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"Qui meno tumori che altrove"

BRINDISI - I dati sull’incidenza dei tumori a Brindisi città e in provincia, per l’anno 2006, non sono “catastrofici”. Anzi, sono sotto la media nazionale e talvolta anche al di sotto della media del Sud Italia, per non dire del raffronto con le province di Taranto e Lecce. Quelli del 2006 sono i dati più recenti, presentati oggi pomeriggio ai brindisini dal direttore dell’Arpa, Giorgio Assennato, che è anche presidente del comitato tecnico scientifico del centro di coordinamento del Registro tumori regionale.

BRINDISI - I dati sull’incidenza dei tumori a Brindisi città e in provincia, per l’anno 2006, non sono “catastrofici”. Anzi, sono sotto la media nazionale e talvolta anche al di sotto della media del Sud Italia, per non dire del raffronto con le province di Taranto e Lecce. Quelli del 2006 sono i dati più recenti, presentati oggi pomeriggio ai brindisini dal direttore dell’Arpa, Giorgio Assennato, che è anche presidente del comitato tecnico scientifico del centro di coordinamento del Registro tumori regionale.

Sono cifre che non sono state divulgate nel dettaglio, perché non si tratta di dati ufficiali, ma che lascerebbero ben sperare, per quanto – è stato ribadito – vadano ancora effettuati degli approfondimenti.

L’argomento è stato affrontato oggi pomeriggio, alle 17, nel salone di palazzo di città intitolato a Mario Marino Guadalupi, dove alla presenza del presidente del consiglio comunale, Luciano Loiacono, del capogruppo del Pd Salvatore Brigante (nella sua veste di medico urologo), del direttore del reparto di Radioterapia dell’ospedale “Perrino”, Maurizio Portaluri, e del coordinatore del Registro tumori della Asl di Brindisi, Antonino Ardizzone, è stata inoltre presentata al pubblico una relazione redatta da un gruppo di lavoro costituitosi presso il Comune la scorsa estate.

''C'è una incidenza inferiore in questo territorio, rispetto alle province di Taranto e Lecce'', ha spiegato Assennato, sulla base dei dati relativi al 2006, dati 'ufficiosi' secondo il direttore dell’Arpa, che vanno ancora ufficializzati, ma sulla base dei quali non emergerebbero particolari emergenze.

''E' necessario comunque un approfondimento'' ha specificato Assennato che ha lamentato la scarsità di risorse destinate alle agenzie regionali, maggiormente 'depotenziate' dalle politiche centrali sui tagli. ''E' indispensabile – ha insistito – che nelle Autorizzazioni integrate ambientali concesse ai grandi stabilimenti venga incluso, come per altro è previsto, il riferimento al rischio sanitario''.

Quanto al Registro tumori a Brindisi, dopo la raccolta di 10mila firme di cittadini che chiedono approfondite indagini epidemiologiche e studi sul nesso tra ambiente e salute nel territorio (Brindisi è un Sito di interesse nazionale), si partirà a breve: nell'ultima riunione il consiglio comunale ha approvato lo stanziamento di fondi per 200mila euro, mentre la Asl ha avviato le selezioni per il reclutamento di tre rilevatori.

Nella relazione del gruppo per lo studio di malattie epidemiologiche e implementazione del Registro tumori della Asl di Brindisi si formulano diverse proposte, preso atto delle criticità dell’area brindisina. In primis l’avvio della bonifica del suolo e del sottosuolo, poi l’adozione di “politiche per la riduzione delle emissioni massiche, da intendersi non solo in aria ma anche nelle altre matrici ambientali, autorizzando solo nuove attività industriali con minimo impatto ambientale e negoziando un programma di consistente riduzione degli impatti ambientali di quelle in esercizio"

Ciò "con particolare riferimento al settore energetico, con la progressiva riduzione del carbone, combustibile notoriamente ad elevato impatto sanitario, e la pianificazione della sua sostituzione con metano, nonché alle emissioni di benzene provenienti dal polo chimico”, quindi un potenziamento dei controlli, una ricostruzione storica delle emissioni dei vari impianti, un aumento dei sensori di “benzene, Pm2.5 e Ipa”, l’installazione di una centralina anche nella zona prospiciente il porto.

Infine: “Richiedere al Ministero della Salute l'aggiornamento ad anni più recenti dello studio Sentieri” e la costituzione di una bioteca, frutto della collaborazione tra Comune, Asl, Arpa e Cnr, aperta alla partecipazione dei cittadini.

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