I consulenti del pm escludono qualsiasi profilo di responsabilità per il pediatra della piccola deceduta il 4 marzo scorso: i genitori chiedono ulteriori indagini, il medico resta sotto inchiesta per omicidio colposo
PERUGIA - Rinviato al 16 maggio prossimo il processo in Cassazione a Tiziana Deserto condannata a 15 anni di reclusione (tre condonati) per il concorso nell'omicidio della figlia Maria Geusa. La decisione è stata presa in seguito all'assenza per una lieve indisposizione di uno dei difensori della donna, l'avvocato Gianni Zaganelli. Il rinvio è stato chiesto e ottenuto dall'altro difensore della Deserto, l'avvocato Eugenio Zaganelli.
OSTUNI – La piccola con le mani proteste. E alle spalle, il padre padrone: C. N., un rumeno di 30 anni, denunciato a piede libero e chiamato a rispondere di impiego di minori nell’accattonaggio e resistenza a pubblico ufficiale. Da alcuni giorni vagabondavano nella Città bianca, di in bar in bar, allo scopo di raccogliere questue. Guai se la piccola si fosse sottratta all’attività di accattonaggio. Il padre la seguiva, pedinava, controllandola a vista, incassando gli spiccioli che la piccina, di appena 8 anni, riusciva a racimolare, facendo leva sul sentimento di carità di quanti se la vedevano innanzi.
OSTUNI – Nega tutto Constantin Prundaru. E resta in carcere. Arresto convalidato, dunque. Ma il rumeno si proclama innocente. Comparso dinanzi al Gip del Tribunale di Brindisi, Giuseppe Licci, il trentasettenne sostiene di essere estraneo al giro di prostituzione che ruotava attorno alla villa di Contrada Campi, nelle campagne tra Mesagne e San Vito dei Normanni. Un bordello. Ma anche il nascondiglio di una piccina di appena cinque anni. Nel corso del blitz, infatti, la polizia aveva scoperto due ragazze dell’est (di 19 e 27 anni) in abiti succinti, pronte per gli appuntamenti bollenti. E oltre l’uscio anche la sagama della piccola, figlia di Prundaru, che il padre, sostengono gli investigatori, alcuni mesi fa avrebbe sottratto con la forza alla madre (37 anni, anche lei rumena, sua ex compagna), per costringere invano la donna a prostituirsi.