rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024
Economia Zona industriale

Petrolchimico, chiusura definitiva impianto P9t: tra le incertezze dei lavoratori ed i rischi per il P2t

Profonda amarezza per i 46 lavoratori della vertenza Basell, all'orizzonte lo spostamento nella sede di Ferrara. Nella notte chiusi i cancelli dello stabilimento, Brindisi perde una parte della sua industria

BRINDISI - Nelle ultime ore si è concretizzata la tanto temuta chiusura dell’impianto P9t dello stabilimento LyondellBasell di Brindisi, determinando lo stop per ben 46 lavoratori (che erano 47 all'inizio della vertenza, finché uno di loro non ha lasciato autonomamente il lavoro). Questi ultimi sono attualmente a carico dell'azienda, ma dal prossimo mese di gennaio verranno attivate tutte le misure per la richiesta di cassa integrazione o di spostamento verso altri stabilimenti. 

In pochi mesi una porzione rilevante dell'industria brindisina ha cambiato volto. La scelta di Basell era stata comunicata già nello scorso mese di settembre: nel mirino la parte del petrolchimico che da anni è adibita alla produzione sperimentale su commissione per terzi, soprattutto nell'ambito della realizzazione di materiali per la produzione di tessuti, imballaggi alimentari, ma anche per altre applicazioni.

Una sezione industriale considerata non più strategica ed in quest'ottica - come raccontato a BrindisiReport dal segretario Filctem Cgil Antonio Frattini - "il recente cambio dei vertici Basell ha avuto un ruolo determinante". 

E così, anche con qualche giorno di anticipo rispetto alle aspettative, i cancelli del P9t sono stati serrati questa notte lasciando nello sconforto un buon numero di dipendenti. Gli incontri delle sigle sindacali con i vertici aziendali, seppur propositivi, non hanno potuto scongiurare il peggio tanto da preservare i posti di lavoro sul territorio.

Ora c'è tensione per ciò che potrebbe determinare un vero e proprio effetto domino, tale da poter coinvolgere anche l'altro impianto del petrolchimico, il P2t. Il problema in questo caso risiederebbe nella trasversalità di alcuni lavoratori, finora occupati in entrambi gli impianti, e che venendo a mancare l'appoggio del P9t non potranno certamente continuare a svolgere il medesimo ruolo. 

Come si può comprendere, la situazione è tutta in divenire. All'orizzonte campeggia la possibilità di spostamento presso la sede Basell di Ferrara, dove è collocato un impianto più grande che vede attualmente occupati 900 dipendenti. "L'obiettivo delle sigle sindacali - dice sempre il segretario Filctem Cgil Brindisi - è quello di scongiurare l'arrivo delle lettere di licenziamento". 

Il problema, più ad ampio raggio, risiederebbe presumibilmente nell'odierna visione aziendale. Nell'ottica di incentivare sistemi di economia circolare, le nuove prospettive si baserebbero sull'incentivazione del lavoro nei luoghi in cui l'azienda può contare già su punti di cracking di proprietà. Dunque in Germania e non in Italia. Non a Brindisi. 

Femca Cisl: "Nessuna risposta alla richiesta di un tavolo"

“Spiace sottolineare che al momento nessuna risposta è pervenuta alle nostre sollecitazioni – afferma Marcello De Marco, segretario generale Femca Cisl Taranto Brindisi - affinché fosse convocato un tavolo per la chimica, partecipato dalla Regione Puglia e dal Ministero e finalizzato alla reindustrializzazione il sito. E ci lascia oltremodo perplessi l’atteggiamento di LyondellBasell, che propina possibili investimenti irrisori da 4 milioni di euro per implementare la linea di produzione di PP2, quando ne spenderà 6 di milioni solo per gli incentivi al pre-pensionamento e all’esodo dei lavoratori, con ciò confermando che la liquidità è l’ultimo dei problemi dell’azienda.”  La Femca Cisl territoriale chiede, dunque, una reindustrializzazione seria del sito produttivo attraverso investimenti nei settori del riciclo chimico e meccanico. 

Articolo aggiornato alle ore 14.46 (dichiarazione della Femca Cisl)
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Petrolchimico, chiusura definitiva impianto P9t: tra le incertezze dei lavoratori ed i rischi per il P2t

BrindisiReport è in caricamento