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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Lo stato di salute dei porti pugliesi: "Un problema dragaggi e manutenzione dei fondali"

Presso la Fiera del Levante è stato presentato stamattina un volume sul fabbisogno di adeguamento ed efficientamento per la pesca professionale

Una raccolta di dati e informazioni dettagliate che descrivono lo stato di salute di 42 siti portuali pugliesi attraverso una ricognizione e valutazione delle infrastrutture e dei luoghi di sbarco utile all’individuazione dei reali bisogni occupazionali, ambientali, strutturali e di tutela delle risorse della pesca e dell’acquacoltura in Puglia. È questo l’obiettivo del volume “Appesca - Analisi dello stato dei porti pugliesi e fabbisogno di adeguamento ed efficientamento per la pesca professionale”, presentato questa mattina in Fiera del Levante, nella Sala 2 del Padiglione della Regione Puglia, 152 alla presenza.

Si tratta del libro che raccoglie nel dettaglio tutte il lavoro svolto nell’ambito dell’omonimo progetto Appesca - avviato a giugno 2020 e chiusosi a fine 2021 – nato dalla volontà di valorizzare lo stato dei porti pescherecci pugliesi, distribuiti su un’estensione costiera superiore ai 900 chilometri, culla di una tradizione e cultura marinara tramandata nelle generazioni, da tutelare e difendere. La Regione Puglia, in collaborazione con Asset (Agenzia Regionale Strategica per lo Sviluppo Ecosostenibile del Territorio) ha intrapreso un percorso di efficientamento dell’intero comparto della pesca professionale, partendo da una ricognizione delle infrastrutture e dei servizi previsti in ambito portuale. Una giornata, quindi, dedicata al mare e alla pesca, ma anche un momento di confronto e riflessione sulle criticità e sui punti di forza del comparto peschereccio al fine di efficientare e promuovere il settore su scala regionale e nazionale.

“Appesca è un progetto integrato – ha dichiarato l’assessore regionale Donato Pentassuglia, intervenuto nel corso della presentazione del libro - che vede tutti i soggetti coinvolti partecipare alla stesura di un compendio riguardante lo stato di salute dei porti pugliesi utile alla costruzione delle ambizioni future per le nostre marinerie e la nostra economia del mare. Sulla scorta delle conoscenze e dei dati possiamo, difatti, ragionare sulla definizione di politiche virtuose per il futuro. Abbiamo bisogno di programmazione, del Piano delle coste, della integrazione delle norme e, soprattutto, di azioni mirate per la valorizzazione del prodotto mare delle nostre marinerie. I dati che possediamo oggi ci aiuteranno a utilizzare al meglio anche le risorse della nuova programmazione Feampa le cui trattative, che vede la Puglia in prima linea e capofila per la materia a livello nazionale, mi auguro si possano chiudere favorevolmente quanto prima”.

Sullo stato di salute il direttore generale Sannicandro ha tenuto a precisare che uno dei problemi comuni a tantissimi porti è quello dei dragaggi, della manutenzione dei fondali che ancora interseca normative un po’ troppo restrittive su modalità di dragaggio. La Regione è intervenuta recentemente eliminando tutta una serie di appesantimenti burocratici come l’assoggettabilità Via che comporta tempi talmente lunghi che non si riesce mai ad arrivare alla fine della procedura. Stiamo, altresì, operando in sinergia con l’Arpa - ha concluso - per la definizione di linee guida che possono essere più semplici a tutela dell’ambiente e a garanzia della manutenzione dei luoghi portuali”.

Appesca, secondo il direttore di Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia, Gianluca Nardone “ci consente di avere delle informazioni dettagliate sullo stato dei porti e anche dei progetti pilota dedicati alla raccolta dei rifiuti in mare. Sono elementi fondamentali che ci permetteranno di programmare al meglio le risorse che arrivano dalla politica comune per la pesca. Noi, difatti, gestiamo le risorse del Fondo europeo per gli Affari marittimi e della pesca e con queste risorse dobbiamo promuovere sempre più quelli che sono gli obiettivi europei, italiani e regionali di una pesca e di un’acquacoltura intelligente, sostenibile e che possa promuovere anche inclusione sociale. Quindi i risultati del progetto, raccolti nel libro presentato quest’oggi hanno servono proprio per indirizzare al meglio le risorse del futuro”.

Nel corso dei lavori dedicati al progetto sono intervenuti, altresì, portando il loro contributo, l’ammiraglio Capo di Compartimento marittimo della Puglia, Vincenzo Leone, e la presidente nazionale delle imprese di pesca, Francesca Biondo. Le conclusioni sono state affidate alla giornalista del noto programma di Rai 1 “Linea Blu”, Donatella Bianchi, che ha tenuto a ribadire lo quando sia stretto e forte il legame della Puglia con il suo mare. Esperienze come il progetto Appesca, ha aggiunto, rappresentano un punto di partenza per fare scelte future, legate alla tutela dell’ambiente e per garantire lo sviluppo socio economico di un territorio che vive dell’economia del mare e della pesca.

Dati di progetto in breve

In Puglia il comparto ittico annovera 2.200 operatori e fattura oltre 350 mln di euro (il 18percento del dato nazionale). Le attività e i rilievi eseguiti su 42 siti portuali, nel 2020 hanno permesso di censire 1.387 imbarcazioni dedite alla pesca: 12 per il compartimento marittimo di Termoli (isole Tremiti), 446 per quello di Manfredonia, 129 per Barletta, 44 per Molfetta, 158 per Bari, 101 per Brindisi, 319 per Gallipoli, 178 per Taranto.

Dal 2014 al 2020 si sono ridotte di circa il 4 percento, con una perdita di 3457 Gt (tonnellaggio lordo) di potenza motore, e 59 unità da strascico in meno (l’unico compartimento che ha registrato un lieve incremento, 3 unità in più, è quello di Bari).
Quanto al prodotto sbarcato (dati dai giornali di bordo del Mipaaf), il 15,5percento è stato sbarcato a Manfredonia, 12,3% a Vieste, 11,5% a Molfetta, 9.9% a Monopoli, 9.1% Brindisi. Le specie ittiche più pescate in Puglia sono innanzi tutto il Gambero bianco; a seguire, nell’ordine, Nasello, Acciuga, Canocchia, Triglia di fango.

Sono inoltre stati individuati 5 porti (Vieste, Trani, Giovinazzo, Mola di Bari e Gallipoli) nei quali sono state installate 5 isole ecologiche - monitorate - per il conferimento dei rifiuti legati alle attività di pesca insieme a quelli pescati dal mare a prevalente componente plastica (marine litter).

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