rotate-mobile
Sport

Alla fine decide la panchina milanese

BRINDISI - Non c’è stato il botto auspicato dall’Enel Brindisi per chiudere in maniera trionfale il girone d’andata. Ma era l’Armani Jeans Milano che doveva concederlo, non una squadra per caso, ma una formazione fra le più titolate d’Europa, ricca di scudetti e di straordinari successi conseguiti per anni che hanno contrassegnato la storia più importante del basket italiano.

BRINDISI - Non c’è stato il botto auspicato dall’Enel Brindisi per chiudere in maniera trionfale il girone d’andata. Ma era l’Armani Jeans Milano che doveva concederlo, non una squadra per caso, ma una formazione fra le più titolate d’Europa, ricca di scudetti e di straordinari  successi conseguiti per anni  che hanno contrassegnato  la storia più importante del basket italiano.

L’Enel Basket Brindisi ha fatto quanto era nelle sue possibilità per stare alla pari con la formazione milanese griffata Giorgio  Armani ed ha ceduto solo nel finale (76-83), uscendo dal campo a testa alta, con la consapevolezza di aver fatto tutto quanto era nelle proprie forze per ottenere un improbabile successo.

Lo straordinario percorso compiuto dalla squadra di coach Bucchi in questa prima parte del campionato e la storica vittoria ottenuta la settimana precedente contro la Virtus Bologna, nell’Unipol Arena di Casalecchio di Reno, avevano creato molti entusiasmi e non poche facili illusioni nell’ambiente brindisino, mentre tutto il campionato guardava alla partita di Brindisi dove l’Armani Jeans Milano correva il rischio di essere esclusa dalle Final Eight, in programma proprio al Forum di Assago di Milano dal 7 al 10 febbraio prossimo, compromettendo la migliore riuscita della kermesse del basket italiano.

Una partita che la squadra di coach Scariolo doveva solo vincere, perciò, e che l’Enel Basket Brindisi non voleva perdere forte della sua solida posizione di classifica e  con la finale di Milano già acquisita. In campo il differente potenziale tecnico dell’organico  delle due squadre ha in sostanza deciso il risultato. La squadra di coach Piero Bucchi ha tenuto  in campo i giocatori del suo quintetto base per un minutaggio medio di 35 minuti ciascuno e solo 6 minuti a testa per Formenti, Zerini, Grant e 13 per Fultz.

Un confronto improponibile con i fuoriclasse che coach Scariolo ha avuto a disposizione, concedendosi rotazioni e minutaggio ben calcolato e tirando fuori dalla panchina  giocatori che avrebbero un ruolo determinante in ogni formazione di Serie A e che hanno firmato la vittoria di Brindisi, come Basile e Melli.

Alla fine  i numeri dicono che la panchina di Milano ha deciso la partita realizzando  un 30  a 3 nei confronti di quella brindisina. Fra l’altro coach Bucchi aveva dovuto rinunciare al capitano Klaudio Ndoja, infortunatosi nella scorsa settimana, che era stato uno dei protagonisti della vittoria di Bologna, giocatore carismatico e spesso determinante che contro Milano avrebbe potuto avere un ruolo decisivo. L’Enel Basket Brindisi  ha avuto il grosso merito di rimanere in partita e di recuperare ad un -17 che sembrava aver chiuso la partita e nello “show-time” di Gibson e con lo strapotere di Simmons sotto i tabelloni ha piazzato un incredibile break di  18 a 3, riportarsi in parità al termine del terzo quarto (57-57).

Ma inevitabilmente i cinque giocatori brindisini che avevano sostenuto tutto il peso della partita si sono poi  ritrovati nelle gambe e nella lucidità il carico di quella rimonta e non sono riusciti a concretizzare nel finale il fondamentale attacco alla difesa milanese, anche perché Jeff Viggiano non ha ripetuto la prova eccellente delle ultime partite riducendo il potenziale offensivo della squadra ai soli  Gibson ed all’eccellente Robinson nella giornata in cui neppure Reynolds era molto ispirato al tiro.

Della partita con l’Armani Jeans resta il “buco-nero” che sta caratterizzando molte partite della squadra di coach Bucchi (brucia ancora il ricordo del 19 a 0 subito dalla Acea Roma nella precedente partita casalinga) perché anche questa volta sul risultato di parità (17-17)la squadra è andata in depressione e non ha più visto il canestro per quasi 4 minuti, fino a subire un break di 14 a 0  che ha costretto ad una faticosa rimonta poi risultata determinate per la limitata disponibilità di rotazioni.

Coach Bucchi è chiamato a risolvere questo problema che spesso coincide con la presenza simultanea in campo di più componenti della panchina, cercando una migliore distribuzione delle seconde linee in relazione all’andamento della partita ed alla statura tecnica delle formazioni avversarie. E’ vero che  coach Bucchi conosce la squadra molto meglio della “curva” che rumoreggia per l’entrata in campo di Robert Fultz, ma i fatti dicono che con il cambio il quintetto ha perso smalto, lucidità, molti punti decisivi (19) e che ha giocato ben 13 minuti, pur apparso in notevole difficoltà, in un momento molto delicato della partita.

Il “nooo…!” del pubblico, pure sempre generoso e comprensivo nei confronti dei propri giocatori, non voleva essere irrisione nei confronti di Fultz, ma solo descrivere tutta la propria sorpresa nel vedere  ridotto il potenziale tecnico della squadra con il cambio proposto, nel momento in cui più vi era bisogno della presenza in campo delle prime linee per fronteggiare alla meglio lo straripante potere degli avversari che stavano producendo un break micidiale.

Ma coach Bucchi potrà dire che aveva la necessità di far recuperare energie a Gibson che alla fine farà registrare 34 minuti di presenza in campo contro avversari  che lo avevano impegnato al massimo e che la differenza fra le panchine ha determinato anche il risultato. Ora la squadra è attesa ad un terribile tour de force che la vedrà impegnata domenica prossima sul campo di Varese, capolista avvelenata per la sconfitta subita contro Venezia, poi in casa contro Montepaschi Siena e dopo la trasferta di Cremona ancora in casa contro Cantù.

C’è bisogno di tenere la posizione faticosamente conquistata,di recuperare il capitano Ndoja e mettere Fultz nelle ideali condizioni  per riacquistare la migliore forma fisica e mentale perché la squadra ha urgente bisogno delle seconde linee per continuare questa storica presenza in  serie A, nobilitata dalla partecipazione alle Final Eight di Coppa Italia con i “giganti” del basket.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Alla fine decide la panchina milanese

BrindisiReport è in caricamento