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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Giorgio Potì: l'uomo che in “casa-Gazzetta” aprì la via al giornalismo

Pasquale Colelli ricorda il giornalista, deceduto ieri all'età di 95 anni. I funerali saranno celebrati alle ore 11 di oggi, presso la chiesa Cattedrale di Brindisi

Quell’anno Giorgio Potì aveva raggiunto in ottima salute gli 80 anni. Noi, i più vicini a Giorgio fra quelli della “bottega” di via Santi, sede della redazione della Gazzetta del Mezzogiorno, ci chiedemmo quale sarebbe stato il migliore e più significativo regalo che avremmo potuto fargli per formulare gli auguri più affettuosi, più diretti, e soprattutto quelli che lui avrebbe gradito di più.

Ed allora, metti insieme un editore e “figlio” per professione di Giorgio, qual era Vittorio Bruno Stamerra, due amici fraterni e “veterani” pubblicisti affettivamente legati da sempre a Giorgio, come Alberto Leoci e Lilli Colelli, ed in un solo attimo è concepita l’idea migliore, approvata all’unanimità: “Scriviamo un libro chiamando a raccolta tutti i giornalisti brindisini che hanno avuto modo di conoscere, apprezzare ed affezionarsi a Giorgio  e chiediamo loro un intervento sul giornalista, uomo, ma anche amico e 'maestro' titolare della 'bottega' di Via Santi”.

Venne così scritto e pubblicato in poco tempo il libro “In punta di penna” interamente dedicato a Giorgio e nel giorno del suo compleanno fu presentato in confezione regalo in una serata a lui dedicata, che apparì come una piacevole rimpatriata di tutti i giornalisti, molti dei quali autentici allievi di Giorgio. Ne venne fuori un ritratto perfetto di Giorgio Potì giornalista e soprattutto uomo, ma anche maestro di giornalismo e di vita. Sicuramente, tuttavia, Giorgio non si atteggiava a “grande maestro” neppure nei confronti dei più giovani ed ultimi arrivati, ma eravamo tutti noi, invece, che lo ritenevamo tale, non solo perché era arrivato primo al “professionismo”, ma anche per il suo inconfondibile modo di agire, con il suo portamento per cui oltre alla consueta disponibilità verso tutti, infondeva amicizia e cordialità con la massima semplicità.

In “casa-Gazzetta” Giorgio ti faceva sentire parte della famiglia anche se appartenevi ad un’altra testata giornalistica, magari concorrente, e pensavi di essere in colpa soltanto all’idea che un giorno potessi rifilargli un “buco”, anticipando una notizia rispetto alla sua corrispondnza. In quella “casa” tu non lo sapevi, ma lo scoprivi con il tempo, che eri osservato ed attentamente studiato da Giorgio fra una battuta scherzosa, effetto di un clima sempre allegro, piacevole e divertente che si avvertiva fra il ticchettio dei tasti delle vecchie “Olivetti 24” che intanto battevano per produrre l’informazione del giornale. Ed infatti, con il tempo, completata la fase di studio, puntuale arrivava il giorno in cui Giorgio ti riconosceva in qualche modo la sua “medaglia”, affidandoti un incarico importante o segnalandoti per una considerevole corrispondenza.

Così Giorgio mi aprì l’ingresso nella scuola per insegnare “giornalismo” e guadagnarmi il primo stipendio da giovanissimo “professore”, ad altri propose una carriera aperta verso la professione di giornalista, ed ancora qualche sistemazione di buon livello per i suoi allievi. Giorgio compiva 80 anni ma non aveva mai pensato di portare a riposo il suo cervello in continua evoluzione e dopo il suo pensionamento ha continuato a dilettarsi scrivendo libri e poesie, e quindi siamo nella normalità per una persona che ha fatto la professione di giornalista per tanti anni e per il suo grado di cultura, ma poi ritrovi Giorgio nei suoi quadri e nei suoi dipinti con tutta la sua creatività e lo rivedi  nei colori delle sue tele dove riscopri tutta la fantasia  e l’estro che per anni ha coltivato fino a 95 anni, senza mai desistere fino agli ultimi giorni della sua vita.

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