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Domenica, 28 Aprile 2024
Economia

Enel presenta piano industriale: confermato obiettivo decarbonizzazione entro 2025

Nel documento nessun riferimento specifico ai territori in cui opera la multinazionale, fra cui il sito di Cerano. Centrale destinata alla dismissione. L'azienda punta sullo sviluppo delle fonti rinnovabili e delle batterie

Confermato l’obiettivo di uscire dal carbone entro il 2025, con una strategia basata sui pilastri di sostenibilità finanziaria e sostenibilità ambientale nei settori chiave dell'azienda che riguardano la distribuzione, la produzione e la vendita di energia. L’amministratore delegato di Enel, Flavio Cattaneo, ha presentato stamattina (mercoledì 22 novembre) l’atteso piano industriale 2024-2026.

Il piano non entra nel dettaglio dei singoli territori in cui la multinazionale opera, in numerosi paesi del mondo. In Italia, come noto, c’è una particolare attenzione per le centrali a carbone attive a Brindisi e Civitavecchia. Il futuro dei due siti è al vaglio di un tavolo interministeriale che nelle scorse settimane ha assegnato al Comune di Brindisi il coordinamento del comitato della riconversione della centrale di Cerano, con l’obiettivo di presentare delle proposte al governo.

I programmi per Brindisi

Nel ribadire l’obiettivo di uscire dal carbone entro i prossimi due anni, Cattaneo ha spiegato che per farlo Enel si avvarrà delle migliori tecnologie disponibili valutandole assieme al gestore della rete. Ciò fa pensare quindi che i programmi di Enel per Brindisi non siano cambiati. Il percorso di decarbonizzazione avviato da Enel in Italia e nello specifico a Brindisi prevede la chiusura dell'impianto a carbone di Cerano entro quella data, in coerenza con le tempistiche previste dal Pniec (Piano nazionale integrato per l’energia e il clima), per sostituirlo con nuova capacità da fonti rinnovabili e impianti di accumulo. Va ricordato a tal proposito che è in corso anche lo studio per la realizzazione, all’interno della centrale, di un impianto destinato alla produzione di idrogeno. L’ultima asta di capacity di Terna, gestore della rete, nel 2022 ha, invece evidenziato che il sistema non necessita di impianti a gas nell’area centro-sud. Al momento, quindi,  non vi sono margini per la realizzazione di nuovo impianto a Ciclo combinato a gas. 

Flavio Cattaneo al centro della foto

Eccezion fatta per la fase di crisi internazionale legata al conflitto russo-ucraino che ha reso necessaria una massimizzazione della produzione a carbone per alcuni mesi, a partire da ottobre 2023, la centrale di Cerano è tornata a funzionare rispondendo alle esigenze di mercato, registrando conseguentemente una diminuzione significativa delle attività.

C'è da aspettarsi dunque che Enel proseguirà nei suoi obiettivi di decarbonizzazione attraverso lo sviluppo delle fonti rinnovabili e delle batterie. L’azienda resta concentrata sul proprio core business nella produzione, distribuzione e vendita di energia elettrica. A Brindisi sono già stati avviati i primi iter autorizzativi per l’installazione di impianti fotovoltaici, eolici e di batterie; parallelamente è in fase avanzata di fattibilità la realizzazione di un impianto per la produzione di idrogeno verde. La riqualificazione energetica non è l’unico ambito di sviluppo previsto da Enel per il sito di Cerano, sono in corso ulteriori iniziative di tipo non energetico volte a individuare opportunità di crescita, sviluppo e rilancio dell’economia e dell’occupazione del territorio attraverso iniziative di terzi. Tra queste, nel 2020, Enel ha costituito una nuova società “Enel Logistics”, con la finalità di riutilizzare aree e asset non più utili alla generazione termoelettrica. Trattandosi di un settore non core per Enel, la logistica portuale e retroportuale dovrà prevedere il coinvolgimento di società del settore.

Molo carbone: concessione in scadenza 

E a proposito di porto tiene banco la questione riguardante la concessione della banchina nell’area di Costa Morena est, in scadenza il prossimo 31 dicembre. Sulla base di una nota dell’Autorità di regolazione dei trasporti, interpellata sulla materia dall’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico meridionale, la multinazionale dovrebbe lasciare il sito già nel 2024, in assenza di un nuovo piano industriale pluriennale. La banchina, come noto, è il punto di approdo del carbone destinato alla centrale di Cerano, che non potrebbe quindi operare in caso di mancato rinnovo della concessione. E' da capire se si cercherà un'intesa per superare questa impasse. 

Sindacati pronti allo sciopero

I sindacati, intanto, manifestano forte preoccupazione sulle ricadute occupazionali derivanti dalla dismissione della centrale Federico II di Cerano. Nei giorni scorsi, dopo un infruttuoso tentativo di raffreddamento e conciliazione che si è svolto in prefettura, i rappresentanti di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil hanno confermato la volontà di dar vita a un pacchetto di 8 ore di sciopero generale per tutti i lavoratori del sito, così come i lavoratori hanno deliberato in assemblea, in una data ancora da decidere. 

I sindacati, in particolare, sostengono “la necessità di intraprendere azioni di mobilitazione e di lotta per contrastare la complessa fase di incertezza sul futuro industriale del settore elettrico in terra di Brindisi”. 
 

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