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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Perchè ci ha colpito e ci è piaciuto subito questo Papa con i sandali

Siamo sinceri, Papa Francesco ci è piaciuto subito. Sarà stato quell’accento gioviale, quel “Fratelle e sorelle buonasera!”, l’annuncio che il vescovo di Roma e il suo popolo cammineranno insieme che lo hanno consegnato all’affetto della folla.

Siamo sinceri, Papa Francesco  ci è piaciuto subito.  Sarà  stato quell’accento gioviale, quel  “Fratelle e sorelle buonasera!”,  l’annuncio  che il vescovo di Roma e il suo popolo cammineranno insieme che lo hanno consegnato all’affetto della folla. Sarà stato quel suo profondo inchino verso il popolo di  San Pietro, dopo aver recitato assieme il Padre Nostro, l’Ave Maria e il Gloria al Padre, che sulla Loggia non si era mai visto,  che ci ha fatto dimenticare i suoi 76 anni.

E’ stato subito amore: primo Papa gesuita, primo non europeo,  primo a salutare un ex Papa,  primo a chiamarsi Francesco. Francesco….  nessun Papa aveva mai osato tanto, un nome che è un ritorno al Vangelo, alla fondazione del proprio Ordine,  alla missione di una Chiesa disincarnata dalle ambizioni terrene, Francesco che prende per mano gli ultimi,  toccandoli, vivendoli  in metropolitana come a messa,  senza  autista né macchine blu, che vola  low cost, sempre rifiutati incarichi nella Curia romana, in Vaticano quando strettamente  indispensabile.

Certo l’elezione di Francesco  va nella direzione  auspicata dalla Curia, ma anche di quella  che voleva il popolo,  un uomo di Dio, un testimone,  che conosce la rotta:  Dio verso gli uomini e gli uomini verso Dio.

E nella diocesi di  Buenos Aires, da tempo il Pastore va nelle strade,  per amministrare i  sacramenti, perché “Si deve uscire da se stessi, andare verso la periferia. È vero che uscendo per strada, come accade a ogni uomo e a ogni donna, possono capitare degli incidenti. Però se la Chiesa rimane chiusa in se stessa, autoreferenziale, invecchia. E tra una Chiesa accidentata che esce per strada, e una Chiesa ammalata di autoreferenzialità, non ho dubbi nel preferire la prima», queste le parole di Papa Francesco appena  pochi giorni addietro, uno che  va subito al sodo.

Un aneddoto di questa essenzialità risale al Concistoro del 2001, quando Giovanni Paolo II lo fece cardinale;  c’era il problema dell’abito. Saputo che sarebbe costato seimila euro, disse “no”,  cercò la stoffa  e lo fece confezionare dalla sorella che sa cucire molto bene.  Era bellissimo, cucito con amore. Benedetto XVI si è congedato ricordandoci che il primo capitale da salvaguardare e valorizzare è l’uomo nella sua integrità: «L’uomo è l’autore, il centro e il fine di tutta la vita economico-sociale» ( Benedetto XVI Caritas In Veritate ).

Per due volte il Conclave ha sponsorizzato il cardinale argentino, pur modificata la composizione del Collegio per il 50 per cento e così comprendendo il "mistero" dell'impotenza di Ratzinger, è stato premiato dalle prime mosse del nuovo Papa se è vero  che lo si riconosce dai particolari. Dopo l’elezione quando tutti sono nella Cappella Sistina nel rito dell’omaggio dei cardinali, l’usanza vuole che il Papa sieda sul trono e i cardinali in piedi. Ma mercoledì i cardinali erano in piedi ed il Papa pure. E’ un fatto che la mozzetta non l’ha messa presentandosi alla loggia con l’abito bianco e la sua croce pettorale di ferro.

E dopo aver parlato, Papa Francesco è salito sul bus con gli altri cardinali, così come era arrivato e c’è da sperare che al nuovo stile, non siano soltanto quelli della security vaticana a doversi adeguare.

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