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Com'è cambiata la nostra vita durante il lockdown: i risultati del sondaggio

Oltre 8mila persone hanno risposto al sondaggio lanciato dal gruppo editoriale Citynews, in collaborazione con l'istituto di ricerca 2BResearch e Sara Sampietro

BRINDISI - Oltre 8mila persone, fra il 25 e il 31 maggio, hanno risposto al sondaggio sul cambiamento delle abitudini degli italiani durante il periodo del lockdown lanciato dal gruppo editoriale Citynews, in collaborazione con l'istituto di ricerca 2BResearch e Sara Sampietro, docente presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, tramite un format innovativo, l Branded Content, sviluppato dallo stesso gruppo editoriale, che permette di interrogare i suoi lettori, quasi 28 milioni al mese, coinvolti in 51 diverse testate su temi di attualità. 

Il video esplicativo del sondaggio

Obiettivo del sondaggio è stato quello di capire come la pandemia da coronavirus ha influito sulle abitudini di vita, sui consumi e sui comportamenti di tutti: dallo smart working al modo di fare la spesa - sempre più spesso online e non al supermercato, passando per l’approccio al divertimento e allo svago fuori casa in questa fase di distanziamento sociale e ai progetti, in parte da rivalutare, sui viaggi e le vacanze per quest'estate. Un periodo difficile, certo, ma anche un'occasione per ripensare i nostri stili di vita e capire meglio le sfide del nostro tempo e imparare alcune lezioni.

I risultati del sondaggio

Rispetto alla spesa prevale un approccio sistematico con un 46% del campione che stende una lista dettagliata da utilizzare come riferimento nel punto vendita. Anche se solo il 13% ha privilegiato la spesa online per generi alimentari, la consegna a casa è stata sfruttata ed è ritenuta una risorsa ormai fondamentale da circa metà del campione (48%). Per la cura della persona è forte il bisogno di riaffidarsi alla mano di un esperto (42%) mentre l’acquisto di abbigliamento risulta meno impellente (solo il 9% vuole ritornare in negozio e il 48% acquisterà solo lo stretto necessario). Rispetto ai consumi mediali il 38% ha ricorso più frequentemente a servizi on demand, e il 5% di persone che hanno sottoscritto nuovi abbonamenti di streaming ha intenzione di usarli anche in futuro rappresenta comunque un bacino di utenza importante, che conferma il progressivo scivolamento verso questa modalità di fruizione. 

Rispetto all’attività fisica all’aperto, non sembrano esserci freni significativi legati al rischio di contagio. Nella sfera dell’informazione forte è il bisogno di fonti chiare, che aiutino a capire cosa succederà (34%), anche se l’attenzione è parzialmente calata ed emerge il bisogno di un taglio diverso e più fresco all’informazione sul Covid-19 in un terzo dei lettori. 

La sfera del divertimento rimane ancora frenata con il 75% che ha timori di possibili contagi frequentando ristoranti, centri commerciali, cinema e teatri o invitando persone a casa. La progettualità risulta fortemente compromessa tanto a lungo termine (70% che vive alla giornata senza piani specifici nel lungo periodo) quanto nel breve termine (con solo il 14% che sta pianificando attivamente le vacanze estive). La sfera lavorativa mostra invece importanti trend di cambiamento: lo smart working ha coinvolto metà degli occupati (36% sul totale campione), con feedback prevalenti dai toni positivi, tanto che il 40 ipotizza una strada intermedia fra lavoro da casa e presenza in ufficio, mentre il 35% è orientato a soluzioni ancora più spinte (con più del 75% di persone favorevoli). 

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