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Lunedì, 29 Aprile 2024
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San Pietro, rincari Tari: "Lo strumento per aiutare i cittadini c’era ed è stato ignorato"

L'ex sindaco di San Pietro Vernotico, l’avvocato Pasquale Rizzo, torna a parlare di Tari

SAN PIETRO VERNOTICO – I rincari della Tari, Tassa sui rifiuti, stanno suscitando polemiche e malcontento tra i cittadini di San Pietro Vernotico. L’attuale amministrazione ha previsto riduzioni del 40 e 50 per cento per chi ha un Isee inferiore, rispettivamente a 12mila e 6mila euro ma questo provvedimento non è servito per placare gli animi di si sta ritrovando a pagare dai 50 ai 100 euro in più rispetto all’anno precedente (e con Isee di poche decine di euro superiore ai 12mila euro), specie se si considera il fatto che a San Pietro Vernotico il servizio di raccolta dei rifiuti prevede una differenziazione precisa e capillare, da troppi anni ormai. Tanto per fare un esempio l’umido-organico viene ritirato per tre volte a settimana, in alcuni comuni lo stesso viene conferito insieme alla “differenziata”. Scrupolosa differenziazione anche per carta, vetro, metalli e plastica.

Da anni ormai i sampietrani sono abituati a differenziare eppure la Tari non diminuisce per effetto delle agevolazioni legate al raggiungimento del 65 per cento di differenziata. Dove sta l’inghippo? La differenziazione va poi a buon fine? Si chiedono quei cittadini virtuosi che ogni giorno separano diligentemente i rifiuti. 

Secondo l’ex sindaco di San Pietro Vernotico, l’avvocato Pasquale Rizzo, attualmente consigliere di opposizione: “Se oggi la Tari incide tanto, la colpa è della Regione Puglia per l’elevato costo di smaltimento”, ma anche dell’attuale amministrazione “che non ha usato per ridurre il carico fiscale, con la manovra di bilancio, il tesoretto di quasi due milioni di euro lasciato dall’amministrazione Rizzo nel 2022”.

Rizzo, nella nota inviata agli organi di informazione, fornisce alcuni dati: “quando Argentieri (l’attuale sindaco, ndr) era vice sindaco, il Comune raggiungeva la percentuale di indifferenziata del 32,01 per cento (anno 2017, il 2016 non è stato comunicato alla Regione). Nel 2021 è stata del 65,62 per cento; nel 2022 del 64,52 per cento (in realtà è stata del 64,77 per cento)”. Aggiungendo che per lo 0,38 per cento di “rifiuti mischiati” (non dai cittadini) non è stato superato il 65 per cento “e paghiamo il 2 per cento in più di ecotassa (poche decine di migliaia di euro a fronte di un ruolo di quasi tre milioni di euro)”. 

“Non credo che chi ha ricevuto una Tari, nel 2022, pari a 200 euro si stia lamentando perché quest’anno deve pagare 204 euro. Gli aumenti sono stati molto più consistenti per tante famiglie. Il fatto grave, è che nel 2017 spendevamo per smaltire i rifiuti 527.716,46, euro e nel 2022 abbiamo speso 1.124.965,71 euro, oltre il 100 per cento in più. La Regione stabilisce dove ogni comune deve portare per lo smaltimento i rifiuti, ed i costi di trasporto. Il piano dei rifiuti regionale è un disastro: i privati, di fatto, gestiscono il mercato, vista la carenza di impianti pubblici. Sanità, in provincia di Brindisi, e rifiuti sono un disastro”. 

Secondo Rizzo, inoltre, la causa degli aumenti non può attribuirsi al mancato espletamento della nuova gara: “Facendo una nuova gara (che copre due anni per disposizione regionale), non potendosi prevedere servizi inferiori a quelli oggi erogati, considerando l’aumento del costo dei carburanti, del personale, delle attrezzature, automezzi compresi, potrà mai il Comune spendere meno di quanto le aziende hanno offerto nel 2020?”. 

“Sulla Tari, se la Regione continua ad essere inadempiente, i miracoli non possono farsi e non si può ridurre il costo complessivo che nel tempo può solo aumentare: lo strumento per aiutare i cittadini c’era, lo ha messo a disposizione l’Amministrazione Rizzo che, grazie al lavoro svolto, ha accantonato somme da poter utilizzare nel 2023 pari a poco meno di due milioni di euro”. Aggiungendo che queste somme potevano comunque essere usate per ridurre i tributi: “il bilancio è documento unico, per cui se copro spesa, utilizzando l’avanzo libero lasciato dalla precedente amministrazione, avrò a disposizione somme per ridurre i tributi”. 

“Poteva ridursi l’addizionale Irpef, l’Imu, o prevedere ulteriori agevolazioni per la Tari: lo abbiamo proposto, insieme a Marchese, con emendamenti rigettati, e proposte di delibere che non sono state portate in consiglio (e non potranno essere più portate perché ormai il bilancio è approvato)”. 

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