NEW DELHI – La Corte Suprema indiana ha rinviato al 26 luglio l’esame del ricorso italiano relativo alla legittimità costituzionale dell’arresto dei due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati della morte dei due pescatori indiani. Inoltre, ha ordinato oggi allo stato del Kerala di prendere una decisione entro una settimana sul trasferimento dei due marò in un luogo che non sia il carcere.
NEW DELHI – Il governo centrale indiano non la pensa affatto come l’amministrazione dello stato del Kerala, polizia inclusa. Lo si deduce dalla posizione assunta dall’avvocato che rappresenta l’India davanti alla Corte Suprema di Nuova Delhi, cui hanno presentato un ricorso eccezionale i legali che rappresentano invece gli interessi italiani, per abbreviare il raggiungimento di una soluzione sul problema ormai cruciale della giurisdizione sull’incidente del 15 febbraio scorso in cui persero la vita due marinai di un peschereccio indiano, e che vede da settimane due sottufficiali del Reggimento San Marco, responsabili del nucleo antipirateria imbarcato sulla petroliera Enrica Lexie, detenuti in una prigione sempre in Kerala. La seconda buona notizia per la soluzione del caso è che la stampa indiana ha rivelato, e giudicato positivamente, il risarcimento destinato dall’Italia alle famiglie dei due pescatori.
KOCHI – L’udienza odierna è servita solo al superamento di un vizio di forma nel deposito degli atti da parte italiana. La decisione vera e propria sul problema della giurisdizione nella vicenda dei due marò del Reggimento San marco, ritenuti coinvolti nell’incidente del 15 febbraio scorso costato la vita a due pescatori indiani, è rinviata ancora, e precisamente a lunedì 2 aprile. Questa la scelta odierna dell'Alta corte del Kerala .
KOCHI – Il nodo della giurisdizione sull’incidente del peschereccio indiano, in cui sono morti due uomini dell’equipaggio e la cui responsabilità viene attribuita ai militari del nucleo di difesa antipirateria imbarcato sulla petroliera Enrica Lexie, sarà sciolto tra una settimana. Così ha deciso il giudice dell’Alta Corte del Kerala dopo aver ascoltato l’accusa di parte indiana e la difesa italiana, guidata dall'avvocato Suhail Dutt, dello studio legale Titus di New Delhi, che ha smontato tutte le tesi dell'accusa stessa sull'applicabilità della legge indiana nella cosiddetta zona economica esclusiva, il tratto di mare fino a 200 miglia nautiche che è di competenza dell'India per quanto riguarda lo sfruttamento delle risorse ittiche e naturali.