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Cronaca

5 espianti: negato accompagnamento

SAN PIETRO VERNOTICO – A causa di un carcinoma gastrico gli sono stati espiantati 5 organi (stomaco, milza, duodeno, testa e coda del pancreas con riduzione dell’intestino), pesa 43 chilogrammi, ha bisogno di assistenza continua, sua moglie è disoccupata e l’Inps a gennaio scorso gli ha anche negato l’accompagnamento. Peggio di così non gli poteva andare. Protagonista di questa triste vicenda è un 63enne di San Pietro Giuseppe Novara. L’associazione in difesa dei consumatori “Assoutenti” con sede a San Pietro ha già presentato un esposto in Procura per chiedere chiarimenti e far riavere all’invalido sanpietrano i soldi di cui ha goduto fino a gennaio scorso e che gli hanno permesso di condurre una vita dignitosa nonostante le patologie di cui è affetto.

SAN PIETRO VERNOTICO – A causa di un carcinoma gastrico gli sono stati espiantati 5 organi (stomaco, milza, duodeno, testa e coda del pancreas con riduzione dell’intestino), pesa 43 chilogrammi, ha bisogno di assistenza continua, sua moglie è disoccupata e l’Inps a gennaio scorso gli ha anche negato l’accompagnamento. Peggio di così non gli poteva andare. Protagonista di questa triste vicenda è un 63enne di San Pietro Giuseppe Novara. L’associazione in difesa dei consumatori “Assoutenti” con sede a San Pietro ha già presentato un esposto in Procura per chiedere chiarimenti e far riavere all’invalido sanpietrano i soldi di cui ha goduto fino a gennaio scorso e che gli hanno permesso di condurre una vita dignitosa nonostante le patologie di cui è affetto.

Un caso al limite tra la malasanità e l’indifferenza da parte delle istituzioni dove un malato di cancro diventa semplicemente un numero di protocollo che a seconda del numero dei “punti” assegnatili ha diritto o meno alle agevolazioni. Oppure guarisce miracolosamente: per l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, infatti, il 63enne non è più malato di cancro. Eppure Giuseppe Novara i problemi ce li ha e tutti.

Ha dovuto combattere con il male del secolo moltissimi anni fa quando la Scienza non aveva ancora individuato tutti i tipi di cura per chi viene colpito dal cancro, ne è uscito vincitore. Nonostante i numerosi interventi chirurgici che lo hanno invalidato così tanto da esonerarlo dalle visite biennali presso gli uffici dell’Inps che servono per confermare lo stato di invalidità, Giuseppe Novara è riuscito a tirare avanti. Grazie anche all’indennità di accompagnamento riconosciutagli dall’Inps nel 1996 con sentenza n°512. Ha figli a carico (disoccupati) e una moglie che non può lavorare perché lo assiste giorno e notte.

Attualmente, come se non bastasse, cura un carcinoma alla vescica (già operato) e un enfisema polmonare provocato da un falda polmonare nata a causa del posizionamento di un catetere immesso per facilitare l’impianto della flebo. A causa della mancanza di cinque organi, poi, è costretto a un’alimentazione forzata frequente e costosissima e rigorosamente assistita per mezzo di una flebo, la cui soluzione di nutrizione è composta da vari farmaci non mutuabili.

Il 17 gennaio del 2012, poi, il colpo di grazia: l’Inps gli invia una comunicazione in cui dichiara l’esonero dell’accompagnamento per “guarigione”. Questo perché Giuseppe Novara da qualche anno, così come prevede il decreto ministeriale del 2 agosto 2007   destinato ai soggetti affetti da patologia oncologica con compromissione secondaria di organi e apparati, non si è più sottoposto alle visite di controllo che confermano lo stato di invalidità.

Al 63nne, quindi, da gennaio scorso vengono negati quei soldi che gli permettevano di acquistare le flebo che servono per nutrirsi. Una situazione che lo ha invalidato maggiormente provocandogli anche forti stati di ansia sfociati in psoriasi, una malattia della pelle. Nonostante numerose segnalazioni, accompagnate da certificati medici, l’Inps non ha ancora provveduto a ripristinare l’indennità di accompagnamento e così Giuseppe Novara si è rivolto all’associazione dei consumatori Assoutenti nella speranza di veder nuovamente convalidato il diritto a continuare a vivere.

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