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Centrale a metano e deposito costiero di gas: le riserve degli ambientalisti

Le associazioni scrivono una lettera al sindaco di Brindisi, nonché presidente della Provincia, Riccardo Rossi

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di un gruppo di associazioni ambientaliste di Brindisi (Forum ambiente salute e sviluppo, Fondazione Di Giulio, Italia nostra, Legambiente, Medici per l'ambiente-Isde Brindisi, No al carbone, Movimento Notap/Snam Brindisi, Salute Pubblica Wwf Brindisi”), al sindaco di Brindisi, nonché presidente della Provincia, Riccardo Rossi.

Il presidente del Consiglio dei Ministri ha conferito la delega per la transizione ecologica ed energetica, riconoscendone l’assoluta necessità e la centralità nel recovery plan, ma a Brindisi le grandi imprese continuano a condizionare le scelte industriali e politico-istituzionali. Com’è notorio, Enel vorrebbe realizzare una nuova centrale termoelettrica alimentata a metano che non trova alcuna giustificazione nella transizione energetica e che assurdamente il consorzio di imprese Prometeus prova a sostenere con la propria proposta di realizzare un impianto fotovoltaico che fornirebbe anche idrogeno, snaturando la sua origine green, a detta centrale.

Nel porto di Brindisi è prevista da Edison la realizzazione di un deposito costiero di Gnl della capacità di 19.950 mc3 (volutamente al di sotto dei 20.000 mc3 che impongono la Via nazionale) e sono previsti dragaggi di fondali nell’area del canale Pigonati e di sant’Apollinare ed una immensa colmata nell’area di Costa morena Est addirittura scavando fino a meno 27 metri rispetto al livello del mare.
Ai destinatari della presente, abbiamo chiesto da tempo di assumere una posizione chiara ed ufficiale che, al di là delle rispettive posizioni sugli argomenti citati, tenga conto delle acclarate destinazioni d’uso delle aree interessate (a cominciare da quanto previsto nel documento programmatico preliminare del Pug e dalla individuazione dell’area di costa morena da riservare alla logistica, alla retro portualità ed allo scalo intermodale).

Abbiamo anche evidenziato che, per quel che attiene il deposito costiero, è mancato uno studio di fattibilità che esaminasse diversi siti possibili e prevedesse anche l’opzione zero e, solo in caso di individuazione scientificamente comprovata di un sito possibile, il ricorso alla Via; abbiamo anche fatto presente che è giuridicamente inaccettabile che caratterizzazioni dei sedimenti da rimuovere con i dragaggi e pareri e giudizi assolutamente preliminari ed eventualmente pregiudiziali rispetto al giudizio di compatibilità ambientale sulle opere portuali, possano essere “semplicemente” inclusi in prescrizioni all’interno di un giudizio di compatibilità positivo.

Al sindaco Riccardo Rossi chiediamo con la presente, - tenendo conto che i procedimenti in corso rischiano di concludersi in presenza di evidenti vizi formali - di comunicare ed ufficializzare le determinazioni dell’amministrazione comunale e di quella provinciale, in relazione all’assenza del citato studio di fattibilità e del preannunciato giudizio di compatibilità ambientale e dei conseguenti effetti di natura ambientale e sanitaria rivenienti dall’autorizzazione e dalla realizzazione delle opere richiamate. Chiediamo, infine, di concordare un’azione comune con il Presidente della Giunta Regionale Pugliese, Michele Emiliano, per impedire che i ministeri competenti possano assumere futuri provvedimenti autorizzativi in presenza dei vizi formali e nei procedimenti in corso che, in caso di autorizzazione, ci riserviamo di sottoporre all’attenzione dell’autorità giudiziaria competente.
 

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