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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Una provincia di Serie B, dove la salute dei cittadini vale di meno

La scomparsa di Antonio Picciolo, lo scorso 9 gennaio a Taranto, ha magicamente puntato i riflettori sul reparto di Radiologia interventistica del Perrino. Ancora oggi il servizio pubblico non è attivo

BRINDISI - Intorno alle ore 1.15 dello scorso 6 gennaio, il 39enne brindisino Antonio Picciolo è stato trasportato dal 118 nel Pronto Soccorso dell’ospedale Perrino. Arrivato in codice rosso, l’uomo presentava disturbi neurologici. La successiva Tac ha evidenziato un'estesa emorragia subaracnoidea e così gli operatori hanno contattato gli altri ospedali regionali dotati del reparto di Radiologia interventistica. Un’operazione imprescindibile, vista la mancata funzionalità del servizio pubblico (ancora attuale) presso il nosocomio brindisino da quasi tre anni. 

Intorno alle ore 4.30 è stato avviato il trasferimento del paziente presso l’ospedale Santissima Annunziata di Taranto. Purtroppo, i tentativi di salvare la vita ad Antonio, padre di due figli, sono risultati vani. Il 39enne è deceduto in data 9 gennaio 2024. Di certo, quelle tre ore trascorse fra la sua presa in carico al Perrino e l’arrivo alla Radiologia interventistica di Taranto non hanno aiutato. 

Un caso vecchio, diventato nuovo

Magicamente, l’opinione pubblica, i media e soprattutto la politica (di maggioranza ed opposizione) si sono ricordati che il reparto di Radiologia interventistica dell’ospedale brindisino è chiuso dal 2021 per mancanza di personale. Questo vuol dire che la strumentazione c’è, ma mancano gli operatori. 

Francamente, è difficile stabilire cosa sia peggio tra l’assenza di disponibilità del servizio, che continua a persistere ancora adesso, oppure la morte di una persona utile per accendere i riflettori su una questione di così grande importanza. 

Del resto, a distanza di quasi un mese dalla prematura scomparsa del giovane padre brindisino, ancora nulla di concreto è cambiato. Ciò presuppone che quanto già successo possa accadere nuovamente, a chiunque abiti nella provincia di Brindisi. Se come tutti auspicano il reparto si dovesse attivare presto, vorrebbe dire che - con un impegno in più della Regione - quantomeno ci sarebbe potuta essere una speranza in più per Antonio Picciolo. 

La soluzione auspicabile, seppur difficilmente realizzabile, per tamponare il problema pare quella paventata nei giorni scorsi dai consiglieri regionali Amati e Vizzino. Ovvero, non garantire un trasporto più o meno organizzato dei pazienti verso Lecce o Taranto, ma redistribuire provvisoriamente i medici specialisti attualmente in servizio presso i presidi non rientranti tra i centri di trauma. Sarebbe questa la prospettiva utile per equiparare Brindisi agli altri capoluoghi pugliesi, e non rendere sempre di più i suoi cittadini di Serie B.

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