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Navi a metano: Edison punta su Brindisi per una stazione-deposito

Chiesta al Mise una conferenza dei servizi preliminare. Convocazione per il 10 marzo. I dettagli del progetto

BRINDISI – Dalla prossima settimana scatterà un mese di eventi importanti in sede ministeriale per il porto di Brindisi. Del primo, vale a dire la convocazione al Mise del 6 febbraio, giovedì prossimo, del tavolo di crisi richiesto dall’Autorità di Sistema portuale, alla luce del rischio di default anche finanziario, avevamo già parlato in un articolo del 25 gennaio sull’effetto - decarbonizzazione e sulla stasi progettuale. Ma qualche settimana dopo, il 10 marzo, sono molto più numerosi gli attori convocati sempre al Ministero dello Sviluppo economico, ex Direzione generale per la sicurezza dell'approvvigionamento e per le infrastrutture energetiche - Divisione IV Mercato e logistica dei prodotti petroliferi e dei carburanti, questa volta in sede di conferenza preliminare dei servizi prevista delle procedure della legge 241/90.

Progetto Edison per un deposito di metano per le navi

E questa volta si parlerà di pareri per un progetto preliminare presentato da Edison il 18 dicembre scorso (con richiesta di convocazione della conferenza dei servizi) per la realizzazione nel porto industriale di Brindisi, esattamente alla radice della banchina di Costa Morena Est, di una stazione di stoccaggio e rifornimento di Gnl per le navi e per la distribuzione per altri usi nell’Italia Meridionale. Si tratta, a norma di legge, di un impianto strategico per il quale è prevista l’Autorizzazione unica da parte dei ministeri interessati. La conferenza dei servizi serve ad acquisire tutti i pareri (da inviare entro 45 giorni dalla data della notifica della convocazione), proposte, indicazioni, e quant’altro possa riguardare il progetto stesso.

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Non dovrebbe costituire una sorpresa per il Comune di Brindisi, questa convocazione, perché sembra che in estate rappresentanti di Edison abbiano incontrato il sindaco Riccardo Rossi, raccogliendo le sue perplessità in merito alla stazione del metano per le navi. Edison torna dunque a Brindisi dopo gli anni di gestione della centrale termoelettrica di Costa Morena Est da parte dell’allora controllata Edipower (passata poi ad A2A con lo spacchettamento del gruppo tra la stessa multiutility milanese e la francese Edf), per completare una rete di stazioni che ha già due poli a Ravenna e a Oristano – Santa Giusta, dove i progetti sono in fase di realizzazione, con deposito principale nel porto canale romagnolo.

Propulsione a metano e strategia della Ue e dell’Italia

La strategia è quella di cogliere l’occasione della direttiva europea sulla transizione dal carbone a fonti fossili meno impattanti, come il metano, recepita dall’Italia con la Sen (Strategia energetica nazionale) del 2017. La Ue punta molto sulle reti metanifere, e si pone come obiettivo il passaggio alla propulsione a metano della maggior parte delle unità navali e del 30 per cento dei mezzi di trasporto merci su gomma. Tra qualche anno solo le navi con turbine a metano potranno utilizzare i porti della rete Ten-T dell’Unione europea. È cominciata perciò una corsa tra i porti (e tra le compagnie energetiche) per attrezzarsi in tal senso. Si prevede che saranno le grandi navi da crociera a riconvertirsi per prime alla propulsione a metano, ma la compagnia siciliana Caronte ha già varato il suo primo traghetto a metano.

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Brindisi porto strategico – Il progetto

Per Edison, Brindisi è considerato l’unico porto dell’Adriatico Meridionale che può collocarsi strategicamente in questa rete, diventando anche un hub per le forniture via terra del Gnl sbarcato nel futuribile deposito di Costa Morena Est, diventando un punto di passaggio obbligato per le navi a metano che fanno rotta nell’area. Il porto di Brindisi, va ricordato, è anche il principale hub, con Costiero Adriatico, di Gpl in Italia. Il progetto di Edison prevede un unico serbatoio verticale a pressione atmosferica – il metano non cambierà stato nel passaggio dalla nave al deposito, come nei rigassificatori - della capacità di poco meno di 20mila metri cubi, di 28 metri di altezza e 47 di diametro; un attracco per le navi metaniere della capacità di carico di 30mila litri, che seguiranno la rotta Ravenna – Oristano.

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La stazione deposito disporrà anche di attracchi per le bettoline metaniere da 1000 metri cubi di capacità che riforniranno le navi in transito fuori dal porto col sistema dell’allibo (ciò per ovvie ragioni di sicurezza e per non intralciare le altre attività portuali); i sistemi di trasferimento del Gnl dal serbatoio alle bettoline attraverso bracci di carico; le baie di carico per le autocisterne che porteranno il metano stoccato nel porto verso altre destinazioni per usi diversi; la gestione del Bog (boil –off gas, vale a dire i vapori rilasciati); il sistema di rilascio torcia con piccola fiamma pilota; e ovviamente ogni misura di sicurezza e prevenzione richieste dalla normativa. L’impatto visivo, dice Edison, sarà molto ridotto (il serbatoio infatti è molto più basso dei gruppi termoelettrici della retrostante centrale). Altro aspetto non secondario: posti di lavoro nell’impianto e per gli equipaggi delle bettoline; fatturato per rimorchiatori, piloti e ormeggiatori, agenzie raccomandatarie; indotto nell’autotrasporto; canoni di concessione e tariffe sul Gnl movimentato per l’Adsp.

Le parti convocate al Mise

Il Mise ha convocato, oltre a Comune di Brindisi e Autorità di Sistema Portuale, anche Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche per la Campania, il Molise, Puglia e Basilicata; il Consorzio Asi; Capitaneria di Porto; Ministero dell’Interno – Vigili del Fuoco; direzione regionale e comando provinciale degli stessi Vigili del Fuoco; Genio Difesa; Marina Militare; Aeronautica Militare; Agenzia delle Dogane e Direzione interregionale delle Dogane; Provincia di Brindisi, Enac; Enav; Rfi; e Regione Puglia, Ministeri dei Trasporti, dell’Ambiente e dei Beni culturali, Soprintendenza archeologica.

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