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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Baby-gang rapina fioraio, 2 arresti

BRINDISI – Il 29 novembre scorso picchiarono e rapinarono, con la complicità di due giovani donne di 16 anni, un venditore ambulante di fiori di origini bengalesi, oggi sono finiti in manette su ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Brindisi in seguito all'attività investigativa degli uomini della sezione Volanti della questura di Brindisi, diretta dal vice questore Alberto D'Alessandro.

BRINDISI – Il 29 novembre scorso picchiarono e rapinarono, con la complicità di due giovani donne di 16 anni, un venditore ambulante di fiori di origini bengalesi, oggi sono finiti in manette su ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Brindisi in seguito all'attività investigativa degli uomini della sezione Volanti della questura di Brindisi, diretta dal vice questore Alberto D'Alessandro.

Si tratta del 20enne Alessandro Occhineri e del 18enne Emanuele Blaquier, quest’ultimo residente in provincia di Lecce. Dovranno rispondere del reato di rapina, violenza e lesioni personali. Nei guai anche le due 16enni. Per le due ragazze, però, non è ancora stato emesso il provvedimento da parte della competente magistratura. Tutti e quattro non hanno mai avuto prima d'ora problemi con la giustizia, nessuno di essi, però, lavora o studia. Tutti figli di incensurati.

Da quanto hanno ricostruito gli agenti della sezione Volanti la baby gang era guidata e coordinata dal 20enne Alessandro Occhineri, sarebbe stato lui, infatti, a ideare la rapina ai danni del venditore ambulante di fiori la sera del 29 novembre scorso. Per lui, che oltre tutto, a differenza dei suoi complici, si sarebbe rifiutato di collaborare fornendo versioni sempre diverse sull'accaduto, il pm che ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare ha disposto la detenzione in carcere. Agli arresti domiciliari, invece, il suo complice.

Ancora una volta la testimonianza della vittima e le telecamere presenti nella zona in cui  è stata perpetrata la rapina hanno dato un contributo fondamentale alle indagini. Secondo la ricostruzione fatta dai poliziotti, la sera del 29 novembre scorso, la baby gang si trovava su corso Garibaldi quando intorno alla mezzanotte vide passare il venditore ambulante di fiori, Mohamed Noor.

Uno dei quattro (individuato poi in Occhineri), notò il borsellino nella tasca del venditore e propose al gruppo di organizzare una rapina. Le due ragazze dovevano portare la vittima nella vicina via Pergola con la scusa di voler acquistare una grossa quantità di fiori e i due ragazzi, avrebbero fatto il resto. Questo era il piano e così è stato eseguito. Una volta in via Pergola il giovane fioraio ambulante si è visto piombare addosso due ragazzi che lo hanno picchiato e rapinato del portafogli e del telefono cellulare.

Una volta rimasto solo e sanguinante (ha riportato ferite con una prognosi di 20 giorni) non ha esitato a chiamare  i soccorsi. Gli uomini del 113 hanno raccolto la sua dettagliata testimonianza. La vittima è riuscita a descrivere precisamente le fattezze dei suoi aggressori. Altezza, corporatura e segni particolari, orecchini e piercing. Aggiungendo inoltre che non era la prima volta che vedeva quel gruppetto sui corsi principali di Brindisi.

I poliziotti hanno acquisito tutti i fotogrammi delle telecamere presenti nella zona, sia quelli delle abitazioni private che quelli delle attività commerciali e hanno eseguito appostamenti negli orari di maggiore concentrazione di giovani comitive. I quattro, infatti, si sono ripresentati su corso Garibaldi anche nei giorni successivi.

Una comparazione con i soggetti individuati nelle telecamere la sera del 29 novembre nei pressi di via Pergola ha permesso di individuarli. Il primo a essere rintracciato è stato Alessandro Occhineri, a casa sua i poliziotti avrebbero trovato gli stessi indumenti indossati la sera della rapina al venditore ambulante. Poi ulteriori investigazioni hanno permesso di risalire agli altri complici.

Una delle due ragazze avrebbe negato, l'altra, insieme a Emanuele Baquier (ascoltati in separatamente) avrebbe fornito tutti i dettagli del colpo. La conferma, poi, è arrivata dal riconoscimenti fotografico fatto dalla vittima. L'uomo non ha avuto ombra di dubbio nell'individuare i suoi aggressori.

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