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Sabato, 27 Aprile 2024
Economia

Vertenza Basell e tavolo chimica, i sindacati: "Ancora nessuna risposta dal governo"

Filctem Cigil, Femca Cisl e Uiltec tornano a esprimere forte preoccupazione per i lavoratori dello stabilimento brindisino: "Il governo convochi con urgenza un tavolo"

BRINDISI - Il tavolo sulla chimica di base ancora non riparte. L’incontro interministeriale “non ha prodotto nessun risultato”. I sindacati esprimono nuovamente forte preoccupazione per le sorti dei 47 lavoratori dell’impianto P9T dello stabilimento Lyoondell Basell, dopo la dismissione dello stesso, e più in generale delle sorti del settore della chimica di base, che a Brindisi riveste un ruolo di estrema importanza. I segretari territoriali di Filctem Cgil (Antonio Frattini), Femca Cisl (Marcello De Marco) e Uiltec Uil (Carlo Perrucci) lamentano l’incertezza del governo sulle politiche industriali. 

Dopo i vari incontro con le istituzioni locali e il confronto con la task force per le emergenze occupazionali, il ministero delle Imprese e del Made in Italy non ha ancora dato riscontro alla richiesta di riattivazione del tavolo sulla chimica presentata dai segretari nazionali delle sigle.  L’obiettivo è quello di “scongiurare un effetto domino sull’altro impianto di Basell: il Pp2, dell’intero petrolchimico di Brindisi, sulla chimica di base italiana e per il consolidamento e lo sviluppo industriale”. 

“Nei giorni scorsi attraverso il Cda di Euroapi, azienda della Chimica garmaceutica presente a Brindisi, tenutosi a Parigi – fanno sapere i sindacati - è stata resa nota la previsione di un rallentamento del fatturato nel 2023 con circa il dimezzamento dei ricavi netti previsti e un margine Ebitda compreso tra il 9 e 11% contro un range previsto tra il 12,5 e il 13,5%. Con questo scenario il Cda ha avviato una “revisione strategica” (prendendo tempo fino a fine febbraio 2024 per concretizzarla) e ha deciso, pur confermando gli investimenti previsti, di sospendere gli obiettivi a medio termine 2023-2026”. 

E inoltre “nel settore Gomma Plastica, con una decina di aziende in Provincia di Brindisi, si perde il 5,6% rispetto allo stesso mese di agosto dell’anno scorso siamo di fronte al settimo mese negativo”. 

I sindacati denunciano “una pericolosa e inaccettabile incertezza governativa, anche, in campo energetico, il così detto decreto di massimizzazione che sanciva le modalità di funzionamento delle centrali termoelettriche a carbone italiane, emesso dal governo Draghi, prorogato dall’attuale esecutivo è scaduto il 30 settembre 2023, questo ha provocato la fermata contemporanea di tutti e 3 i gruppi di produzione della Centrale Enel di Cerano”.

E poi ancora “malgrado i buoni propositi del Ministero dell’Ambiente e della Transizione Ecologica, - rivendicano ancora i sindacati - non si riesce a concretizzare l’impegno a ri-perimetrare l’area Sin di Brindisi, escludendo e rilasciando le zone per le quali, dopo le caratterizzazioni di suoli e acque, non si evidenzia la necessità di bonifiche”.     

“L’ultimo incontro interministeriale, guidato dal sottosegretario Fausta Bergamotto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, svolto per gestire la fase di reindustrializzazione di Brindisi non ha prodotto nessun risultato. L’incertezza sulle politiche industriali in Italia cresce se si considera la riprogrammazione dei Fondi previsti nel Pnrr, per i quali erano in atto attività progettuali che il Governo rischia di spostare in altri settori”.  

“Per contrastare le crisi aziendali - concludono i sindacati - il governo deve convocare con urgenza un tavolo, per lo sviluppo e il consolidamento delle aziende presenti sul territorio, sulle politiche industriali, gli investimenti, l’innovazione dei processi e per riconoscere e rilanciare il ruolo strategico dei comparti chimico ed energetico di Brindisi, che tanto hanno dato al Paese Italia per le produzioni industriali negli anni garantito.  Serve un accordo di programma di ampio respiro per rilanciare e sostenere le attività industriali allocate sul territorio di Brindisi”.  
 
 

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