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Sabato, 27 Aprile 2024
Economia

Nuovi impianti per lo smaltimento rifiuti: tempi di realizzazione più lunghi

Incontro a Bari il 9 gennaio su due temi sensibili per il il capoluogo adriatico: si è parlato anche degli ex lavoratori Dcm. I prossimi mesi saranno essenziali per il loro futuro

Nuovi impianti rifiuti a Brindisi: fumata nera da Bari. E per quanto riguarda gli ex lavoratori Dcm, le speranze di tornare al lavoro ci sono ancora. Il sindacato Cobas ha incontrato ieri, martedì 9 gennaio 2024, la task force regionale sull'occupazione, guidata da Leo Caroli, per una doppia convocazione a Bari su due temi di particolare importanza per Brindisi. Alle ore 12:30 si è svolto l'incontro con l'Ager (agenzia regionale dei rifiuti) sul tema dei nuovi impianti da realizzare a Brindisi. Alle ore 14:30 si è svolto invece l'incontro per fare il punto sulla possibile ricollocazione degli ex lavoratori Dcm, che facevano parte della Gse.

Il sindacato Cobas "è fortemente insoddisfatto per le dichiarazioni del direttore dell'Ager, Angelo Pansini, sulla realizzazione dei nuovi impianti a Brindisi. Il direttore ha affermato che l'impianto di compostaggio è stato sì stralciato dal piano regionale dei rifiuti, ma i tempi di realizzazione si sono allungati perché inseriti nel percorso della nuova società Aseco, formata dall'Ager e dall'Acquedotto Pugliese. I tempi si allungano anche per un piano di finanziamento incompleto ed entro questo mese si dovrà chiarire la compatibilità economica dell'impianto", si legge in una nota.

L'intervento del sindacato è stato molto critico "riguardo le mancate azioni della Regione Puglia sui rifiuti e in particolare per la nostra città (Brindisi, ndr), per la nostra provincia. Sono decine di anni anni che aspettiamo la realizzazione un impianto di compostaggio e di recupero materiali. Il presidente della task force regionale sull'occupazione si è espresso per convocare a marzo una nuova riunione di monitoraggio, sperando in un recupero dei ritardi accumulati e apprezzando la sincerità del nuovo direttore, che ha detto chiaramente come stanno le cose".

L'altra riunione sulla possibile ricollocazione dei lavoratori Dcm, ormai disoccupati da tempo, ha visto possibili aperture a soluzioni. Sempre scorrrendo la relazione del Cobas, si evince che il gruppo Dema ha riformulato i suoi piani ed esclude lo stabilimento Dema di Brindisi dalla chiusura. Lo stabilimento Dar, sempre di proprietà del gruppo Dema, ha visto l'assegnazione di nuove attività. Ma la gestione del gruppo che non ha liquidità rallenta di fatto le attività, chiosano dal sindacato. Prosegue la nota: "Questo impedisce di fatto il ritorno al lavoro per gli attuali disoccupati della Dcm".

E ancora: "Si parla di un gruppo industriale che vorrebbe comprare tutto il gruppo, alimentando così maggiori speranze di un ritorno al lavoro. Si spera che il 22 febbraio nel corso del percorso concordatario gestito dal Tribunale di Napoli si possa vedere il fondo del tunnel. Insomma, per questa vertenza siamo animati da buone speranze. L'appuntamento per il comitato di monitoraggio della Regione anche qui da realizzare nel mese di marzo", concludono dal Cobas.

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