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Sabato, 27 Aprile 2024
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Scuola: il Tar sospende l'ordinanza regionale, si torna in aula

Accolto il ricorso presentato dalle associazioni contro il provvedimento del governatore Emiliano: niente Dad al 100 per cento

Michele Emiliano non si arrende. Dopo la sospensione dell’ordinanza emanata lo scorso 20 febbraio, il presidente della Regione Puglia è pronto a reintrodurre la didattica a distanza al 100 per cento in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Il Tar di Lecce aveva accolto nel tardo pomeriggio di oggi (martedì 23 febbraio) la domanda cautelare di sospensione dell’ordinanza n.56 del 20 febbraio 2021 emanata dal presidente della Regione Puglia. Il ricorso è stato presentato dal Coordinamento nazionale degli insegnanti specializzati, dall'Associazione difesa dei diritti e dall’Associazione Europea ed Extraeuropea operatori specializzati. Tornano vigenti, dunque, le norme nazionali del Dpcm in vigore nelle zone gialle, che prevedono la didattica in presenza al 100 per cento nelle scuole elementari e medie e al 50 percento nelle scuole superiori, con facoltà di scegliere la didattica integrata a distanza, sulla base di una precedente ordinanza di Emiliano. L'associazione dei consumatori aveva già impugnato presso il tribunale amministrativo l’ordinanza di chiusura delle scuole emessa da Emiliano lo scorso 28 ottobre.

Il provvedimento firmato sabato scorso, valido fino al prossimo 5 marzo, imponeva alle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado e ai Cpia di adottare “forme flessibili dell’attività didattica in modo che il 100 per cento delle attività scolastiche sia svolto in modalità digitale integrata (Ddi), riservando, sulla base della valutazione dell'autonomia scolastica, l’attività didattica in presenza agli alunni per l’uso di laboratori qualora sia previsto dall’ordinamento, o per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata”.

Le motivazioni del provvedimento

Il Tar rileva la contraddittorietà fra il provvedimento regionale, che pone il tetto massimo del 50 per cento alla didattica in presenza, e il Dpcm del 14 gennaio 2021, sulla base del quale “il limite del 50 percento è una soglia al di sotto della quale deve ritenersi non sufficientemente assolto, né garantito, lo standard minimo dei servizi scolastici”. L’ordinanza è stata inoltre dettata dalla necessità di attuare la campagna vaccinale sugli operatori scolastici, ma il giudice rimarca come “i tempi prevedibili e previsti di tale attuazione, non indicati dall’ordinanza, ma ricavabili da comunicati delle strutture sanitarie pubbliche e da univoche notizie di stampa, non sono affatto compatibili con la durata di pochi giorni dell’efficacia dell’ordinanza”. 

Sarebbe utopistico, insomma, pensare di poter completare la campagna vaccinale sul personale scolastico entro il 5 marzo. Per questo, secondo il giudice, l’ordinanza, avrebbe dovuto avere una “efficacia molto più lunga”. Lo stesso inoltre, partendo dal presupposto che l’esigenza principale sia quella di completare le vaccinazioni, “dovrebbe essere prorogato o rinnovato per un periodo più lungo, la qual cosa non potrebbe che vanificare l’apporto didattico e formativo dell’anno scolastico 2020-21 per alunni e studenti in Puglia, in violazione dei livelli essenziali di prestazione fissati dallo Stato mediante i provvedimenti governativi”. 

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