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Cultura San Vito dei Normanni

"Entrare" in una macchina fotografica, la performance del francavillese Gabriele Fanelli

Ha vinto un bando per giovani artisti pugliesi. Tre giorni al teatro Tex dell'ExFadda di San Vito dei Normanni

SAN VITO DEI NORMANNI – Tex, il teatro dell'ExFadda, dà spazio agli artisti pugliesi under 35, con un bando dedicato a loro. Sono stati selezionati tre progetti che prevedono una tre-giorni di full immersion per i più piccoli nelle “residenze artistiche” preparate e realizzate dai vincitori. Infatti, l'evento è organizzato da “La Chimera”, una scuola d'arte contemporanea per bambini e bambine con sede a San Vito dei Normanni. Tra i tre vincitori della call c'è Gabriele Fanelli, fotografo 34enne di Francavilla Fontana (nella foto in alto). Gli altri sono Anna Dormio, un'artista visuale 26enne di Monopoli, e Giuseppe Abate, pittore e performer di Valenzano, di 33 anni. Il bando si chiama “Call per artisti pugliesi under 35”.

Il progetto

Il bando è stato finanziato dal progetto Funder35, promosso dalla Fondazione Cariplo, e darà la possibilità agli artisti vincitori di esprimersi per tre giorni insieme ai bambini de “La Chimera”. Le residenze artistiche saranno realizzate a novembre, dicembre 2020 e marzo 2021. E' “un'occasione importante, abbiamo deciso di dare spazio e di valorizzare il lavoro dei giovani artisti emergenti – dichiara la direttrice de “La Chimera” Angela D'Urso (nella foto in basso) – Abbiamo aperto alle performance, che si svolgeranno all'interno del teatro Tex di San Vito”. 

Angela D'Urso direttrice de La Chimera-2

Tex è nato grazie alla partecipazione al bando Culturability 2018, promosso dalla Fondazione Unipolis. E' un teatro progettato e gestito dalla comunità locale, “il primo nel Sud Italia”, come recita la pagina Facebook ufficiale. E' il teatro dell'ExFadda, un luogo pubblico per l'aggregazione, la creatività e l'innovazione sociale, sorto a San Vito all'interno di uno stabilimento enologico abbandonato sulla via per Brindisi. Lo spazio del teatro è di recente realizzazione, non è stato ancora inaugurato a causa dell'emergenza Covid. Ma che cosa è precisamente una “residenza artistica”? Non esiste una definizione definitiva, ma di fatto gli artisti organizzeranno una serie di giornate con i più piccoli coinvolgendoli in laboratori e nelle realizzazione di attività o performance dedicate alle varie arti.

Residenze artistiche al tex di San Vito

Gabriele, il fotografo

Il suo studio di fotografia si trova a Francavilla Fontana, la città dove è cresciuto e si è diplomato. Gabriele Fanelli, terminato il liceo classico “Vincenzo Lilla” ha studiato Filosofia, si è laureato e ha abbracciato la professione che più gli dà soddisfazione. All'interno del suo “Studio Lampo” pensa e  sviluppa le sue foto. Collabora con il magazine francavillese Petrolio e ad aprile, durante il lockdown, alcuni suoi scatti sulla quarantena sono stati pubblicati dalla prestigiosa rivista Vogue. Adesso ha partecipato a questo progetto ed è stato selezionato. In che consiste la sua performance? “Il primo giorno – spiega Gabriele – rifletterò con i bambini sul meccanismo base della fotografia, ovvero la camera ottica. Tutti i dispositivi fotografici utilizzano lo stesso meccanismo dell'occhio. La luce passa attraverso un foro e l'immagine del mondo esterno viene proiettata all'interno della camera capovolta e specchiata. Bene, realizzerò una camera ottica in cui i bambini entreranno fisicamente, è un'esperienza immersiva. E' come se entrassero in una macchina fotografica”.

Il secondo giorno Gabriele Fanelli e i bambini costruiranno delle camere ottiche portatili, utilizzando anche scatole di scarpe e un pannellino traslucido. Con questo strumento analizzeranno gli spazi circostanti. Infine, il terzo giorno i piccoli partecipanti si alterneranno all'interno della grande camera ottica e saranno fotografi e soggetti degli scatti. Gabriele ha pensato al “Supplemento al dizionario italiano” di Bruno Munari, un libro che tratta della gestualità propria della nostra cultura. I bambini replicheranno quei gesti, “perché dopotutto siamo all'interno di un teatro. E qui, come nella fotografia, il linguaggio non verbale è iconico, quando non c'è la parola scritta è importante”, conclude Gabriele.

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