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Note liete in ospedale: i “Donatori di musica” all’Oncologico del Perrino

Lunedì 5 marzo (ore 10.30) concerto nel reparto oncologico dell’ospedale «Perrino» di Brindisi. L’iniziativa fa parte di «Donatori di Musica»

BRINDISI - Tchaikovsky diceva che fiori, bambini e musica sono i gioielli della vita. La bellezza degli uomini sta nel saperla donare. A questa visione si ispirano i «Donatori di Musica», una rete di volontari - medici, infermieri e oltre trecento musicisti - che dal 2009 organizza stagioni di concerti gratuite nelle strutture oncologiche di alcuni ospedali italiani. Tra queste, dal maggio 2016, c’è anche l’Unità operativa di Oncologia dell’ospedale «Perrino» di Brindisi, diretta dal prof. Saverio Cinieri.

Obiettivo: una nuova cultura della cura che avvicini medico e paziente e umanizzi la terapia attraverso la bellezza della musica. L’iniziativa, proposta dall’orchestra barocca «La Confraternita de’ Musici» e dal suo direttore artistico, M.O Cosimo Prontera, torna lunedì prossimo 5 marzo alle ore 10.30, nella sala day hospital dell’Oncologico di Brindisi, questa volta con il concerto «RiPresentare. Le trascrizioni per quintetto di fiati», a cura dell’ensemble «Fiati in Quintetto», formato da Renato Malerba al flauto, Guido Liaci all’oboe, Cosimo Leuzzi al clarinetto, Massimo Perrone al corno e Giovanni Galasso al fagotto. É la faccia bella della medicina, l’eccellenza che si fa empatia, la cura che si sposa con la sensibilità.

Fiati in Quintetto-2

«Fiati in Quintetto» nasce dall’interesse dei suoi componenti per la musica cameristica e dalla volontà di ciascuno di esprimere la propria esperienza, sia in qualità di professore d’orchestra sia in veste solistica. Il programma spazia dall’Ungheria di Ferenc Farkas, prolifico autore del Novecento dal felice vitalismo stravinskjano, al pot pourri di Giulio Baldassarre Briccialdi, flautista e compositore italiano; dalle ouvertures di Gioachino Rossini alla Spagna “corridera” di Georges Bizet; dal tango di Malando al jazz pulito ed elegante di Paul Desmond. 

Un percorso verso la dignità e l’identità. Un’opportunità per allontanarsi d’un passo dalla malattia e riavvicinarsi d’un passo alla vita. Sembra un piccolo grande miracolo. Ma è quel che accade da quasi due anni anche nel reparto oncologico di Brindisi. «Questo è il luogo nel quale il malato non ha soltanto diritti, ma anche doveri. Principalmente verso se stesso. Il primo? Non diventare malato di professione». È il pensiero di Maurizio Cantore, che dei «Donatori di Musica» oggi è coordinatore scientifico.

Pigiami, camici e frac riposti negli armadi. I nove anni di «Donatori di Musica» sono anche gli ottomila pigiami lasciati negli armadi dei reparti perché al concerto si va ben vestiti anche se si è in ospedale. E così il format diventa una vera e propria “filiera del dono”, in cui la musica trasforma anche i luoghi: a Brindisi il concerto dei «Donatori» si terrà nella sala d’attesa del day hospital, dove familiari e malati siedono in attesa di essere chiamati. Il progetto umanizza il luogo, non per farlo sentire familiare, ma per permettere di trattarlo senza paura e senza ricordi negativi. Dove è presente «Donatori di Musica», i pazienti tornano addirittura ad ascoltare la musica anche quando hanno finito il percorso terapeutico e non ne avrebbero più motivo.

In questi anni la musica classica e i suoi artisti hanno dato lezioni di magnifica generosità, ma a cantare in corsia per Donatori di musica sono state tante star della musica leggera e non: da Gino Paoli a Fiorella Mannoia, da Renzo Arbore ad Andrea Bocelli, da Roby Facchinetti a Paola Turci, da Elio a Stefano Bollani. «Donatori di Musica» coinvolge il paziente stimolando la sua voglia di vivere e di credere che la vita non sia finita solo perché ha il cancro. A Brindisi la missione è la stessa: trasportare un pezzo di mondo possibile, seppur fatto di sofferenza e spiacevoli sorprese, nelle “normali cose” della vita, nella sveglia del mattino e nella bellezza di un attimo riconosciuto tra infiniti altri. L’arte ce lo racconta. La musica ce lo fa vivere.   

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