Dismissione Cerano, dichiarato lo stato di mobilitazione dei lavoratori nella Centrale Enel
Interessati 237 dipendenti diretti di Enel, a fronte di circa 500 lavoratori presenti nell'indotto. Ieri (10 luglio) si è svolta un'assemblea generale coordinata da Antonio Frattini (Filctem Cgil), Marco Bernardo (Flaei Cisl) e Carlo Perrucci (Uiltec Uil)
BRINDISI (CERANO) - Il rischio di una dismissione veloce della Centrale Enel, senza una valida alternativa occupazione per i lavoratori che operano al suo interno, ha deteminato nelle scorse ore la proclamazione dello stato di mobilitazione per i lavoratori impegnati nello stabilimento.
Nel pomeriggio di ieri (10 luglio), infatti, la sala conferenze della Centrale ha ospitato l’assemblea generale di lavoratori e lavoratrici organizzata dai sindacati Filctem Cgil, Flaei Cisl, Uiltec Uil di Brindisi: interessati 237 dipendenti diretti di Enel, a fronte di circa 500 lavoratori totali all'interno dell'indotto.
Nel corso della riunione, dunque, sono state illustrate le forti preoccupazioni del sindacato del settore elettrico, a seguito dei recenti provvedimenti del governo che rischiano di accelerare la dismissione degli impianti a carbone, senza aver determinato per tempo validi contesti produttivi e occupazionali alternativi.
Cosa sta succedendo
Il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, nei giorni scorsi, ha firmato un preciso atto di indirizzo a Terna, gestore della rete elettrica nazionale, Arera (Autorità per l’energia) e Gse (Gestore del servizio elettrico), chiedendo di minimizzare la produzione degli impianti a carbone. Questo significa anticipare la dismissione degli impianti fissato al 31 dicembre 2025.
Lo scorso 30 giugno, inoltre, il ministro ha trasmesso a Bruxelles, la proposta di aggiornamento del Piano nazionale italiano di energia e clima, non ancora consultabile.
"Nel nuovo Pniec Italiano va confermato il meccanismo del Capacity Market - si legge in una nota congiunta a firma di Antonio Frattini (Filctem Cgil), Marco Bernardo (Flaei Cisl) e Carlo Perrucci (Uiltec Uil) - che propone il gas come vettore della transizione. L’obiettivo è di programmare a Brindisi un investimento utile a realizzare un nuovo impianto a ciclo combinato a gas, capace di sostituire la produzione a carbone della centrale di Cerano".
"L’area industriale e i lavoratori diretti Enel e dell’indotto di Brindisi - prosegue il comunicato - devono avere le stesse opportunità che hanno avuto i lavoratori delle altre centrali a carbone di Fusina, Monfalcone, e degli impianti di Montalto, Tavazzano, Ostiglia, Ravenna, Cassano d’Adda e Marghera, dove oggi sono in fase di realizzazione nuovi e moderni impianti a gas".
"La transizione ecologica deve essere sostenibile ed equa, economicamente e socialmente senza creare disastri a livello occupazionale l’intero Paese ha bisogno di un progetto complessivo di politiche produttive, senza far arretrare i settori industriali e manifatturieri, con la piena partecipazione del ministero delle imprese e del made in Italy, del Mef e del ministero del lavoro".
"Per tutto quanto rappresentato Filctem Cgil, Flaei Cisl, Uiltec Uil, e l’intera assemblea dei lavoratori dell’Enel di Cerano hanno deciso di dichiarare lo stato di mobilitazione - conclude la nota sindacale - interessando la prefettura di Brindisi e chiedendo degli incontri al presidente della Provincia, al sindaco di Brindisi e alla Regione Puglia".