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Lunedì, 29 Aprile 2024
Attualità San Pietro Vernotico

Sportello ascolto Voice a rischio chiusura per mancanza di soldi: "Il territorio perde un altro presidio"

Si tratta del “Centro risorse per la famiglia” e dello “Sportello ascolto antiviolenza” attivati sul territorio di San Pietro Vernotico nell’aprile del 2023

SAN PIETRO VERNOTICO – Il “Centro risorse per la famiglia” e lo “Sportello ascolto antiviolenza” attivati sul territorio di San Pietro Vernotico nell’aprile del 2023, noti come “Sportello ascolto Voice” rischiano di chiudere per mancanza di soldi. Da quando è aperto, infatti, l’Ente comunale non ha pagato il servizio alla Cooperativa che lo gestisce, “Il Sogno” in Ati (Associazione temporanea d’impresa) con la cooperativa “Oasi”. Si tratta di circa 50mila euro annue da erogare su base mensile. Fino a questo momento la nuova amministrazione, subentrata un mese dopo l’avvio delle attività, non ha provveduto a finanziare il progetto, nonostante la presenza delle somme in bilancio e nonostante il fatto che l’utenza che usufruisce dello stesso è “selezionata” dai Servizi sociali del Comune in sinergia con Tribunale (sia di Brindisi che Lecce) e Consultorio. In buona sostanza il Comune si occupa di inviare i soggetti beneficiari del Servizio alla Cooperativa ma non paga la stessa pur avendo i soldi. 

Questo è quanto emerso in un incontro svoltosi nel pomeriggio di ieri, venerdì 16 febbraio, tra i consiglieri di opposizione Pasquale Rizzo (ex sindaco di San Pietro), Giuliana Giannone e Gianluca Epifani anche ex assessori, unitamente all’ex assessore Massimo Canoci, con la presidente Federica De Luca, l’assistente sociale e un’operatrice. La presidente, senza mezzi termini, ha annunciato che purtroppo se i soldi non arrivano devono sospendere il servizio. Unico sul territorio e del circondario.  

I quattro dipendenti (una psicologa, un’assistente sociale e due operatrici), quindi, hanno lavorato per quasi un anno senza stipendio? No ma solo perché la Cooperativa ha provveduto a erogare la retribuzione attingendo da altri fondi. Al momento i dipendenti non ricevono lo stipendio da 2 mesi. 

Centro ascolto famiglie Voice1

“Purtroppo abbiamo dovuto provvedere a trovare i fondi per pagare le lavoratrici per evitare di risultare irregolari con il Durc (Documento unico di regolarità contributiva, ndr) – spiega la presidente – ma i soldi si stanno finendo e non possiamo continuare a utilizzare altre risorse, sottraendole ad altri servizi, e per questo stiamo valutando l’ipotesi di chiudere gli sportelli”. 

A chi si rivolgono gli sportelli

Come già accennato si tratta di servizi che si rivolgono alle fasce deboli. Lo “Sportello ascolto antiviolenza Voice”, garantisce un presidio che: promuove sul territorio una cultura contro la violenza “di genere” per favorire una presa di coscienza generalizzata del problema anche attraverso la formazione degli operatori sociali e degli “osservatori privilegiati”. 

Il Centro per la Famiglia nasce con funzioni di sostegno psicologico, pedagogico, sociale per le famiglie che si trovano ad affrontare difficoltà legate alle responsabilità genitoriali. Inoltre è attivo il “Servizio di Spazio neutro” che sostiene e favorisce il mantenimento della relazione tra il bambino e il genitore o adulti di riferimento per lui significativi in quelle vicende familiari in cui questo bisogno-diritto non è stato rispettato a causa di conflitti intrafamiliari, separazioni e/o divorzi, affido. Si tratta di uno spazio “neutrale” e protetto dove le famiglie possono incontrarsi alla presenza di operatori competenti (psicologi e assistenti sociali), abituati a mediare i conflitti ed aiutare i genitori a svolgere il proprio ruolo anche dopo la fine del rapporto di coppia ovvero i nonni/zii nella ripresa di un rapporto con il nipote magari interrotto per conflitti familiari. 

Tale spazio è accessibile esclusivamente su decreto del Tribunale per i Minorenni, ordinanza o decreto del Tribunale Ordinario, ordinanza del Giudice Tutelare, segnalazione dei Servizi Sociali territoriali, separazioni, lutti o divorzi, disagio dei minori. Il Centro servizi per le famiglie Voice è stato accorpato allo stesso immobile con rifunzionalizzazione della restante parte dello stesso a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione - programmazione 2014-2020, di cui all’art. 1, comma 6, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, per ciascuno degli anni dal 2020 al 2023, per investimenti in infrastrutture sociali” (finanziamento diverso rispetto allo sportello Antiviolenza). Un servizio, quindi, che il territorio non può permettersi di perdere, il danno sarebbe soprattutto a carico di chi ne usufruisce. Ma ci sono anche lavoratrici che rischiano di perdere il posto. “Quasi ogni settimana mi reco al Comune per chiedere quando verranno erogati i contributi, e mi viene risposto che si deve verificare la legittimità degli atti”, Aggiunge la De Luca. 

Le presunte anomalie del bando 

“Il bando Pon a cui abbiamo partecipato era riferito a un Centro Antiviolenza. Successivamente una legge regionale ha stabilito che quei tipi di centri potevano essere attivati e seguiti solo dagli Ambiti di zona (San Pietro fa parte di Mesagne) mentre i Comuni potevano attivare solo lo Sportello ascolto. Di conseguenza abbiamo “applicato” il procedimento a Sportello ascolto". Sarebbe questa l’anomalia da verificare: il finanziamento è stato ottenuto per "Centro Antiviolenza" mentre attualmente il servizio offerto è "Sportello ascolto". Ma solo perchè una legge successiva ha stabilito nuove procedure e regole. Gli utenti ne usufruiscono regolarmente.

"La coop in questione ha partecipato alla gara non per “Centro antiviolenza” ma per “Sportello ascolto” e né Prefettura, né Ministero degli Interni hanno mai minacciato revoche di finanziamenti o altre cose similari. Il finanziamento è stato anche rendicontato e il Ministero ha chiuso il procedimento positivamente”. Hanno spiegato i consiglieri di opposizione.

I consiglieri di opposizione davanti all'Immobile

“Inoltre va sottolineato che nella Pubblica amministrazione c’è un principio sacrosanto: non va messa in discussione la buona fede di chi ha firmato un contratto e di chi ha ottenuto l’affidamento. Si tratta di una proceduta mai impugnata da nessuno, neanche dall’amministrazione in autotutela. Quegli stipendi, quindi, vanno pagati per legge. E noi abbiamo lasciato i soldi per la copertura del servizio, l’affidamento è coperto, quei soldi stanno lì per questo non possono essere spostati. Quello che si sta verificando è inconcepibile e c’è il rischio che il territorio perda un altro presidio”. L’opposizione annuncia di essere intenzionata a interpellare il Prefetto. 

Lo sportello nel bene confiscato alla criminalità 

Va aggiunto, infine, che lo Sportello è stato attivato in un immobile confiscato alla criminalità. Nel 2018, infatti, il Comune di San Pietro Vernotico ha partecipato all'Avviso Pubblico con procedura a sportello per “l'individuazione di interventi di recupero e rifunzionalizzazione di beni confiscati alla criminalità organizzata in Regione Puglia” per la presentazione Programma operativo nazionale “Legalità” 2014/2020 - Asse 3 Obiettivo specifico 3.1 Avviso pubblico con procedura valutativa a sportello per l’individuazione di interventi di recupero e rifunzionalizzazione di beni confiscati alla criminalità organizzata in Regione Puglia”. 

“La proposta progettuale prevedeva operazioni di recupero e di rifunzionalizzazione dell’ immobile confiscato alla criminalità organizzata siti in via Brindisi. 310 piano primo a San Pietro Vernotico finalizzato alla realizzazione di un centro per donne vittime di violenza, destinato ad ulteriori fasce deboli della popolazione e dirette a incidere sul miglioramento delle condizioni di legalità anche con coinvolgimento del partenariato istituzionale, economico-sociale e delle organizzazioni sul territorio nel processo di riconversione del bene confiscato”. 

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