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Bucchi, naufragio su una "zonetta"

BRINDISI - C’è da raccontare ancora una volta sconfitte sempre uguali, assegnare voti ai singoli giocatori ed esprimere valutazioni sul gioco di squadra stancamente ripetuti fin dall’inizio del campionato. L’Enel Brindisi ha perso a Reggio Emilia una partita che avrebbe potuto e dovuto vincere, con la stessa identica tendenza e la stessa evoluzione nel punteggio e nel gioco già registrati in altre simili occasioni. E questo vuol significare che fin dalla costruzione della squadra ad oggi è cambiato poco o niente, se non la conferma della rassegnazione a queste confitte che non fanno più notizia.

BRINDISI - C’è da raccontare ancora una volta sconfitte sempre uguali, assegnare voti ai singoli giocatori ed esprimere valutazioni sul gioco di squadra stancamente ripetuti fin dall’inizio del campionato. L’Enel Brindisi ha perso a Reggio Emilia una partita che avrebbe potuto e dovuto vincere, con la stessa identica tendenza e la stessa evoluzione nel punteggio e nel gioco già registrati in altre simili occasioni. E questo vuol significare che fin dalla costruzione della squadra ad oggi è cambiato poco o niente, se non la conferma della  rassegnazione a  queste confitte che non fanno più notizia.

Che dire ancora della inconsistenza degli americani? Bravi si, ma una squadra deve pretendere molto di più da giocatori che sono ingaggiati per dare forza e consistenza tecnica ed a cui affidare le sorti della partita soprattutto nei momenti di particolare necessità. Si era capito fin dall’inizio del campionato che alla squadra mancava un leader autentico e che questo ruolo non poteva essere certamente ricoperto da Hunter o da Renfroe. Che sorpresa  è la catastrofica percentuale di tiro realizzata a Reggio Emilia da Hunter  Renfroe? Le statistiche confermano impietosamente i loro limiti e di Hunter si ricorda solo qualche prestazione-super a risultato acquisito, ma anche errori determinanti come quello compiuto nel finale di Reggio Emilia.

Ma qualcuno ha spiegato ad Hunter che quella palla banalmente persa a pochi secondi dal fischio finale e che ha portato Reggio Emilia a + 5 ha compromesso il risultato conseguito nel girone di andata chiuso a + 4  e che ha spostato il confronto diretto a – 1 in danno di Brindisi? Fra le cose già viste e riviste non poteva mancare la solita clamorosa incapacità  di gestire un vantaggio anche consistente e bruciarlo con incredibile semplicità in pochi istanti. Si passa dalla palla sprecata del + 15 ad una voragine difensiva che porta Reggio Emilia a + 1 nel giro di poco più di 2 minuti alla fine del terzo tempino. E’ come rivedere altre partite e ricordare le stesse prestazioni con vuoti di memoria inammissibili per una squadra che poteva certamente ambire al primo posto di una classifica che vede in testa formazioni non certamente imbattibili e sicuramente di livello modesto.

E che dire della difesa a zona spesso applicata delle formazioni avversarie? I custodi di tutti i palasport d’Italia da tempo ormai sanno che basta adottare una semplice zona per mettere in difficoltà  la squadra di coach Bucchi e mandarla definitivamente in confusione. Accade, però, che a volte una zona non si riesce ad attaccare per due, tre, quattro minuti ma in poco più di 12 minuti di gioco anche il custode del palasport riesce poi ad adeguarsi ed a trovare le giuste misure per farla saltare con accorgimenti elementari e con i giocatori giusti. Ma coach Bucchi ed il suo staff tecnico dov’erano mentre la squadra era in balìa degli avversari senza mai trovare le giuste contromisure ad una zona peraltro abbastanza modesta  adottata da coach Minetti?

La sconfitta di Reggio Emilia si è chiusa anche con un altro incredibile ed inspiegabile decisione di coach Bucchi. Mai si era visto fin’ora un Matteo Formenti in così splendida forma e determinato, sicuro nel prendersi  la responsabilità del tiro dall’arco. Ben 12 punti realizzati nel primo quarto con un formidabile 3/3 che ha impaurito gli avversari.  Ma incomprensibilmente Matteo Formenti è rimasto in panchina per molto e nei momenti critici della partita quando probabilmente con i suoi tiri avrebbe potuto aprire la difesa di Reggio Emilia e dare una svolta diversa al finale ed al risultato.

Ora, a meno che si verifichi un miracolo, c’è da archiviare tristemente la corsa alla promozione diretta in serie A e stabilire qual è l’obiettivo da raggiungere e prendere e le opportune decisioni. E’ evidente che questa squadra mostrerà identici limiti anche nei play off e, perdurando l’assenza di Ndoja, bisogna decidere se ritornare sul mercato per assicurarsi un play di maggiore esperienza e con punti nelle mani oppure sostituire degnamente il capitano, se non è recuperabile.

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