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Martedì, 30 Aprile 2024
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Come si diventa sommergibilista? I “professionisti degli abissi” si raccontano al Ferraris

A dialogare il team della pubblica informazione di Comflotsom, il Comando flottiglia sommergibili, che ha la sua base e la scuola a Taranto

BRINDISI - I “professionisti degli abissi” si raccontano e per gli studenti del “G. Ferraris” di Brindisi, già prossimi all’uscita dal loro corso di studi, inizia un viaggio alla scoperta di una affascinante opportunità professionale. Diventare sommergibilista. O più in generale marinaio del terzo millennio. Magari con una delle tante altre specialità, che la Marina Militare offre ai giovani.   

Aula magna. La sala è gremita da un centinaio di giovani studenti. Lo schermo gigante propone esplicative diapositive e qualche breve filmato. A dialogare con loro c’è il team della pubblica informazione di Comflotsom, il Comando flottiglia sommergibili, che ha la sua base e la scuola a Taranto. Per un sommergibilista la semplicità e l’umiltà sono di rigore. Ed ai ragazzi questo piace. Entrano subito in sintonia con il relatore ed i due testimonial. Uno di loro, rivela, è stato a suo tempo uno studente proprio del “Ferraris”. 

Un momento dell'incontro-10

“Essere sommergibilisti significa fare ed evitare di apparire” - esordisce il team -. I ragazzi ascoltano. Fanno domande. La prospettiva, che gli viene presentata è un’affascinante, stimolante e gratificante professione. Da perseguire, eventualmente, per chi lo volesse, anche con studi a livello universitario a costo zero.

Ma come si diventa sommergibilista? E soprattutto come si svolge la sua giornata lavorativa a bordo? Ovvero, che compiti ha un sommergibile? Questo, e tanto altro ancora, è stato il refrain, che per quasi due ore è rimbalzato tra il team dei sommergibilisti e gli studenti. Che hanno così “scoperto” le molteplici attività di impiego dei “battelli” (così gli equipaggi indicano i sommergibili n.d.r.) a tutela degli interessi e protezione del Paese Italia. 

 Gli studenti “navigano” alla scoperta delle tante innovazioni tecnologiche di cui i “battelli” di nuova generazione dispongono. Come la reazione tra l’idrogeno e l’ossigeno per poter caricare in immersione le batterie. E l’impego del litio, che consente di avere batterie di ultimissima generazione, molto più piccole, ma con una carica elettrica di gran lunga maggiore. Oppure i periscopi capaci di fotografare in ogni dettaglio obiettivi a distanze inimmaginabili per il cittadino comune.  

Sommergibili, o sottomarini? Forse più appropriato indicarli come vere e proprie “astronavi del mare” dall’alto contenuto tecnologico. Perché come le astronavi, che si muovono nello spazio i “battelli” fanno altrettanto in acqua. E se le astronavi navigano verso il futuro, anche i più moderni sottomarini muovono decisamente verso nuove frontiere tecnologiche. Anche per questo da tempo, infatti, sono in atto studi di comparazione del comportamento umano tra chi viaggia nello spazio e chi naviga negli abissi. 

Insomma, affascinanti sfide professionali per un giovane, che vuole scommettere sul suo futuro. “Quello che la Marina Militare - ha spiegato il team di Comflotsom - offre come una opportunità da non sottovalutare”. L’incontro tra i giovani studenti ed i sommergibilisti è stato promosso dal Gruppo Anmi (Associazione nazionale marinai d’Italia) di San Pietro Vernotico, che ha presenziato all’iniziativa. Sommergibilisti di vecchia generazione. 

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