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Venerdì, 26 Aprile 2024
Sport Carovigno

Rissa nel campionato Allievi: maxi-squalifica a dirigenti e giocatore

"Bestemmie, schiaffi, parole scurrili, minacce e frasi offensive". Di questo, e di altro ancora, si sarebbero macchiati due dirigenti dell'Olimpia Carovigno durante la rissa scoppiata al termine della partita del campionato allievi contro il "Memory Tomasi Nicola Squinzano", disputatasi domenica scorsa allo stadio comunale di Carovigno

CAROVIGNO – “Bestemmie, schiaffi, parole scurrili, minacce e frasi offensive”. Di questo, e di altro ancora, si sarebbero macchiati due dirigenti dell’Olimpia Carovigno durante la rissa scoppiata al termine della partita del campionato allievi contro il “Memory Tomasi Nicola Squinzano”, disputatasi domenica scorsa (8 febbraio), allo stadio comunale di Carovigno (Il video della rissa).

Il giudice sportivo non ha fatto sconti a Gilberto Sacchi e all’allenatore – presidente Vincenzo Tagliente: il primo è stato inibito a svolgere ogni attività fino all’8 agosto 2015; il secondo è stato squalificato fino al prossimo 12 aprile. La mannaia del giudice sportivo si è abbattuta anche su un giocatore carovignese, squalificato fino al 12 febbraio 2016. 

Nei confronti della compagine salentina non è stato adottato alcun provvedimento. Tutte le colpe della vergognosa zuffa sono ricadute sulla società brindisina, punita con una doppia ammenda: una di 500 euro “per non aver preso idonee misure di sicurezza atte ad impedire l'ingresso in campo di persone estranee che ha dato luogo ad una rissa a fine partite”; l’altra di 50 euro “per mancanza di acqua calda nello spogliatoi dell'arbitro”.

Ad innescare l’ira dell’Olimpia è stato il gol del pareggio (1-1) messo a segno al 96esimo inoltrato dallo Squinzano. La formazione locale non ha gradito i due minuti aggiuntivi rispetto ai 4 di recupero concessi dal direttore di gara, il leccese Cosimo Mariano. Subito dopo il fischia finale, dirigenti e giocatori di entrambe le squadre se ne sono date di santa ragione, con il sottofondo delle urla proferite dai genitori in tribuna. 

Da quanto si legge nel comunicato ufficiale diramato dal comitato Puglia della Lega nazionale dilettanti, Gilberto Sacchi, a fine gara, “agitando il cellulare nelle proprie mani si dirigeva verso il direttore di gara al quale rivolgeva parole scurrili ed offensive minacciandolo di prenderlo a schiaffi ribadendo che la gara doveva terminare già da tempo il tutto continuando a bestemmiare ed ad inveire contro il direttore di gara”. Il dirigente inoltre “tentava di colpire l'arbitro con uno schiaffo senza però riuscirvi in quanto il direttore di gara riusciva schivarlo non riuscendovi in toto poiché veniva colpito di striscio ad un orecchio”. 

E non finisce qui perché “mentre il direttore di gara tentava di rientrare nello spogliatoio, il Sacchi – si legge ancora nel comunicato della Lega - gli si poneva davanti bloccandolo sulle scale continuando ad agitarsi e a lamentarsi. Con questi movimenti scomposti ed irruenti faceva perdere l'equilibro al direttore di gara che cadeva battendo il gomito sinistro con momentaneo dolore”. 

E infine, “mentre il direttore di gara,resosi conto che sul terreno di gioco era scoppiata una rissa con la presenza di soggetti estranei di entrambe le squadre cercava di capire chi fossero i responsabili, il Sacchi tornava a minacciarlo tentando di colpirlo impedendo all'arbitro di vedere quanto stesse accadendo sul terreno di gioco”.

Vincenzo Tagliente, invece, sempre a fine partita, “unitamente al dirigente accompagnatore della propria squadra entrava sul terreno di gioco  - scrive il giudice sportivo - correndo verso il direttore di gara bestemmiando e rivolgendo nei confronti dello stesso minacce e frasi offensive”.
Il calciatore, L.B., è stato invece squalificato per un anno in quanto “il direttore di gara a fine partita veniva colpito da un giocatore della Società Olimpia Carovigno non identificato a causa della rissa che era scoppiata sul terreno di gioco. Sanzione così applicata ai sensi dell'art. 3 secondo comma del Codice di giustizia sportiva”. 

Il giudice sportivo ha emesso il proprio verdetto tenendo conto di quanto scritto dall’arbitro nel referto redatto a fine gara. Gli squalificati, a questo punto, potranno impugnare tale decisione presso gli organi preposti, presentando le loro controdeduzioni. 

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