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Enel Basket: la "nuova” maglia/ Video

BRINDISI - La nuova maglia dell'Enel Basket Brindisi cambia poco, ma la sensazione che si è avuta nella conferenza stampa di presentazione, è che la società sia oggi ancor più solida e matura, e che inizi a pensare a qualcosa di più della permanenza in Lega A. Nella sala stampa gremita di giornalisti e tifosi, ieri i dirigenti e gli sponsor hanno presentato la nuova canotta, ri-disegnata da Leo Ferrarese, figlio di Massimo. Ma a tenere banco sono stati i nomi degli sponsor, dei soci, e del prossimo futuro del basket brindisino.

BRINDISI - La nuova maglia dell'Enel Basket Brindisi cambia poco, ma la sensazione che si è avuta nella conferenza stampa di presentazione, è che la società sia oggi ancor più solida e matura, e che inizi a pensare a qualcosa di più della permanenza in Lega A. Nella sala stampa gremita di giornalisti e tifosi, ieri i dirigenti e gli sponsor hanno presentato la nuova canotta, ri-disegnata da Leo Ferrarese, figlio di Massimo. Ma a tenere banco sono stati i nomi degli sponsor, dei soci, e del prossimo futuro del basket brindisino.

 

GLI SPONSOR. "Questo è un giorno importante perché presentiamo la nostra divisa", ha detto il vicepresidente Nando Marino. "Stiamo facendo tanti sacrifici per portare avanti questo sogno. Se questo miracolo imprenditoriale e sportivo è stato possibile lo dobbiamo agli sponsor, che insieme ai soci e alla grande passione del pubblico ci consente di avere il campionato più bello". Accanto a Marino sedevano Donato Leone per l'Enel, Giuseppe Coccon per l'Avio (nuovo sponsor), Giuseppe Giove per Giobet, Massimo Bianco per la Soavegel, assente per impegni concomitanti Angelo Maci per le Cantine Due Palme.

L'amministratore delegato Pino Marinò è andato oltre i presenti: "Ringraziamo anche tutti gli altri sponsor più piccoli che non sono presenti ma sono ugualmente importanti per noi". Poi la parola è passata agli sponsor, primo tra tutti l'Enel: «Abbiamo trascorso con il basket brindisino cinque dei nostri 50 anni di storia - ha ricordato Leone -. Stare insieme ci fa bene: lo dimostrano i risultati fin qui ottenuti. Qui c'è un progetto serio, una società seria e tanta passione tra i tifosi, nonché istituzioni che in maniera trasversale e ferma ci chiedono di restare accanto alla società: non possiamo che sentirci orgogliosi di abbinare il nostro nome a questa squadra».

Giuseppe Coccon, ha spiegato l'avvicinamento di Avio al basket: «Ci è piaciuto il progetto, ma soprattutto ci piaceva l'idea di affiancarci ad un esempio di eccellenza territoriale come la New Basket Brindisi. Noi siamo un'eccellenza con 700 dipendenti, che opera nel campo tecnologico. E dunque abbiamo ritenuto giusto provare ad abbinare i due nomi». L'obiettivo per tutti è la salvezza, ma Giove, che di scommesse se ne intende, spera i qualcosa in più: «Mi sbilancio, anche perché io vivo la cosa più da tifoso. Faremo bellissima figura e mi aspetto un campionato di alto livello».
 

IL NUOVO PALASPORT. Sull'argomento, che a Brindisi non passa mai d'attualità, si è espresso Marinò: «Mi auguro che sia realizzato nei tempi dovuti e se ci sarà convergenza di interessi. Ma non saremo noi a fare pressioni. Noi vorremmo solo che tutti capissero che il palazzetto non è solo il luogo dove si gioca a basket, ma è un luogo di crescita del territorio. Con un palasport più grande potremmo promuovere meglio il territorio, daremmo spazio a mille tifosi ospiti, che andrebbero negli hotel e nei ristoranti brindisini. E potremmo finalmente riaprire le porte ai nostri figli, che oggi per mancanza di posti non possono assistere alle partite. In questo modo non consentiamo loro di innamorarsi del basket e di vedere i loro idoli. Abbiamo una macchina che potrebbe andare velocissima e invece non può farlo».

I SOCI. «In una società per azioni è normale che ci sia gente che esce e gente che entra», ha aggiunto Marinò. L'aumento di capitale non è stato sottoscritto, per motivazioni diverse, da quattro soci: Al Bano Carrisi, Enzo Leo, la famiglia Grasso e da Antonio Corlianò. Quest'ultimo, entrato ormai a far parte dei personaggi della storia del basket brindisino, rimane comunque presidente del sodalizio: un riconoscimento per l'impegno profuso negli anni felici ma soprattutto nei momenti di tempesta. Sembra che la crisi economica stia mettendo in dubbio anche la conferma di qualche altro socio, ma Nando Marino non si perde d'animo: «Ci sono già altre aziende che hanno chiesto di entrare, e l'esempio dell'Avio, che spontaneamente ci ha chiesto di condividere il cammino, ci lascia ben sperare per il futuro».

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