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Lunedì, 29 Aprile 2024
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"Il mio legame con questa terra e il mare: io sono anche i miei libri"

Conversazione con Carmen Nolasco, scrittrice brindisina di nuovo in libreria con il suo ultimo romanzo, "Querida". Dal lavoro di dattilografa alla carriera manageriale, senza mai dimenticare la passione per la lettura e, soprattutto, per la scrittura

BRINDISI - Ci sono aspirazioni che vengono coltivate con calma, per anni, che vengono nutrite con pazienza e che, alla fine, vengono alla luce, in pubblico, grazie a una coincidenza o a una "spinta". Forse è questo il caso di Carmen Nolasco. L'avverbio dubitativo è d'obbligo: quella sopra è una possibilità. O forse non c'è alcuna coincidenza. Doveva essere così. E così è stato. "Da ragazza ho vinto un concorso Enel, facevo la dattilografa. Battevo le relazioni degli ingegneri a macchina, venni assunta per la realizzazione della centrale di Cerano. Correggevo le minute, cambiavo le parole. Io penso che sia cominciata così". Carmen Nolasco è di Brindisi ed è legata alla città, alla Puglia, soprattutto al suo mare. E' tornata in libreria con il suo ultimo romanzo, "Querida" (Fides Edizioni, 2024). Dal 2016, anno d'esordio sotto pseudonimo, ha pubblicato sette romanzi e diversi racconti.

Carmen ha lavorato per anni in Enel, come manager. E' laureata in Sociologia e ora che ha concluso la carriera manageriale, si dedica alla scrittura. Una biografia non può mai essere riassunta in un curriculum, né da qualche parola in una terza di copertina. Una chiacchierata è sempre illuminante. E così Carmen Nolasco, in un ventoso venerdì di febbraio, è pronta a raccontare la sua vita da scrittrice in un caffè di Brindisi. Capelli lisci e scuri, vestita con cura ma in maniera non vistosa, sorseggia una tisana e risponde alle (poche) domande dell'interlocutore e racconta di una aspirazione coltivata con calma, nel corso degli anni. L'aspetto e il cognome, di vaghi echi ispanici, uniti al titolo del libro fanno pensare alla Spagna, ma lei è brindisina doc. La famiglia ha vissuto in Egitto. E' il 1962, il primo ministro Nasser ha già avviato la campagna di nazionalizzazione e "spinge" gli stranieri ad abbandonare il suolo nazionale. I genitori tornano in Italia e, poco tempo dopo, nasce Carmen. Da ragazza, vince il concorso Enel e comincia la sua attività di dattilografa e di "correttrice di bozze". L'azienda all'epoca rende concreta per i dipendenti la possibilità di studiare, di formarsi ulteriormente, e così Carmen coglie l'occasione.

La copertina di Querida di Carmen Nolasco

Poi, i viaggi di lavoro, la carriera brillante e la sua vita. Ma Carmen continua a scrivere. E qui si parla soprattutto della Carmen scrittrice. La svolta, l'occasione, arriva nel 2013. Un'amica legge un suo scritto. Le piace molto. E spinge Carmen a partecipare a un concorso indetto dalla casa editrice barese Les Flâneurs. Il primo premio è suo. E così, nel giro di tre anni, il suo primo romanzo vede la luce. Si chiama "Io sto nel mezzo" e viene pubblicato con lo pseudonimo di Consola Maria Armeni. Ora nella sua immensa libreria a parete quel titolo fa compagnia a Fëdor Dostoevskij, ad Alberto Moravia, a Stephen King. La passione per la lettura va di pari passo con quella per la scrittura. E dalla borsa tira fuori un Adelphi, "L'eredità di Eszter", di Sándor Márai. "Come lettrice mi piace essere sorpresa. Amo il cinema, amo l'imprevisto. E mi piace giocare", spiega. Le sue opere fanno parte della grande famiglia della narrativa, ma possono essere catalogate come thriller, anche psicologici. Ma nei romanzi il "dove" sa essere importante. In quelli di Carmen lo scenario è raramente esplicitato ma, grazie ad alcuni dettagli, il lettore capirà di trovarsi a Polignano a Mare, per esempio.

"La spiaggia", pubblicato nel 2023, parla proprio di quella di Sant'Apolinnare. E' il suo personale omaggio a Brindisi. Il legame tra Carmen e il mare è evidente. Durante il periodo della pandemia, quando poteva, sospendeva per cinque minuti lo smart working per concedersi un caffè e una passeggiata nei pressi della Lega Navale, al mattino. E allora, quanto c'è di Carmen nei suoi romanzi? "Io sono nei miei libri, l'aspetto autobiografico esiste, ovviamente. Ma non mi riferisco solo ai luoghi e ai personaggi. E poi, il finale... Ovviamente, curo l'incipit, curo lo svolgimento, ma mi concentro sul finale. E sulla scrittura. Non ci deve essere solo una bella storia, ma deve anche essere scritta bene". L'ultima battuta, prima che la tisana si raffreddi, è dedicata al suo "Querida", scritto tra il 2017 e il 2018. La copertina è stata realizzata, per gioco, attraverso l'intelligenza artificiale. Non a caso, è questo l'argomento del romanzo. Perché questa lunga attesa prima della pubblicazione? All'epoca il tema era futuristico, praticamente. E si parla di sei anni fa. Oggi è attuale. L'ultimo sorso di tisana è andato giù. Carmen sorride e saluta educamente. L'ultimo pensiero è invece dedicato alla tempistica: lo scrittore "legge" nel futuro? No, ma coglie i segnali. E quando può, li mette nero su bianco. Anche con sei anni d'anticipo rispetto al resto del mondo.

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