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Convenzioni polo energetico, la Filctem Cgil: "Investire e modernizzare gli impianti"

BRINDISI – Non coincide in vari punti con quella del Pd, ma in altri vi si avvicina molto, la posizione del sindacato di categoria Filctem Cgil (che organizza i lavoratori chimici ed elettrici) sul futuro rinnovo delle convenzioni tra enti locali e Regione Puglia da un lato, ed Enel, Edipower ed Enipower dall’altro. Il sindacato infatti non parla di chiusura della centrale Edipower di Costa Morena, ma di un necessario piano di riduzione degli impatti ambientali attraverso progetti di ammodernamento e nuovi investimenti da parte della società che gestiscono le termoelettriche brindisine. Per la Filctem, il polo energetico può fare di Brindisi un’area leader per le produzioni energetiche che utilizzano al massimo l’innovazione.

BRINDISI – Non coincide in vari punti con quella del Pd, ma in altri vi si avvicina molto, la posizione del sindacato di categoria Filctem Cgil (che organizza i lavoratori chimici ed elettrici) sul futuro rinnovo delle convenzioni tra enti locali e Regione Puglia da un lato, ed Enel, Edipower ed Enipower dall’altro. Il sindacato infatti non parla di chiusura della centrale Edipower di Costa Morena, ma di un necessario piano di riduzione degli impatti ambientali attraverso progetti di ammodernamento e nuovi investimenti da parte della società che gestiscono le termoelettriche brindisine. Per la Filctem, il polo energetico può fare di Brindisi un’area leader per  le produzioni energetiche che utilizzano al massimo l’innovazione.

Nell’ambito dell’incontro convocato dal governatore Vendola a Bari il 16 dicembre, con Comune e Provincia di Brindisi, “è necessario che prevalga il concetto dell’ammodernamento – sostiene infatti la Filctem - e della conferma di tutti i siti produttivi, in linea con le soluzioni concordate negli appositi tavoli tecnici, realizzando gli investimenti per l’innovazione tecnologica degli impianti e il contenimento delle emissioni riportandole ai limiti previsti nel Piano di risanamento ambientale di Brindisi e nel contesto delineato dal Piano Energetico Ambientale Regionale della Puglia”.

“Tutto ciò passa attraverso l’imprescindibile attuazione, da parte delle società elettriche, di adeguati piani d’investimento – avverte il sindacato di categoria della Cgil - per il raggiungimento di elevati tassi d’ammodernamento e d’innovazione degli impianti presenti, dai quali ottenere sempre maggiori rendimenti di processo e piena compatibilità ambientale, a cominciare dalla realizzazione di parchi carbone completamente chiusi e da un nuovo molo dedicato alle esigenze di scarico e carico reflui”.

“Occorre fare di Brindisi un’area leader di eccellenza e di riferimento per processi produttivi energetici sempre più ambientalmente sostenibili e d’avanguardia, per tutte le ricerche in campo ambientale e la loro dimostrazione su impianti sperimentali e per elevati standard di qualità del servizio elettrico.  Si deve valorizzare la presenza a Brindisi – sottolinea la Filctem Cgil -  nella centrale di Cerano, del primo impianto pilota per la cattura della CO2 prevedendo, appena possibile e sulla base dei risultati ottenuti, l’estensione della tecnologia su scala industriale all’intera Centrale Federico II”.

Inoltre, come previsto nella Bozza di Protocollo Istituzionale, consegnata al sindacato nella riunione dell’Osservatorio Enel per le politiche Industriali Ambientali e Occupazionali e come implicitamente contenuto in alcuni passaggi del Pear, occorre promuovere la ricerca nel settore e garantire il concreto rilancio del Centro Ricerca Enel di Brindisi. Questo – sempre secondo la Filctem - si potrà realizzare attraverso adeguati finanziamenti del gruppo Enel e un apposito piano di assunzioni per tutti i progetti e le attività riportate nella citata bozza di protocollo, correlate con le diverse problematiche ambientali presenti nel territorio e anche richiamate nei documenti organizzativi aziendali di Enel Divisione Ingegneria e Innovazione”.

E sempre “in linea con quanto previsto nel Pear la riduzione dell’utilizzo del carbone potrà avvenire attraverso un meccanismo di compensazione con le fonti energetiche rinnovabili. Per tutto quanto sopra esposto, oltre alla sede del Centro Ricerche Enel di Brindisi, potranno proficuamente essere valorizzati – suggerisce il sindacato dei lavoratori elettrici Cgil - i terreni ricadenti nel sito d’interesse nazionale, adiacenti al nastro trasportatore a servizio della centrale Enel, per la realizzazione di parchi solari, per ricerche e sperimentazioni dimostrative e su ampia scala di tecnologie innovative per il sequestro biologico della CO2, per l’energia da biomasse e rinnovabili, per l’agritermia e la florovivaistica e, in generale, per lo sviluppo di nuove filiere produttive integrate utili a sviluppare nel territorio opportunità di investimento d’impresa e lavoro”.

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