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"I lavoratori non paghino per altri"

BRINDISI - Sul nuovo caso che vede al centro Polimeri Europa intervengono anche le associazioni ambientaliste, dalle quali giunge un ulteriore invito all'intervento nei confronti dei poteri istituzionali, affinché - dicono le sigle del fronte brindisino per la tutela dell'ambiente - le responsabilità dell'azienda non ricadano sui lavoratori. Gli ambientalisti colgono l'occasione per effettuare una ricostruzione della vicenda da quello che viene con siderato il punto di origine anche delle verifiche effettuate dal Ctr.

BRINDISI - Sul nuovo caso che vede al centro Polimeri Europa intervengono anche le associazioni ambientaliste, dalle quali giunge un ulteriore invito all'intervento nei confronti dei poteri istituzionali, affinché - dicono le sigle del fronte brindisino per la tutela dell'ambiente - le responsabilità dell'azienda non ricadano sui lavoratori. Gli ambientalisti colgono l'occasione per effettuare una ricostruzione della vicenda da quello che viene con siderato il punto di origine anche delle verifiche effettuate dal Ctr.

"Il Comitato Tecnico Regionale dei VV.FF., temendo un pericolo di esplosione, ha disposto la sospensione preventiva per sei mesi di sei impianti della Polimeri Europa. La storia di questo pericolo viene da lontano - sostengono le associazioni firmatarie della nota - e cioè dalle tante accensioni anomale delle sei torce di emergenza degli impianti Basell e Polimeri Europa che nel recente passato hanno più volte hanno creato allarme nella nostra popolazione. Situazione che determinò poi il provvedimento del 26 ottobre 2010 con il quale l’autorità giudiziaria dispose il sequestro preventivo di tali torce facendo carico alle aziende interessate di adottare 'soluzioni tecnicamente e scientificamente praticabili' entro termini prestabiliti e ciò perché, secondo gli inquirenti, le torce venivano usate senza alcuna autorizzazione come termovalorizzatori per bruciare residui di lavorazione industriale col rischioso effetto di provocare emissioni di sostanze nocive in atmosfera".

"Ci facciamo carico delle preoccupazioni che un tale provvedimento provoca nei lavoratori interessati - dichiarano gli ambientalisti brindisini - ma non possiamo nel contempo non farci altrettanto carico del gravissimo rischio cui, secondo il Ctr e il menzionato provvedimento giudiziario, è esposta l’incolumità dell’intera popolazione brindisina. Rischio che certo non viene meno per il fatto che nel provvedimento si farebbe riferimento anche alla incompletezza della documentazione presentata. E ciò per la semplice ragione che una tale omissione comporta l’impossibilità di una responsabile valutazione dei rischi da parte dell’organo tecnico competente".

"Il posto di lavoro dei predetti dipendenti - è la conclusione del documento del fronte ambientalista - deve essere salvaguardato e sarebbe una mostruosa provocazione scaricare su di essi le responsabilità di chi ha determinato questa situazione non adottando per tempo le doverose misure di sicurezza. Facciamo perciò appello alle istituzioni locali e alle forze politiche perché intervengano in modo appropriato al fine di evitare che ancora una volta i cittadini e i lavoratori di Brindisi vengano messi di fronte all’infame ricatto d scegliere fra il diritto al lavoro e il diritto alla salute e alla loro incolumità".

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