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Sabato, 27 Aprile 2024
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Carovigno, Avis cerca una sede pubblica: "Non possiamo più pagare l'affitto a un privato"

Impiega quasi il 40 per cento dei contributi ricevuti dal Sistema sanitario per pagare il canone di locazione. Oggi inviata mail a direttore generale Asl

CAROVIGNO - Più di 200 soci nonostante la "giovane età" (è stata istituita solo 16 anni fa) e senza una sede pubblica. Avis di Carovigno scrive al direttore generale della Asl di Brindisi Giuseppe Pasqualone per chiedere gli spazi inutilizzati dell'Istituto Medico Psicopedagogico Nicola Del Prete di Carovigno.

"A livello cittadino e provinciale, dopo tutti gli sforzi dei soci volontari, i risultati non sono lo specchio dell'impegno profuso - si legge in una nota inviata agli organi di informazione - il motivo di tutto ciò è che Avis OdV Carovigno impiega quasi il 40 per cento dei contributi ricevuti dal Sistema sanitario per pagare il canone di locazione ad un privato. Il direttivo appena insediato ha analizzato la questione rendendosi conto di come questa stuazione sia limitante per tutte le attività associative da programmare".

Le richieste fatte nel corso degli anni alle amministrazioni che si sono susseguite sono rimaste inascoltate, seppure per qualche anno il Comune abbia destinato un fondo per contribuire al mantenimento delle Associazioni e Avis ne abbia beneficiato.

"Qualche settimana fa è stata inoltrata una richiesta anche alla Commissione Straordinaria insediatasi qualche mese fa, chiedendo la disponibilità di spazi da individuare nelle scuole, vista la disponibilità essendoci aule vuote e inutilizzate, ma anche in questo caso non ha sortito l'effetto sperato. Il paradosso è che ci siano tanti locali nelle disponibilità dell'Amministrazione Comunale e della Asl Brindisi sul territorio comunale, ad oggi inutilizzati, da poter destinare alle attività associative e soprattutto alla raccolta del sangue senza ricorrerealla raccolta su autoemoteca messa a disposizione dal Centro Trasfusionale o dall'Avis OdV Provinciale Brindisi".

"Ci si chiede come sia possibile che un'associazione con uno scopo così nobile debba privare fondi alle attività di promozione destinabili al fine di sensibilizzare ed avvicinare sempre più persone al dono, perchè per svolgere le proprie attività deve pagare un canone di fitto. Perchè una cosa all'apparenza fattibile resti inascoltata da tutte le figure politiche finora interpellate? (e credeteci che di figure poliitiche ce ne sono state parecchie e con incarichi istituzionali di ogni livello). Il nostro direttivo continuerà a chiedere uno spazio dove poter svolgere lapropria attività associativa".

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