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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Carovigno

Omicidio dei coniugi: ascoltati in caserma due parenti, ancora nessun indagato

Padre e figlio, rispettivamente il fratello 84enne e il nipote di Tonino Calò, ascoltati dai carabinieri della compagnia di San Vito dei Normanni come persone informate sui fatti. Indagini condotte con metodi tradizionali

SAN VITO DEI NORMANNI – Le indagini sono condotte con metodi tradizionali. Il 70enne Antonio Calò e la moglie Caterina Martucci, di 64 anni, avevano, da quanto appreso, un solo telefono cellulare di vecchia generazione. La modesta abitazione di campagna in cui sono stati uccisi a fucilate, a circa un chilometro dalla borgata di Serranova, era sprovvista di telecamere. Stesso discorso anche per le altre villette situate nello stesso scorcio dell’agro di Carovigno. I carabinieri del Norm della compagnia di San Vito dei Normanni diretti dal capitano Vito Sacchi e dal tenente Alberto Bruno continuano a raccogliere testimonianze per far quadrare i tasselli del mosaico investigativo, battendo la pista privata. 

Si presume infatti che il duplice omicidio rappresenti il cruento epilogo di dissidi di natura personale su cui i militari, coordinati dalla Procura di Brindisi, stanno cercando di far luce. Dalla sera di mercoledì, quando Carmelo Calò ha scoperto i cadaveri di fratello e cognata, i carabinieri lavorano senza sosta. Alle ore 11.30 di oggi (martedì 7 marzo) si sono recati presso la caserma della compagnia il fratello 84enne di Calò (non si tratta di Carmelo) e suo figlio (nipote delle vittime). I due sono stati ascoltati come persone informate sui fatti e in quanto tali non necessitavano dell’assistenza di un avvocato. Intorno alle ore 14.20 hanno lasciato la sede dell'Arma, senza rilasciare dichiarazioni ai giornalisti. Al momento non ci sono persone indagate. 

Il delitto di Serranova

Nella giornata di ieri i carabinieri hanno sequestrato un fucile da caccia, regolarmente detenuto, custodito in un capanno dell’abitazione dell’83enne nelle campagne di San Vito dei Normanni, ma l’arma, da quanto appreso, non è riconducibile al delitto.

Continua dunque la ricerca del fucile impugnato dall’omicida, che avrebbe esploso almeno tre colpi: uno ha centrato Tonino Calò, freddato all’ingresso; gli altri due hanno raggiunto Caterina Martucci, trovata priva di vita nella stanza da letto. L’omicidio è stato presumibilmente commesso di giorno, se si considera che la casa era al buio quando Carmelo Calò, intorno alle ore 18.30, ha aperto la porta (chiusa, ma non a chiave) facendo la tragica scoperta. 

La coppia conduceva una vita semplice. Entrambi percepivano la pensione sociale, vivevano dei prodotti coltivati sul loro terreno e allevavano alcune caprette. Nei prossimi giorni, con ogni probabilità, il pm Francesco Carluccio disporrà l’autopsia: accertamento fondamentale per risalire all’ora dei decessi. 
 

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