rotate-mobile
Opinioni

Opinioni

A cura di Blog Collettivo

Abusivismo reale nel settore turistico: un problema anche di sicurezza

Il convegno "B&B Day" tenutosi il 28 ottobre è stata un’occasione per parlare di turismo dialogando con gli operatori, quelli che dal basso, ogni giorno, hanno il polso della situazione

BRINDISI - Il recente Convegno tenutosi il 28 ottobre denominato B&B Day, è stata un’occasione, forse tra le prime dall’insediamento della nuova amministrazione per parlare di turismo dialogando con gli operatori, quelli che dal basso, ogni giorno, hanno il polso della situazione.  Felice, la scelta del sito, la Casa del Turista, azzeccata la formula – workshop- nel voler dare contenuti e proposte a quello che avrebbe potuto essere anche solo un momento di convivialità di un’Associazione. Presenti i presidenti delle corrispondenti associazioni, leccese e tarantina che hanno palesato con schiettezza e passione, limiti ed obiettivi dei singoli territori. 

Il fenomeno dell'abusivismo reale

Si è parlato di microricettività (e non di B&B come faceva pensare il titolo) sul nostro territorio, formula, che evidentemente abbraccia una congerie di siti (B&B, casa vacanze, affittacamere, agriturismi) che  rispondono a domande ed utenze del tutto diverse. Sotto questo profilo, le osservazioni sollevate in passato, da Federalberghi sul tema “abusivismo” sono corrette ma devono essere orientate nella giusta direzione. Se battaglia dev’esserci, quella deve indirizzarsi verso l’abusivismo reale, quello di coloro che svolgono un’attività imprenditoriale ma che sono del tutto sconosciuti al fisco, al Comune, alla Polizia.

E qui, il danno non si risolve soltanto nei mancati introiti fiscali, nel mancato versamento dei contributi previdenziali da lavoro irregolare, nel mancato invio dei dati (ordine pubblico), nei tributi comunali dimidiati che paga il proprietario che non dichiara l’attività ma anche in una concorrenza sleale nei confronti, di chi l’attività la svolge nel rispetto delle normative (alberghiero ed extralberghiero).  E la scelta di lavorare nella legalità dev’essere un valore oggetto di tutela da parte degli enti preposti, assenti in questa battaglia. 

Questione sicurezza

Un fenomeno emerso e ancora sottovalutato è anche quello degli stranieri trasferitisi sul nostro territorio che hanno acquistato immobili, destinati tramite i portali Airbnb, Booking, all’affitto (complice l’assenza di controlli) stagionale per somme annue medie di circa quarantamila euro, conservando la residenza nei paesi di origine. Nel nostro hinterland, il fenomeno è noto, ma ignoto alla sola amministrazione finanziaria e comunale. 

I consistenti flussi di denaro (che transitano su conti esteri) generati (in alcuni comuni si parla di decine di milioni di euro all’anno; il conto è presto fatto se si pensa che almeno un centinaio di case vacanze sono abusive) dovrebbero fare gola ad un fisco, forte solo con i deboli. Basterebbe infatti incrociare i dati presenti sui motori di ricerca (Ota) con le Scia depositate presso il Comune per distinguere i regolari dagli abusivi. Invece, i controlli si risolvono quasi sempre nelle verifiche dei regolari. Non senza contare, la pericolosità insita nelle mancate comunicazioni dei dati alla questura degli alloggiati, che sfuggono, in tempi di terrorismo internazionale, a qualsiasi controllo.  L’attività repressiva omessa è foriera di un ulteriore danno oltre quello erariale latu sensu, quello alla collettività, derivante dalla fruizione di beni pubblici in misura maggiore, ad opera di privati non contribuenti. 

Concorrenza sleale 

Sotto diverso profilo, l’abusivismo genera una concorrenza sleale a detrimento della qualità dell’offerta. L’abusivo ha interesse a vendere selvaggiamente le sue camere perché il mese dopo potrebbe decidere di fare altro, non trattandosi ab initio di un’attività sulla quale investire. Poco importa se il bagno ha il bidet rotto, la tenda di plastica o se la colazione è fatta con le merendine scadute. Sappiamo che il cliente orienta la propria scelta principalmente in base al prezzo e sappiamo che un ospite che spende 25,00/30,00 euro a notte a camera non spenderà in ristoranti, visite ed escursioni. La struttura abusiva che offre le sue camere a prezzi inferiori a quelli di mercato, costringe di fatto, quella non abusiva a rivedere le proprie politiche di prezzo, dando luogo ad una guerra al ribasso.

Un network per la promozione del territorio

E’ facile comprendere come l’abusivismo influenzi la qualità del turismo su un territorio e come, l’amministrazione, con le sue omissioni, decida, di fatto, quale turismo agevolare e quale no. E nessuno di noi vuole “Brindisi abusiva” quale brand. Fare di un territorio una "destinazione turistica" transita però anche dalla creazione di un network tra gli attori locali, pubblici e privati con un’attività dal basso, possibile e poco onerosa. Presupposto è che ognuno faccia il proprio dovere, realizzando una rete informativa e comunicativa tra le risorse (anche associazionistiche) esistenti sul territorio. 

Promuovere un territorio con quello che già si ha a disposizione e gratuitamente si può, favorendo la circolarità della comunicazione tra Comune ed i suoi operatori. Spesso gli eventi organizzati dal comune di Brindisi o da quelli viciniori, non vengono neppure comunicati agli operatori della ricettività che ne vengono a conoscenza per caso o dai loro ospiti.  Eppure la creazione da parte dell’ufficio comunale, di una long list di indirizzi email degli operatori ai quali inviare in anticipo l’elenco degli eventi programmati, non è una cosa complicata.
Sicché appare utile definire strategie tra comuni diluendo le attività di tutti, in un periodo di tempo tale da favorire la destagionalizzazione.

Certamente questo processo transita da sindaci illuminati, come pure da impiegati competenti, per i quali occorre prevedere interventi di formazione, perché il turismo non è soltanto questione di invio di dati statistici o Scia, ma coinvolge aspetti che abbracciano materie diverse ma interconnesse. Brindisi potrebbe essere capofila di questo processo, attraverso l’adozione di un Piano strategico del turismo pluriennale, che coinvolga i diversi dipartimenti, turismo, commercio, agricoltura, urbanistica, artigianato.

Le pagelle

Otto, all’ente organizzatore che, ha saputo coinvolgere, Amministrazione comunale e regionale, associazioni del territorio come InFoto (il marketing turistico viaggia attraverso le foto) e consulenti di marketing digitale (senza quello non si va molto lontano).

Sette all’assessore Pinto (per la cattiva abitudine di manovrare il cellulare durante gli interventi), fattivo, crudo e disincantato, che ha raccolto l’invito a combattere la piaga dell’abusivismo. Vedremo. 

Sette all’assessore regionale alle Attività Produttive Borracino, pacato e diretto, che ha formalizzato la propria disponibilità per un tavolo di concertazione tra operatori della ricettività e delle aree tematiche interconnesse, prima tra tutti  i trasporti. Vedremo.

Due, a chi ha proposto di rivalorizzare l’aeroporto di Grottaglie, perdente ‘l’idea che “l’orto mio è meglio di quello tuo”. 

Zero, all’assessore regionale al turismo Loredana Capone, invitata ed assente ingiustificata. Qualche vecchia ruggine con Brindisi? Andiamo avanti, per favore. 

Otto, al Presidente della Stp, da poco a capo delle Ferrovie Appulo-lucane che è apparso subito sul pezzo, consapevole che lo sviluppo turistico viaggia di pari passo all’efficientamento delle reti logistiche ed all’unione di aree geografiche.

Purtroppo assente il Sindaco di Brindisi, che confidiamo abbia l’audacia di regalarsi e regalarci presto spazi di ascolto condiviso, nella ricerca di uno sviluppo turistico di alto profilo, per il nostro territorio. 

Si parla di

Abusivismo reale nel settore turistico: un problema anche di sicurezza

BrindisiReport è in caricamento