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Addio a Fabio D'Aprile: lutto nel basket brindisino

Si è spento stamattina all'età di 53 anni. Il ricordo dell'amico Gianpaolo Amatori: "In campo era un leone"

Si è spento stamani (sabato 9 gennaio) all’età di 52 anni, dopo una malattia, Fabio D’Aprile, tassista molto conosciuto in città per i suoi trascorsi da giocatore di basket. D’Aprile lascia una moglie e due figlie. I funerali si svolgeranno domani, alle ore 16, pressi la chiesa Ave Maris Stella, al rione Casale.

L’amico Gianpaolo Amatori, tecnico di basket, lo ricorda con un messaggio che pubblichiamo di seguito. 

Questa mattina all'alba un messaggio e leggendo il mittente immagino tutto. Fabio non c'è più. Fabio D'Aprile, il mio pivot, incarnava la perfezione il giocatore minors del basket pugliese. Conosciuto, amato e rispettato da tutti, sempre pronto a ridere a scherzare a fare battute, alle volte anche imbarazzanti come quella volta nello spogliatoio in cui fece una uscita delle sue all'indirizzo di un suo compagno: calò il silenzio, ma il primo a ridere fu proprio quel compagno che capì la non malizia, la non cattiveria che c'era dietro quella battuta. 

Fabio era così. Non capivi mai se stesse scherzando o stesse parlando seriamente. Sempre sulla “sciocula” anche quando parlava di quel maledetto che lo ha sconfitto sul campo ma non nella vita, perché il suo ricordo non ci lascerà mai. Alcuni giorni fa andai a trovarlo e dopo aver chiacchierato un poco, insieme al suo ex compagno di squadra e di reparto, pivot come lui, Gianfranco Caroli, mi chiamò e stringendomi la mano mi disse: “Ti voglio bene compà”.

I nostri viaggi per andare ad allenarci in trasferta erano uno spasso. Quando il presidente del Fasano volle prendere un pivot, gli suggerii il nome di Fabio. Lui rimase sorpreso, perché si aspettava un giocatori di 2 metri, mentre Fabio era solo 1, 85. Inizialmente venne accolto con un po' di scetticismo, per via della sua altezza non proprio eccezionale per il ruolo di pivot, ma subito si ricredettero tutti. Fabio conquistò società, compagni di squadra e pubblico col suo sorriso, col suo modo di giocare e di lottare che l'ha reso famoso su tutti i campi e tra tutti gli avversari. In campo era un leone pronto a prendersi le proprie responsabilità ma anche quelle altrui, quando la palla magari scottava e più di qualcuno si rifiutava di prenderla. 

Fabio è stato un giocatore atipico, come piacciono a me. Ruolo pivot, di grande stazza fisica per via del suo amore per il cibo. Aveva un Reverse da post basso incredibile. Quando poi le squadre avversarie pressavano tutto campo, la palla andava immancabilmente a lui, che giocava da playmaker contro i pari ruolo più alti e quindi in difficoltà a difendere su di lui. Immancabilmente dopo ogni azione con un suo canestro, si metteva a ridere come se stesse sbeffeggiando l'avversario. In realtà non era così: rideva per come gli venivano facili quelle azioni. È stato un grosso intimidatore d'aria, con i gomiti molto appuntiti ma mai cattivi. Perché lui non era cattivo. Era uno che non amava perdere, “nu cagghiusu”. Nella tua vita ci sono state tante donne: la mamma, le sorelle e i suoi amori infiniti, sua moglie Giorgia e le figlie Federica e Benedetta. Sono convinto che, come al solito, le proteggerai da lassù. Ciao amico mio...anzi.... CIAO COMPA'

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