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Scalinata Virgilio gremita per Di Maio: "Basta alle nomine politiche nella sanità"

Il vicepresidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, giunto a Brindisi a sostegno del candidato sindaco Gianluca Serra, ignora i giornalisti e non fornisce alcuna risposta sui problemi del territorio

BRINDISI - Scalinata Virgilio gremita per il comizio del vicepresidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, giunto a Brindisi per sostenere il candidato sindaco del Movimento 5 stelle, Gianluca Serra, a 48 ore dalla chiamate alle urne (si vota domenica prossima, 10 giugno).

Scalinata Virgilio, comizio Luigi Di Maio-4

Centinaia di persone si sono radunate intorno al palco allestito sul lungomare, su cui sono saliti anche i parlamentari del territorioi, il consigliere regionale Gianluca Bozzetti e la capogruppo al consiglio regionale del Movimento, Antonella Laricchia.

Ignorati i giornalisti

Le forze dell’ordine hanno chiuso al traffico alcune strade del centro storico per far sì che l’evento si svolgesse in una cornice di sicurezza. Di Maio, arrivato a destinazione intorno alle ore 21,30, dopo aver sostenuto un altro comizio a Barletta, ha dribblato i giornalisti (fra cui anche gli inviati di testate nazionali), ai quali non è stata data la possibilità di formulare alcuna domanda. Ben diverso era stato il comportamento dell’altro vicepresidente del Consiglio, il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che mercoledì scorso (6 giugno), atteso in piazza Vittoria da circa 2mila persone, si era intrattenuto con i giornalisti sia prima che dopo il suo intervento. Di Maio, anzi, ha invitato ad “attenersi alla deontologia professionale" un giornalista che ha protestato, chiedendo risposte sull’Ilva. Si tratta di Luigi Abbate, lo stesso che fu protagonista di un noto scontro con i vertici del gruppo siderurgico e di cui parlò Nichi Vendola in una telefonata.

Scalinata Virgilio, comizio Luigi Di Maio 2-2

Il contratto di governo

Di Maio, interrotto più volte dagli applausi, ha snocciolato i punti fondamentali del contratto di governo sottoscritto con la Lega. Ossia: il taglio dei vitalizi; la legge sul salario minimo garantito (8-9 euro all’ora); l’abolizione della cosiddetta legge Fornero (“da fare il prima possibile”); la pensione minima sociale, da 780 euro al mese; il miglioramento del welfare.

 Reddito di cittadinaza

Per quanto riguarda il tema del lavoro, è stato rilanciato l’impegno per il reddito di cittadinanza, a partire dalla riforma dei centri per l’impiego, che oggi “sono un’umiliazione per chi cerca lavoro”, in quanto “non hanno strumenti e personale per affrontare la sfida di chi è disoccupato”. “Qui entra in gioco il reddito di cittadinanza – prosegue Di Maio - che non serve a fare stare a gente sul divano. Serve ad aiutare la gente in difficoltà nel periodo in cui si forma per avere una proposta di lavoro dal centro dell’impiego. Il reddito di cittadinanza – afferma ancora il ministro - è attaccato solo dalle elite di questo paese. Se queste conoscessero le famiglie che stanno cercando lavoro, sarebbero tutti quanti d’accordo a sostenere una misura del genere. Questo non è assistenzialismo.

Luigi Di Maio e Gianluca Serra-2

Immigrazione

Di Maio ha parlato anche di Immigrazione, “un business in cui girano miliardi di euro”, attaccando le “false cooperative” e il regolamento di Dublino, che “ci costringe a sobbarcarci il problema di tutti i migranti che sbarcano in Italia”. “Se l’Europa vuole essere solidale – dichiara il capo politico del Movimento 5 stelle - deve sobbarcarsi il problema dell’immigrazione”.

Sanità

Sul fronte della sanità, Di Maio ha parlato di una norma che gli “piace tanto, da cittadino del Sud”. “La sanità deve avere manager non nominati dalla politica. Io voglio andarmi a curare in un ospedale, dove il direttore deve ringraziare il suo curriculum e non un politico per stare lì. La rimetteremo in piedi la sanità così”.

E poi un ulteriore impegno (quello di dar la possibilità a un imprenditore, in caso di crisi aziendale, di farsi seguire, nei tavoli, da parlamentari), seguito da due promesse con cui si è congedato dai suoi sostenitori: “Vi racconteremo sempre tutto di quello che sta accadendo”; “siamo gente che ha dimostrato in tutti questi anni di essere onesta e quando uno sbagliava lo mettevamo fuori”.

Nessuna risposta sui problemi del territorio

Sui problemi che riguardano la regione, dall’Ilva all’approdo del gasdotto Tap, passando per il futuro della centrale Enel di Cerano, neanche una parola. Di Maio si è limitato a dire che dovrà “studiare i dossier regionali”, prima di prendere una decisione.

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