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Accordo Regione-Ryanair regolare: la procura chiede archiviazione

I 14 milioni annui versati dalla Regione Puglia a Ryanair, attraverso le società controllate, e più precisamente Aeroporti di Puglia e Ams per la compagnia low-cost irlandese, erano e sono effettivamente destinati all’incentivazione del turismo nel territorio

I 14 milioni annui versati dalla Regione Puglia a Ryanair, attraverso le società controllate, e più precisamente Aeroporti di Puglia e Ams per la compagnia low-cost irlandese, erano e sono effettivamente destinati all’incentivazione del turismo nel territorio attraverso la valorizzazione del suo sistema di scali aerei. Questa è la convinzione maturata dai magistrati inquirenti, il procuratore aggiunto di Bari, Giorgio Lino Bruno (nella foro sotto a destra), e il sostituto Luciana Silvestris, che pertanto hanno chiesto l’archiviazione del caso al gip Marco Galesi.

Nel fascicolo sui finanziamenti dell’Unione Europea per il Turismo investiti in un contratto di marketing siglato nel 2009 e rinnovato nel 2014, erano stati iscritti i nomi degli amministratori dell’epoca e di quelli in carica, vale a dire l’ex amministratore unico di Aeroporti di Puglia, Domenico Di Paola, l’attuale, Giuseppe Acierno, il direttore generale Marco Franchini e il direttore amministrativo Patrizio Summo. La procura di Bari aveva affidato le verifiche alla Guardia di Finanza.

Il pm Giorgio Lino BrunoLo scopo dell’indagine era quello di stabilire se il contratto fosse in realtà un’operazione per agevolare Ryanair, o se invece si sia trattato di una incentivazione dell’immagine turistica della regione attraverso il più grosso vettore low-cost sul mercato del trasporto aereo. Ams è la concessionaria della pubblicità di Ryanair. Gli inquirenti hanno concluso che nell’accordo non vi sono estremi di truffa, falso e abuso di ufficio come ipotizzato nelle informazioni di garanzia.

La notizia dovrebbe in parte sedare alcuni attacchi politici ad Aeroporti di Puglia, apparsi in molti casi strumentali, partiti da vari settori del consiglio regionale, inclusi quelli di maggioranza. L’ultima gestione ha tagliato in maniera considerevoli i costi di gestione della società, migliorandone i bilanci, ed ha gestito una netta crescita del traffico aereo negli scali di Bari e Brindisi, sia nei voli nazionali che soprattutto in quelli internazionali, malgrado le ripercussioni della crisi globale del 2008-2009.

Giuseppe AciernoCi sono oggi le condizioni migliori per trattare con il famoso partner privato che la Regione cerca da tempo per cedere una parte del capitale della società ancora affidata in proroga alla direzione di Giuseppe Acierno (nella foto a sinistra). Sarebbe importante se attorno a tale strumento di crescita economica per il territorio, qual è Aeroporti di Puglia, cessassero campagne strumentali avviate da una politica che non vuole crescere, come invece ha fatto il traffico aereo.

La vicenda della ripartizione dei voli tra i due aeroporti principali, quelli nazionali di Bari e Brindisi, e quelli regionali di Grottaglie e Foggia, è semplicemente stucchevole. Grottaglie è sempre stato uno scalo aperto al traffico civile, ma nessuno può obbligare una compagnia a scegliere un aeroporto. Il mercato, da anni liberalizzato, del trasporto aereo, soprattutto di quello low-cost, funziona in maniera molto diversa dai ragionamenti clientelari di alcuni consiglieri.

E anche la logica di un aeroporto per ogni città non ha mai funzionato, ma appartiene a quell’Italia degli sprechi e della disorganizzazione che a parole si vuole cambiare. Se si vuole andare da Milano a Linate in taxi o con un altro mezzo pubblico, ci vuole in media mezz’ora traffico permettendo. Quanto ci vuole da Taranto all’aeroporto di Brindisi? Lo dicano i cacciatori di voti.

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