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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

“In giro senza comprovata esigenza”: annullata sanzione inflitta in pieno lockdown

La prefettura di Brindisi ha accolto il ricorso presentato dai legali di un 37enne di Brindisi che a marzo 2020 fu multato per violazione delle norme anti Covid: "Riferimento normativo incompleto"

BRINDISI – E’ stato uno dei primi brindisini a subire una sanzione per violazione delle normative anti Covid, ma adesso quella multa gli è stata annullata. La prefettura di Brindisi ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati Marco Elia e Marco Masi, dell’ufficio legale dell’Adoc Uil Brindisi, per conto di un uomo di 37 anni.

I fatti risalgono a quasi due anni fa. Era il 12 marzo 2020. Da tre giorni era scattato un lockdown ferreo per contenere una spaventosa ondata pandemica che soprattutto nel Nord Italia stava mettendo in ginocchio il sistema sanitario. Il 9 marzo 2020 venne emesso un Dpcm (decreto della presidenza del Consiglio dei ministri) che poneva rigide restrizioni alla libertà di movimento. Il 35enne fu sottoposto a un controllo mentre si trovava in via Appia, “fuori dalla propria residenza senza una comprovata ed autorizzata esigenza”. Il verbale redatto dalle forze dell’ordine sfociò in una multa da 210 euro che qualche mese dopo venne notificata all’autore della violazione. Ma la sanzione amministrativa fu impugnata dal cittadino.

Nel ricorso è stata sollevata una questione di natura prettamente giuridica. I legali hanno infatti chiesto l’annullamento della multa, in quanto al loro assistito è stata contestata esclusivamente la violazione dell’articolo 1 del Dpcm del 9 marzo 2022, che estende a livello nazionale delle misure di contenimento del virus già adottate il giorno precedente in Lombardia e in alcune province del Centro-Nord. Per completezza della contestazione, invece, secondo gli avvocati Elia e Masi, “si sarebbe dovuto procedere a contestare anche l’articolo 1 del Dpcm dell’8 marzo 2020”, ossia il provvedimento che disponeva delle restrizioni in delle aree circoscritte del territorio nazionale, poi estese a tutto lo “stivale” il giorno successivo, con il Dpcm del 9 marzo 2020.

Tali considerazioni sono state accolte dalla prefettura di Brindisi, che nel verbale di archiviazione rimarca come nell’annotazione di polizia giudiziaria sia stato “riportato un riferimento normativo incompleto per le disposizioni violate”. 

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