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Questioni ambientali: Legambiente organizza un confronto fra i candidati sindaco

Le diverse questioni ambientali che affliggono il territorio saranno al centro di un incontro con i candidati sindaco che si sfideranno il prossimo 19 giugno al ballottaggio (Nando Marino e Angela Carluccio)

BRINDISI - Le diverse questioni ambientali che affliggono il territorio saranno al centro di un incontro con i candidati sindaco che si sfideranno il prossimo 19 giugno al ballottaggio (Nando Marino e Angela Carluccio), organizzato dal circolo “Tonino Di Giulio” di Legambiente Brindisi presso la sala conferenza della Cgil situata in via Palestro – angolo via Mazzini, per e ore 17 di lunedì, 13 giugno. L’evento è stato organizzato d’intesa con associazioni di Amare Forte Amare.

Alla base del confronto c’è un documento che riportiamo di seguito. 

Le elezioni amministrative, così vicine allo scioglimento del Consiglio Comunale di Brindisi, non hanno permesso di mettere a fuoco le cause ed i rimedi di una profonda crisi politica, sociale e morale che qualcuno ipocritamente vorrebbe ricondurre alle sole responsabilità del ex sindaco Consales..

L'inquinamento ambientale e delle coscienze ha radici ben più consolidate e in esso ha trovato terreno di coltura quella "terra di mezzo" che è la vera mala pianta infestante in città.

Ai candidati alla carica di Sindaco chiediamo, innanzitutto, in che modo intendano garantire trasparenza, partecipazione, efficienza, sostenibilità e qualità nella vita amministrativa a cominciare dalla scelta dell’esecutivo.
 
Oggi, non di rado gli stessi Consiglieri comunali non conoscono per tempo le delibere di giunta e le determine dirigenziali. La "finanza creativa" ha prodotto giochi di prestigio, spese e concessioni di finanziamenti allegre, con effetti preoccupanti sui bilanci comunali. La partecipazione, in primo luogo nell'ambito dei procedimenti riguardanti il PUG e altri piani, è stata ridotta alla scontata presentazione di osservazioni spesso disattese o marginalizzate. Buchi neri sono stati creati nella gestione e nei controlli di attività di primaria importanza e di servizi ecologici e sociali.

Sul merito di alcuni punti di programma si forniscono brevi indicazioni:

1) URBANISTICA
Vanno chiariti pubblicamente i veri motivi del contenzioso sul PUG (che ha allungato a dismisura i tempi di ultimazione) e va garantita una vera partecipazione, perseguendo l'obiettivo di fare del PUG il Piano sovraordinato rispetto a quelli del porto, dell'ASI e di Zona (compreso quello comunale costiero, oggi sostanzialmente contrastante con le disposizioni di legge).
Obiettivi devono essere la riqualificazione urbanistica energetica e sociale e la riduzione del consumo di suolo (No agli indici di fabbricabilità ipotizzati).
Trasparenza, partecipazione, efficienza e sostenibilità sono tutto ciò che non è avvenuto nella redazione di Piani (PUG in primis), e nella definizione e realizzazione d’importanti progetti.


2) PATRIMONIO EDILIZIO, AMBIENTALE E MONUMENTALE
Caratterizzante nella programmazione e nella gestione è la mancanza di risorse finanziarie e umane, oltre che di una vera politica di tutela e valorizzazione.
Il patrimonio edilizio pubblico deve essere oggetto di riqualificazione e non di discutibili o fantomatiche rigenerazioni.
Il Patto dei Sindaci per le città sostenibili in Europa, a cui Brindisi ha aderito, se gestito correttamente, potrebbe ancora offrire progettazione e finanziamenti U.E per cambiare veramente la città.
Si dovrebbe partire dall'efficientamento energetico, climatico e residenziale degli edifici pubblici in degrado, tanto più nelle periferie.
Brindisi ha un patrimonio monumentale e naturale di straordinario valore intrinseco e di enormi potenzialità culturali, turistiche ed economiche. 
Oggi non si riesce a gestire con gli scarsi fondi disponibili la necessaria manutenzione di un tale patrimonio. Le Associazioni d’Amare Forte Amare hanno dimostrato come sia possibile, quando si crede nel valore dei beni della Città, attivare efficaci canali di finanziamento come nel caso del Castello Alfonsino.
Tale importante bene monumentale è stato inserito nel PON Cultura e ci si augura che diventi il “fulcro” della valorizzazione dell’intera Isola di Sant’Andrea. E’ stato anche merito delle associazioni impedire la realizzazione di un edificio multipiano in aderenza alla Fontana Tancredi e gli effetti di un permesso a costruire sulla cui legittimità si esprimerà la Magistratura. Le associazioni auspicano che le azioni dell’Amm.ne  comunale puntino al ripristino dello stato dei luoghi.

3) PARCHI E VERDE PUBBLICO COMUNALE.
Negli ultimi anni sono stati realizzati numerosi parchi cittadini e numerose piantumazioni, ma i servizi preposti alla tutela del verde pubblico sono altamente deficitari: non è garantita la pulizia né la manutenzione ordinaria, i controlli sono insufficienti e si potrebbero incrementare con l’ausilio di sistemi di videosorveglianza.

4) MOBILITA’
In questi anni abbiamo assistito all'emanazione di parcellizzati piani di viabilità, dei parcheggi, della sosta o dei trasporti, ma è mancata una visione d'insieme e non si è giunti a un piano complessivo di mobilità urbana che in modo integrato e sostenibile abbia al suo interno i sottopiani indicati.
Va, innanzitutto, creata una vera e propria metropolitana leggera o di superficie lungo la linea ferroviaria esistente e quella che giungerà al porto commerciale e turistico.

Alle direttrici di collegamento verso la città andrebbero collegate l'aeroporto lungo la linea ferroviaria (rinunciando completamente al pasticciato progetto “shuttle” per il quale sono stati appaltati i lavori) e la circolare del mare.

 I parcheggi a raso andrebbero realizzati lungo le vie di penetrazione principali della città e a ridosso del centro urbano. Essenziale è il potenziamento dei mezzi di trasporto pubblici e dei minibus (elettrici o ibridi), del “car schering” e della disponibilità di bici nei parcheggi. Va finalmente corretta la decisione della precedente giunta ripristinando le ZTL  esistenti ed estendendo sensibilmente le isole pedonali e le piste ciclabili, da raccordare con i percorsi ciclabili extraurbani che hanno enormi potenzialità di crescita e di richiamo turistico tanto più lungo le vie del turismo culturale. Le Zone a Traffico Limitato e le zone di divieto di sosta dovrebbero essere controllate in maniera efficace ed efficiente con sistemi di videosorveglianza.

5) PORTO E AREA DI SVILUPPO INDUSTRIALE
Abbiamo assistito sconcertati alle battaglie di retroguardia sull'Autorità Portuale (andava da subito sostenuta la scelta di un'unica Autorità in Puglia); da qualche tempo critichiamo i costi di gestione dell'Autorità brindisina, quelli del personale e quelli concernenti incarichi e progettazioni discutibili.
Oggi l’Autorità Portuale ricava i suoi principali incassi dal traffico del carbone, mentre il flusso commerciale e turistico non riesce a decollare e certamente non decollerà se venisse affidata la concessione di banchina a Grimaldi in regime di monopolio per venti lunghi anni.
Legambiente che ha sostenuto anche lo scioglimento del consorzio ASI, ribadisce che lo strumento di riferimento per la pianificazione del porto e dell'area industriale debba essere il P.U.G. Per l'area industriale obiettivo deve essere la costituzione, d'intesa fra Comune e imprese, dell'Area Produttiva Paesaggisticamente ed Ecologicamente Attrezzata (APPEA), così come previsto nel Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR). L'APPEA può consentire finalmente di abbattere le disfunzioni e i costi attuali dei servizi e riqualificare l'area, in primo luogo dal punto di vista energetico, rendendola attrattiva sempre più per insediamenti innovativi ad alto valore aggiunto e sempre meno condizionata dall'inquinante industria primaria. Altro aspetto dolente è la mancanza di servizi igienici a servizio delle imbarcazioni da diporto che attraccano sul molo del porto interno (in occasione della  regata internazionale Brindisi Corfù ben 130 imbarcazioni per un totale di circa 650 persone hanno utilizzato soprattutto i servizi a bordo in barche prive di contenitori stagni scaricando in mare). Sarebbe auspicabile, considerando l’esistenza dello scivolo Comunale per l’alaggio e varo delle imbarcazioni, la realizzazione di moli per l’ormeggio delle imbarcazioni da diporto a gestione Comunale. 


6) CICLO DEI RIFIUTI
Brindisi ha vissuto in costante emergenza la gestione del ciclo dei rifiuti.
Basti ricordare lo scarico di ceneri e di rifiuti tossici (bloccati quando è stato individuato “il treno dei veleni”) nella discarica sita in contrada Formica, l’operato discutibile della SLIA e lo spettacolo lunare offerto dalle contrade Autigno, Formica e Mascava.
Ciò che è paradossale è che Brindisi avrebbe tutti gli impianti per una buona gestione del ciclo, ma i siti dell’impianto di compostaggio e di quello di produzione del Combustibile Solido Secondario (CSS) sono stati malamente “caratterizzati”, gli impianti sono tecnologicamente inidonei ed hanno drenato inutilmente denaro pubblico. In particolare l’impianto CSS ha finito con l’essere un punto nodale delle inchieste della Magistratura che hanno portato al sequestro.
La discarica di contrada Autigno aveva dei danni chiaramente documentati sin dall'anno 2000, ma nulla è stato fatto e si è giunti al sequestro giudiziario per inquinamento della falda.
La discarica di contrada Formica, tristemente nota anche nei rapporti sulle ecomafie, è stata chiusa per inquinamento della falda su disposizione dell’Amministrazione Provinciale, dopo che la Regione Puglia ne aveva autorizzato l’esercizio anche in violazione del normale buon senso.
A tutto questo si aggiunga che la Giunta Comunale uscente “inspiegabilmente” ha voluto affidare l’incarico della raccolta differenziata alla società Ecologica Pugliese, palesemente priva dei locali e dei mezzi idonei, con l’effetto di veder precipitare la percentuale di raccolta differenziata da quasi il 38% ad addirittura sotto il 20% e oggi appena al disopra del 27%.
Lo stesso commissariamento dell’Organo di Governo d’Ambito (OGA) da parte della Regione Puglia non ha sbloccato la situazione affidando gli impianti all’AMIU. Oggi un ricorso al TAR di Ecologica Pugliese ha bloccato la decisione del Commissario Straordinario del Comune di Brindisi di affidare il servizio di raccolta differenziata all’AMIU che  non si vede come, da un giorno all’altro possa acquisire i locali e dotarsi dei mezzi necessari.
Per rendere davvero i rifiuti una risorsa:
•    Va impedita la “trasferenza” dai mezzi di raccolta più piccoli a quelli più grandi all’aperto in area urbana e industriale;
•    Va garantito (con controlli rigorosi) che i rifiuti raccolti non siano miscelati indistintamente sin dal loro trasporto sui compattatori;
•    Si deve assicurare, oltre alla raccolta nei tempi e nei modi prescritti nel capitolato, la creazione di centri comunali di raccolta, (per altro ammissibili a finanziamento regionale) per evitare lo scempio dell’abbandono, di rifiuti indifferenziati pur essendo da tempo disponibili le isole ecologiche a scomparsa mai entrati in funzione.
•    Si deve riprendere la politica di sensibilizzazione in questi mesi interrotta ed è necessario attivare quelle forme di “premialità”, per l’impresa e per i cittadini, in rapporto all’incremento della percentuale di raccolta differenziata.
•    Va tagliato (abbiamo documentato come) il costo della TARI e vanno individuate e perseguite le responsabilità della pessima gestione del ciclo dei rifiuti.

7) L’INNOVAZIONE NELLA CULTURA NEL TURISMO E VERSO UN ECONOMIA CIRCOLARE
Brindisi ha realtà di eccellenza nella “Cittadella della Ricerca” (si pensi soltanto al CETMA e all’ENEA), nell’Aerospazio e in insediamenti industriali avanzati, ma anche nel mondo della scuola e dell’università. C’è bisogno, però, di fare della Cittadella della Ricerca un centro di eccellenza di livello nazionale, in primis inserendola nel piano cultura del Governo". E’ necessario però fare sistema fra centri di ricerca nel mondo dell’industria e quello della cultura; ad esempio vanno sostenuti progetti e idee di singoli e imprese, tanto più giovanili, attraverso le forme offerte dalle start- up e in questo senso è positivo il ruolo del “Hub della conoscenza”.
La ricerca e l’innovazione sono ancor più da sostenere in funzione della crescita turistica, culturale ed economica: si pensi soltanto ad una seria promozione del marketing territoriale di percorsi e guide virtuali turistico-culturali e all’informatizzazione dei servizi. La ricerca e l’innovazione sono il fulcro del successo dell’Aerospazio.
C’è bisogno di un incubatore e di circolazione d’idee e progetti innovativi e di una vera e propria fiera dell’innovazione che diventi un appuntamento per il Mediterraneo da collocare nell’ex capannone Montecatini. L’area in questione, pensata come luogo fieristico ideale e che avrebbe dovuto ospitare una sede distaccata della “Triennale di Milano”, misteriosamente non realizzata è l’area in cui va rilanciato lo SNIM, anch’esso, però, centrato sull’innovazione.

8) VERSO UN ECONOMIA CIRCOLARE
Com’era ampiamente prevedibile, è in piena crisi un modello di sviluppo monoculturale fondato su grandi impianti di produzione primaria ad alto impatto ambientale. Oggi siamo di fronte all’espulsione di operai e alle mancate bonifiche (che ci hanno “regalato” grandi imprese quali EVC e DOW Chemical) e al nebuloso futuro societario di Versalis.
C’è chi, in questi giorni, propone la “decarbonizzazione” e l’impossibile riconversione della centrale termoelettrica Brindisi Sud a metano: in realtà, sarebbe una nuova centrale a ciclo combinato improponibile nel momento in cui 23000 Mw d’impianti similari in Italia sono  già in profonda crisi.
Oggi va programmata l’uscita dal termoelettrico: la Centrale Brindisi Sud è un impianto poco flessibile e che sempre meno potrà coprire la domanda di energia elettrica italiana perché i luoghi di consumo sono lontani da essa, e perché il 43 % di tale domanda è già garantito dalle fonti rinnovabili e i costi di produzione metteranno fuori mercato la centrale di Brindisi sud.
Un ottimo esempio di economia circolare può essere il futuro della dismessa Centrale Brindisi Nord, laddove una proposta di Legambiente, trasmessa anche al Ministro dell’Ambiente, prevede, previa bonifica a carico di Edipower-A2A, la realizzazione di un Parco Tecnologico dell’Energia Rinnovabile (PATER), consistente in un’area di ricerca, un’area di sperimentazione e consulenza ed 

un impianto solare termodinamico al servizio dell’area industriale, del porto e dei quartieri limitrofi. In poche parole, il PATER consentirebbe di valorizzare la ricerca su fonti rinnovabili ed efficientamento energetico, di sperimentare idee, progetti e tecnologie ad alto valore aggiunto e di fornire consulenza e assistenza per imprese, cittadini e pubbliche amministrazioni (Patto dei sindaci, “Smart Cities”), di realizzare infine un impianto che può rendere autonoma l’area industriale e il porto (eliminando vere e proprie “stragi termodinamiche”) e di garantire l’efficientamento dell’area dei vicini quartieri.
Nel polo chimico possono essere riportate esperienze avanzate di chimica verde e di bioraffinazione: ad esempio si pensi soltanto all’utilizzazione del biogas che invece si brucia in loco nelle discariche . 
Chiave di volta, però, come Legambiente ripete dal 2000, possono ancora essere le Bonifiche di siti inquinati. C’è chi nasconde responsabilità di ritardi ed omissioni dietro l’assurdo paravento della perimetrazione del Sito di Interesse Nazionale (SIN) ai fini delle bonifiche. In realtà ci sono ben diverse responsabilità come dimostrano gravi storture quali la caratterizzazione con fondi pubblici su alcuni “terreni privati”e la gestione di progetti , fra cui e paradossale l’assegnazione con un ribbasso del 70% della bonifica (in realtà messa in sicurezza) di Micorosa. La realizzazione dell’Area Produttiva Paesaggisticamente ed Ecologicamente Attrezzata (APPEA) ed il coordinamento tra Comune ed Imprese appare tanto più urgente se si considera l’attuale affidamento al Consorzio ASI di circa 25 milioni di euro condizionati da inutili e lunghe analisi di rischio.

Legambiente Brindisi Circolo “Tonino Di Giulio”

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