FASANO – Dalla ragione al torto. Un bracciante agricolo di 54 anni G.G. nella serata di ieri si è recato nella pescheria sita all'angolo tra via Mignozzi e via Roma per vantare un credito che aveva nei confronti del commerciante ma si è fatto prendere dalla rabbia e con bastone in legno ha sfasciato gli interni.
VILLA CASTELLI – Nel mirino dei rapinatori ora gli imprenditori agricoli. In sole 24 ore sono state perpetrate due rapine con lo stesso modus operandi. All'alba di ieri a Fasano, all'alba di oggi a Villa Castelli, in entrambi i casi le vittime avevano addosso il denaro con cui avrebbero dovuto pagare i dipendenti. A finire sotto minaccia di due individui armati di fucile da caccia e incappucciati, intorno alle 6 di oggi, ci è finito il titolare dell'azienda agricola “Buontempo” sita nell'omonima contrada sulla Villa Castelli-Francavilla Fontana.
OSTUNI – Nel mirino dei carabinieri anche i ladri di paletti in metallo utilizzati dagli agricoltori per sostenere arbusti e colture, che rivenduti sul mercato nero fruttano qualche soldo. È nell'ambito di un servizio teso alla regressione di questo reato che nella serata di ieri un rigattiere abusivo di 37 annidi Ostuni, A.R., è stato sorpreso a bordo del suo furgone Fiat Iveco, aggirarsi nelle campagne ostunesi.
BARI – La Cia, Confederazione Italiana Agricoltori, e Turismo Verde, associazione della Cia, hanno firmato un protocollo di intesa con Halal Italy con l’obiettivo di incrementare le esportazioni delle imprese agricole pugliesi verso i paesi a religione islamica. Aumentare le imprese che possono entrare nel circuito di esportazione non solo dei Paesi dell’area Mediterranea ma anche in tutti quelli come la Cina, il Sud-Est asiatico e l’Europa, questo lo scopo del progetto dei firmatari del protocollo.
ERCHIE – Truffa da tre milioni e mezzo di euro alla previdenza agricola. E' una vecchia e sperimentata formula di "caporalato finanziario" quella di affittare fittiziamente terreni che in realtà non saranno mai lavorati, solo per giustificare il numero delle unità lavorative ingaggiate. Il truffatore di turno ci guadagna perchè quei braccianti in realtà vanno a lavorare in nero altrove, e chi l'impiega realmente paga il fornitore della mano d'opera, che intasca sempre in nero. Loro, i lavoratori, ci guadagnano i contributi che comunque l'Inps iscrive. Alla fine il caporale-truffatore-finto imprenditore agricolo chiude baracca e lascia un grosso debito contributivo. Qualche volta almeno una o due delle parti della triangolazione ci lasciano le penne.