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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Crisi personale Asl, Amati: "Due medici del Perrino stanno per dimettersi da Radiologia"

"E' necessario attivare l’AziendaZero - afferma Fabiano Amati - ossia un livello di decisione che valga per tutta la regione"

BRINDISI - Come ormai noto, per usare un eufemismo, la situazione dell'Asl Brindisi non è per niente ottimale. Carenze di medici ed infermieri sono una realtà a cui far fronte per trovare soluzioni concrete. Il tavolo tecnico di ieri (23 giugno) svolto in Regione è stato organizzato proprio per prospettare soluzioni adeguate. Nel corso di questa occasione, l'assessore regionale Rocco Palese ha annunciato l'arrivo nel Brindisino di personale da altre Asl. 

Intanto, però, ad infervorare di più la questione, ci ha penato il consigliere regionale Fabiano Amati, nonché presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione, rilasciando la seguente nota: 

“Due medici della radiologia del Perrino stanno per dimettersi, in quanto vincitori di concorso di altre Asl, e per questo si prevedono tempi difficili per Brindisi e anche per Francavilla - afferma amati - e tutto ciò perché la radiologia del Perrino supporta con il proprio personale il reparto di Francavilla". 

"Insomma, i concorsi nelle Asl pugliesi sono procedure frega-compagni - sostiene il consigliere - Decine e decine di concorsi, ai quali partecipano le stesse persone, banditi non per reclutare personale nuovo ma per effettuare mobilità tra aziende di personale già in servizio. Si può andare avanti cosi? Perché l’assessorato non riesce a far rispettare dalle Asl le sue stesse indicazioni in materia di concorsi?". 

"Ecco perché serve l’AziendaZero - prosegue Amati - ossia un livello di decisione che valga per tutta la regione e tratti ogni ospedale come se fosse l’unico della regione, salvaguardando in particolare la piena funzionalità di quelli di II (come il Perrino) e I livello”. 

FABIANO AMATI-5

“Mi rendo conto che la soluzione AziendaZero intacca un complesso sistema di potere, estraneo alla missione di cura delle malattie, e perciò sarà molto difficile trovare consenso negli apparati. Ma noi - Consiglio regionale, Presidente e Giunta - non dobbiamo per questo desistere da una riforma risoluta e senza timidezze nei confronti di chiunque".  

"A parte la questione obiettiva della carenza di personale e dei vergognosi stipendi percepiti dai medici italiani, noi abbiamo il dovere di fare qualcosa nell’attesa che i fatti strutturali vengano a soluzione. Non possiamo fare gli spettatori". 

"Il nostro sistema sanitario è organizzato a livello regionale in un complesso di unità operative incastrate l’una con l’altra e sulla base di bacini epidemiologici e tempi di percorrenza. Sospendere l’attività anche di una unità operativa genera contraccolpi sulle altre e a prescindere dal territorio Asl". 

"E se tutto ciò è ovvio, l’organizzazione del sistema in tante diverse Asl, come se fossero repubbliche autonome e indipendenti, riesce a negare pure l’ovvietà". 

"Ed infatti fioccano decine e decine di concorsi su base provinciale, banditi generalmente per assecondare richieste di mobilità tra Asl. Convenzioni di collaborazioni tra unità operative di diverse Asl, realizzate senza una regia regionale e fonte di disparità di trattamento tra i diversi professionisti; per cui c’è chi garantisce la prestazione al prezzo della contrattazione collettiva e chi lo stabilisce a mezzo di convenzioni".  

"E potrei continuare a lungo. L’AziendaZero, invece, con un commissario da nominare nei prossimi giorni, garantirebbe il reclutamento su base regionale, le destinazioni di sede in base alle necessità - cercando di assecondare le richieste di sede più vicine al domicilio - e la predisposizione su base regionale di turni a copertura di emergenze, con indennità congrua e uguale per tutti". 

"È l’unica soluzione per fronteggiare il problema, soprattutto se a questa non se ne contrappone un’altra, evitando in ogni caso di affrontare i problemi con tante frasi che si limitano solo a spostare avanti nel tempo il giorno in cui il problema sarà risolto - conclude Fabiano Amati - Non è con gli espedienti dialettici che si offrono le cure; esse bisogna offrirle nel momento in cui vengono chieste, farlo dopo è già troppo tardi". 

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