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Majorana: “Noi, esiliati alla Morvillo”

BRINDISI - La corsa alla scuola del futuro? "Non e' tutto oro quello che luccica". Parola di genitore: deluso. A tal punto da prendere carta e penna, per sfogarsi. “Sono il papà di un ragazzo di 15 anni che frequenta, o per meglio dire frequentava , l'istituto Ettore Majorana. Specializzazione: scientifico tecnologico (ormai tolta di mezzo dalle numerose riforme Gelmini). Ho scritto la parola frequentava, non mi sono sbagliato, perché mio figlio all'inizio dell'anno scolastico, tutt'ora in corso, ha avuto l'amara sorpresa di dover frequentare in un altro istituto il terzo superiore; nello specifico l'istituto professionale Morvillo Falcone”. Effetti collaterali del successo. All'ombra del boom delle iscrizioni, la plusvalenza genera polemiche. E proteste.

BRINDISI - La corsa alla scuola del futuro? "Non e' tutto oro quello che luccica". Parola di genitore: deluso. A tal punto da prendere carta e penna, per sfogarsi.  “Sono il papà di un ragazzo di 15 anni che frequenta, o per meglio dire frequentava , l'istituto Ettore Majorana. Specializzazione: scientifico tecnologico (ormai tolta di mezzo dalle numerose riforme Gelmini). Ho scritto la parola frequentava, non mi sono sbagliato, perché mio figlio all'inizio dell'anno scolastico, tutt'ora in corso, ha avuto l'amara sorpresa di dover frequentare in un altro istituto il terzo superiore; nello specifico l'istituto professionale Morvillo Falcone”. Effetti collaterali del successo. All'ombra del boom delle iscrizioni,  la plusvalenza genera polemiche. E proteste.

Il trasferimento avrebbe interessato non solo la classe in questione , ma altre 8 classi. “Facendo un conto 9 classi per una media di 20 alunni sono la bellezza di circa 180 ragazzi, cacciati via come se niente fosse e con un motivo ben preciso: fare posto alle numerose iscrizioni a cui il preside non ha saputo resistere. Troppa la pubblicità troppa la voglia di approfittare di un momento favorevole”. Eppure, messo piede per la prima volta nell’Istituto, ne lo stesso ne rimase incantato.

“Ricordo ancora il giorno in cui ci recammo io, mia moglie e mio figlio in quella scuola che poi abbiamo scelto tutti insieme per la struttura, gli insegnanti ma soprattutto per i laboratori. Poi è arrivato il book in progress: una manna per le famiglie numerose come la mia”.

Quindi la doccia fredda, catapultati dal futuro al presente ordinario, con il trasferimento e l’esilio forzato. “Nella struttura dove sono stati spostati, tra l'altro, essendo un istituto con tutt'altro indirizzo, mancano completamente le strutture per effettuare le ore di laboratorio: dall'inizio dell'anno solo dal mese di dicembre il professionale è stato attrezzato in tal senso, con postazioni mobili, tra l'altro dietro le sollecitazioni di alcuni genitori (me compreso). Quindi capite benissimo il disagio che questa delocalizzazione ha portato”.

Quindi l’appello, rivolto al dirigente scolastico, Salvatore Giuliano: “Mi piacerebbe che il preside ogni tanto parlasse anche di questo particolare insignificante. E magari che le istituzioni competenti affrontassero la problematica, garantendo a chi ha scelto la scuola del futuro di non sentirsi penalizzato o peggio ingannato”.

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