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Economia

Porto: ora accuse pure alla stampa

BRINDISI - La politica intervenga adesso, o mai più. Lampeggia la spia che dice che le tensioni al porto tra l'ente di gestione ed una parte degli operatori ha superato i livelli di guardia, e che la soluzione non può essere quella delle secchiate di benzina che arrivano sul fuoco proprio da parte dell'Authority. Oggi l'agente marittimo Franco Aversa ha ufficializzato l'ottenuta revoca del sequestro della Ionian Spirit dell'armatore ellenico Agoudimos, sulla base di una ordinanza di cui il deposito è molto atteso negli ambienti della portualità perchè potrebbe diventare giurisprudenza di riferimento in non pochi contenziosi.

BRINDISI - La politica intervenga adesso, o mai più. Lampeggia la spia che dice che le tensioni al porto tra l'ente di gestione ed una parte degli operatori ha superato i livelli di guardia, e che la soluzione non può essere quella delle secchiate di benzina che arrivano sul fuoco proprio da parte dell'Authority. Oggi l'agente marittimo Franco Aversa ha ufficializzato l'ottenuta revoca del sequestro della Ionian Spirit dell'armatore ellenico Agoudimos, sulla base di una ordinanza di cui il deposito è molto atteso negli ambienti della portualità perchè potrebbe diventare giurisprudenza di riferimento in non pochi contenziosi.

L'Authority ignora l'ordinanza - Ma di ciò non vi è traccia nella relazione odierna del presidente dell'Autorità portuale di Brindisi allo stesso Comitato portuale, Authority uscita sconfitta da questa vicenda che suscitò forti polemiche per l'azione di sequestro, avvenuta a tarda ora tra le operazioni di sbarco ed imbarco di altri passeggeri diretti a Valona ma rimasti poi a terra sino al giorno successivo, quando fu un traghetto di un'altra compagnia a portarli a destinazione.

Dice invece Iraklis Haralambidis, tra le altre cose: "Con mio grande rammarico, ho dovuto ordinare il sequestro di una nave dimostrando a tutti gli altri che è contrario alla legge dire 'non pago perché non ricevo i servizi che vorrei avere', e, pertanto, non può essere ulteriormente tollerato. Questa, e in realtà tutte le mie decisioni, sono prese in piena trasparenza e sempre con la porta del mio ufficio aperta. Tutte le mie decisioni, scritte o verbali, sono di dominio pubblico". Manca, come già detto, l'esito della vicenda.

Il provvedimento del giudice - Eccolo nella nota ufficiale dell'agente raccomandatario: "A seguito dell'udienza di comparizione delle parti in giudizio avvenuta il 5.4.2012, con ordinanza depositata in data 14.5.2012, il Tribunale di Brindisi ha revocato per carenza dei presupposti di legge il sequestro conservativo della nave Ionian Spirit già autorizzato in favore dell'Autorità Portuale di Brindisi con decreto del 26.3.2012, condannando la stessa Autorità Portuale al pagamento delle spese di lite".

Prosegue il comunicato: "L'ordinanza, ritenuta l'applicabilità della Convenzione di Bruxelles del 10.5.1952 sul sequestro di navi e rilevato che il credito allegato dall'Autorità Portuale per tariffe per servizi di vigilanza e controllo in materia di security portuale non rientra tra i crediti marittimi previsti nell'articolo 1 della Convenzione, ha ravvisato che tale credito non possa essere tutelato con il sequestro di nave".

La conclusione: "L'ordinanza ha inoltre escluso che il credito invocato dall'Autorità Portuale sia assistito da privilegio marittimo e precisato che i servizi che l'Autorità Portuale sostiene di avere fornito non sono provati né è comunque provato che il soggetto eventualmente debitore dei corrispettivi tariffari per imbarco/sbarco passeggeri, Tir e automezzi sia l'armatore e non altri fruitori di tali servizi".

Una lettera di accuse ad agenti e stampa - Perchè è il momento dell'intervento della politica? Un segnale in tal senso pare sia arrivato dalla Provincia, uno dei destinatari istituzionali cui alcune settimane fa il presidente Iraklis Haralambidis inviò una lunga lettera di difesa dell'operato dell'Authority nel contenzioso con una parte degli agenti marittimi, cui viene attribuito un debito complessivo verso l'ente portuale superiore al milione  di euro per i soli armatori delle linee con Valona, di 180mila euro per la nave Ionian Queen della Endeavour (ora sottoposta al secondo sequestro in tre mesi, ma dall'ex agente) e di almeno 600mila euro di altri agenti.

I destinatari, oltre la Provincia che ha chiesto di vederci chiaro: Ministero delle Infrastrutture dei trasporti, sia gabinetto del ministro che direzione generale dei porti; Regione Puglia, Comune, Camera di Commercio, Capitaneria di Porto e Prefettura di Brindisi, ed infine il collegio dei revisori dei conti. Vederci chiaro perchè Haralambidis nella lettera illustra un clima in cui in maniera inequivocabile viene descritta tra le altre cose l'esistenza di una sinergia tra la condotta "colpevole ed illegittima" di taluni agenti marittimi (ma il tribunale ora ha detto il contrario) e la stampa (si suppone non tutta) poichè a giudizio del presidente dell'Authority la quasi totalità delle notizie apparse circa l'operato suo e dell'ente sarebbero prive di riscontri oggettivi e di segno negativo per il porto.

Questi articoli - che sono stati allegati alla lettera - hanno avuto eco sulla stampa specializzata internazionale con conseguente danno per l'immagine del porto, sostiene l'Authority. Notizie ingigantite complice la campagna elettorale, scrive Haralambidis. E cita ad esempio il caso del sequestro della Ionian Queen attorno al quale sarebbe stato scatenato un attacco mediatico con il malcelato intento degli agenti marittimi - evidentemente ispiratori dello stesso - di confondere la realtà e contrattare una riduzione dell'ingente debito accumulato.

Segue a conclusione di tali affermazioni la comunicazione ai destinatari della lettera l'annuncio che l'Autorità portuale cercherà in varie sedi (si presume giudiziarie) adeguato ristoro per il danno di immagine causato al porto e alla città di Brindisi dagli articoli ispirati da agenti locali. Affermazioni gravissime, queste, minacciose nei confronti della libertà di stampa e del diritto all'informazione, oltre che ampiamente diffamatorie nei confronti degli autori degli articoli e degli stessi agenti marittimi, tanto che probabilmente potrebbe essere Haralambidis a dover giustificare e provare in tribunale ciò che afferma nella lettera.

Resta il rischio, piuttosto, per l'immagine del porto e per le casse dell'Autorità portuale, di una pronta azione di rivalsa dell'armatore che ha subito il sequestro della nave di cui il tribunale ha stabilito con un provvedimento la revoca per infondantezza di motivazioni. Si tratta di soldi pubblici, gli stessi con i quali l'Autorità portuale di Brindisi pagherà le giuste parcelle richieste dallo studio legale privato cui si è rivolta per questa battaglia contro quell'armatore ed il suo agente a Brindisi, piuttosto che utilizzare l'Avvocatura dello Stato in questo ed altri contenziosi.

Arriverà un direttore generale - Per tornare alla seduta odierna del Comitato portuale, da registrare l'annuncio dell'aggiunta di una carica apicale in più nell'organigramma dell'ente. Ciò in seguito a suggerimento degli esperti della nota società di consulenza Pwc Italia (che ha una sede anche a Bari) e che collabora da qualche tempo con l'Autorità portuale di Brindisi. Nella relazione Haralambidis dice: "Per perseguire la nostra strategia di marketing, la Pwc suggerisce la creazione di una nuova carica di direttore per la programmazione strategica e per il marketing".

"Per attrarre ulteriori business, abbiamo ridotto le nostre tariffe e stiamo esortando i nostri fornitori di servizi (rimorchiatori, ormeggiatori, piloti) a fare lo stesso. Inoltre, abbiamo offerto incentivi per attrarre navi più giovani con l’obiettivo di promuovere la domanda pan-europea di green ports. Infine, abbiamo anche commissionato una ricerca sul grado di soddisfazione dei passeggeri, con l’obiettivo di scoprire ciò che dicono i nostri clienti, quali sono le ragioni per cui hanno scelto Brindisi, e quali sono le aree che noi, le nostre navi, gli operatori e gli agenti possiamo ulteriormente migliorare".

Per la cronaca, i rimorchiatori hanno appena ricevuto il periodico adeguamento (in aumento) delle tariffe, e i green ports sono tali non per l'età di varo delle navi, ma per l'ottimizzazione energetica: dall'illuminazione a led e pannelli, all'alimentazione in banchina dei sistemi di bordo delle navi, per evitare che tengano le macchine in moto durante le soste.

Il Tar e la nomina di Haralambidis - Il 24 maggio, infine, davanti ai giudici amministrativi della sezione di Lecce del Tar Puglia, si aprirà un altro capitolo della causa intentata da uno dei candidati alla carica di presidente dell'Autorità portuale di Brindisi, l'ingegnere Calogero Casilli, contro la nomina di Haralambidis, ritenendo che un cittadino dell'Unione europea non possa ricoprire in Italia incarichi che comportano l'assunzione di decisioni che riguardano gli interessi cruciali del Paese o di strutture vitali per l'economia nazionale. Pare sia stata archiviata invece un'altra azione tesa a dimostrare che Haralambidis, cittadino greco e professore alla Erasmus di Rotterdam, non potesse ricoprire la carica perchè il suo italiano non è perfetto al contrario del suo inglese. Ma è una questione che non ci ha mai appassionato. Hai visto mai, su questo lo abbiamo anche difeso.

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