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Pensieri e parole in quarantena di una brindisina fuori sede

Riceviamo e pubblichiamo la testimonianza di Federica Caniglia, una brindisina che risiede al Nord Italia

Oggi è un altro giorno trascorso davanti alla finestra, in realtà da qualche tempo una sorta di rituale, inedito ed insolito.  La primavera con tutti i suoi profumi ed i suoi colori sboccia davanti a me: gli alberi verdeggianti, il cinguettio dei cardellini, le chiare e trasparenti acque del Lago Maggiore che all’orizzonte incontrano l’azzurro cielo e regalano uno spettacolo di infinita serenità. Il tempo davanti alla finestra scorre, non si ferma, tutto attorno a me continua ad esistere come sempre, sono io invece, ad essere immobile e a guardare in lontananza.

Cosi la mia finestra diventa la mia fedele compagna di viaggio, il mio sguardo privilegiato sul mondo, da cui vedere, ricordare, immaginare e sognare. I miei giorni alla finestra sono la mia “pausa” in quella musica cosi armoniosa chiamata vita.  E la pausa altro non è che un silenzio. Quale sarà la sua durata? Difficile ora saperlo. Ora so per certo, che il mio silenzio fa rumore, perché colmo di pensieri, preoccupazioni e progetti da realizzare.

I ricordi sovrastano maggiormente, si ascoltano con difficoltà, perché intrecciati con i sentimenti. Riaffiorano le feste, i pranzi domenicali insieme ai nonni, zii e cugini, la gustosa e fragrante focaccia di nonna Rosa e le passeggiate sul lungo mare nell’ incantevole porto di Brindisi. E poi i pensieri si aggrovigliano con il tempo attuale, ti assalgono le preoccupazioni e mi ripeto come un mantra che “andrà tutto bene”, perché spero che la mia “pausa” duri solo quattro quarti per ricominciare a suonare il concerto della mia vita.

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