprio in quest'ottica troviamo importante incentivare – oltre alla riconversione e riqualificazione del personale diretto e dell'indotto che hanno precedentemente lavorato col carbone – il rapporto col mondo delle scuole, dell'Università e della ricerca. Lo sviluppo della tecnologia di idrogeno verde da elettrolisi – come nelle intenzioni annunciate da Enel – ha bisogno di nuove professionalità che possono essere formate dando impulso e nuova vita a centri di eccellenza come la nostra Cittadella della ricerca che può dare un eccellente contributo in questa trasformazione favorendo il «phase out» dal carbone nella maniera meno traumatica possibile per il territorio.

Agire sulle leve del lavoro, della riqualificazione, della produzione di energie da fonti rinnovabili, della formazione, della ricerca e dell'Università, della creazione di filiere produttive, va nell'ottica che auspichiamo da anni. Se questa è l'idea crediamo si possa imboccare una fase di svolta per questo territorio prendendo la strada giusta.

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